Colonne d’Ercole hanno sempre indicato due tipi di limiti umani: da una parte quello geografico, perché si credeva che con esse finisse il mondo civilizzato, e dall’altra quello mitologico perché si pensava che indicassero la fine della conoscenza. Il mito vuole che sia stato il semidio Ercole a porre due Colonne ai lati dello Stretto di Gibilterra, tra i promontori di Calpe, ovvero la Spagna, e di Abila, l’Africa. Questo è il motivo per cui ancora oggi, simbolicamente, lo stretto è noto anche come Colonne d’Ercole.

Colonne d’Ercole e il mito delle fatiche

È dalla mitologia che si apprende come siano state erette le Colonne d’Ercole: durante una delle sue dodici fatiche, il figlio di Zeus e della mortale Alcmena riuscì a catturare i buoi di Gerione, un gigante con tre teste, tre corpi e sei braccia, nonché re dell’isola di Eritrea. Per raggiungere tale luogo, Ercole attraversò la Tracia, l’Asia Minore, l’Egitto per arrivare alle coste occidentali dell’Africa e allo stretto di Gibilterra. Qui i monti Calpe e Abila rappresentavano già due frontiere che nessuno osava valicare. Proprio sulle rive dello stretto, l’eroe mitologico decise di erigere due colonne, una sulla rocca di Gibilterra e l’altra in Africa, sormontate da una statua recante l’iscrizione “Non plus ultra” ovvero “Non più oltre”.

La figura era rivolta verso est, cioè verso i navigatori quasi a volerli avvisare di non spingersi oltre o avrebbero trovato la morte. È così che secondo la leggenda, il semidio ha voluto porre un confine al mondo civilizzato. Ancora oggi si usa l’espressione “Non plus ultra” per indicare il raggiungimento di un limite estremo in una particolare situazione o quando si adotta un comportamento estremo oltre il quale è difficile spingersi. Eppure, proprio la conoscenza che esistesse un limite ha sempre incuriosito: riuscire a scoprire cosa potesse esserci oltre quelle Colonne d’Ercole ha sempre affascinato artisti e scrittori fin dall’antichità.

Per Platone, per esempio, oltre le Colonne si doveva trovare la leggendaria isola di Atlantide; per Dante si ergeva il monte del Purgatorio che Ulisse riesce a intravedere prima di essere colpito insieme ai suoi compagni da un turbine divino.

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Dove si trova il monumento delle Colonne d’Ercole

È quella sottile linea di mare delimitata a nord dall’estremità inferiore della penisola iberica e a sud dall’Africa a essere protagonista delle storie mitologiche dell’antica Grecia: il mito, in questo caso, ha trovato una precisa collocazione geografica nello stretto di Gibilterra.

Era proprio questo lembo di terra a essere considerato come una sorta di delimitazione estrema: oltre la Rocca di Gibilterra e la montagna Jabal Musa non si pensava ci fosse altra terra e pure abitata, più semplicemente non si credeva che il mondo, così com’era conosciuto, potesse continuare. Probabilmente non è un caso che la leggenda abbia scelto questo particolare punto del globo: qui due differenti correnti marine si incontrano, quella dell’impetuoso Oceano Atlantico e quella più tranquilla del Mar Mediterraneo, acque da cui anche Cristoforo Colombo è partito per poter cercare la sua rotta verso le Indie.

Curioso poi come la più antica descrizione delle Colonne d’Ercole risalga addirittura al poeta greco Pindaro e come, proprio grazie alle sue espressioni, sia stato possibile carpire le parole chiave che hanno permesso di individuare la posizione geografica delle Colonne. Pindaro, infatti, ha scritto: «Lieve non è tragittare nel mare inviolabile delle Colonne d’Eracle, che l’eroe dio piantò testimoni dell’ultimo varco. E domava le fiere enormi del mare, i reflussi esplorava delle lagune egli solo, dove toccò la meta d’illeso ritorno e rivelò la terra. Anima mia, verso quale promontorio straniero tramonti il tuo corso».

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Colonne d’Ercole: come arrivare in cima alla rocca di Gibilterra

Proprio per ricordare il mito, è stato eretto il Monumento alla Colonne d’Ercole sulla sponda europea dello stretto: si tratta di un grande globo sorretto da due colonne posizionato su una incredibile terrazza panoramica che permette di ammirare l’orizzonte proprio verso le coste africane.

Da una parte il globo mostra la sua faccia più antica, legata alla storia greca e alla mitologia, mentre dall’altra si trova il lato legato al mondo moderno come conosciuto oggi. Indubbiamente raggiungere le Colonne d’Ercole per godere del fascino e dell’ebrezza del mito è una sensazione senza pari e oggi in molti sono i viaggiatori che si fermano ad ammirare il monumento e la vista che regala la terrazza. Il percorso per arrivare in cima alle Colonne è decisamente emozionante e stimolante se fatto a piedi: anche se un po’ lungo e in pendenza, è il cammino che offre più spunti di riflessione e più avventuroso, quindi forse non proprio per tutti i gusti. Meno faticoso e più veloce è salire sulla funivia che lascia scendere i suoi passeggeri proprio vicino alla rocca raggiungibile in breve tempo.

Chi preferisce evitare sia la funivia che il percorso pedonale può sempre optare per il taxi: in questo modo si giungerà senza problemi direttamente a destinazione.