È Una giornata particolare anche se non siamo a La baia di Napoli, ma basta un Breve Incontro con Sophia Loren oggi per convincersi (semmai con i suoi 70 anni di carriera e la cascata di Oscar, David, Grammy e Nastri sulle sue mensole ce ne fosse bisogno) che il cinema senza di lei non poteva esserci Ieri, non potrebbe esistere Oggi, non sarebbe possibile Domani. Siamo a più di 4 mila chilometri di distanza dalla sua Roma, in uno yacht club che galleggia abbracciato dalle acque del Golfo Persico, ci guardiamo vis à vis per 7 minuti di orologio, mentre il sole che sfiora il Port Rashid di Dubai s’infiltra fra le finestre a perdivista di una delle navi più belle al mondo, per accarezzare il volto di una delle attrici migliori al mondo, di sempre e per sempre. Madrina della cerimonia di battesimo della nuova ammiraglia nonché 19esima nave MSC Crociere, MSC Virtuosa, Sophia Loren, eye-liner grafico anni 60, occhiali da sole fumé anni 70, allure da diva a-generazionale, a-temporale, a-epocale, ci parla con l’imponente e impetuoso skyline di Dubai alle spalle che, accanto a lei, non può che essere un dettaglio, una cornice, un secondo piano, una scenografia volutamente sfocata.

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Se questa nave potesse portarla in un solo posto al mondo dove andrebbe?
In paradiso.

Pensa di meritarselo?
Assolutamente sì, sono una brava persona.

È difficile navigare nelle acque della sua vita?
Non lo so, dicono che ho un carattere difficile, ma lo dicono gli altri…

Secondo lei il cinema italiano oggi si sottovaluta?
No, quando c’è qualcuno che fa una cosa bella e fatta bene ha di conseguenza il successo che merita.

Cosa deve avere un film per entrare nel cuore di uno spettatore?
Cose belle, cose sentite, cose meravigliose e poi qualcosa in grado di farti sognare. Perché sognare è sempre bello.

Il film che da spettatrice l’ha fatta sognare di più?
Da bambina quelli di ballo, con tanta musica.

Mentre da attrice?
La ciociara. Non ci sarà mai più un tipo di film così bello e così sentito come quel capolavoro che ho fatto con Vittorio De Sica. Avevo 26 anni, mi sono sentita la persona giusta al momento giusto con la storia giusta fra le mani.

Cosa si prova il primo giorno di riprese di un film, l’attimo in cui si accende per la prima volta la cinepresa sul volto?
Se non senti niente significa che ti sei sbagliato. Se senti qualche cosa vuol dire che ci tieni veramente, è una sensazione di cui fare tesoro, è preziosa.

Il ruolo che ha toccato di più le sue corde scoperte.
Sempre La ciociara. Una delle più belle storie che abbia mai incontrato.

È difficile togliersi i vestiti dei personaggi che si interpreta per tornare alla propria vita, alle proprie storie?
Beh se ancora dopo 60 anni ti parlo de La ciociara, vuol dire che è difficile dimenticare un personaggio così, non succederà mai. Un personaggio rimane dentro di te per sempre.

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Del #MeToo, ne parliamo?
Non so cosa sia. Se non ne ho sentito parlare vuol dire che sono cose che non mi riguardano.

Che rapporto ha con i complimenti?
A me? Complimenti? Non so, non ho idea, non sto lì a contare chi mi fa quanti e quali complimenti. Mi piace quando mi dicono che sono una persona seria.

La prima volta che ha detto a se stessa Sophia, io credo in te?
Beh sicuramente durante quel periodo impossibile che è stata la guerra, abbiamo avuto una vita impossibile e non avrei mai creduto di riuscire a ottenere quello che speravo di ottenere. Ero una bambina, sai quando i bambini hanno tanti sogni irraggiungibili che poi non si avverano mai? I miei, invece, si sono avverati.

Cosa sognava esattamente?
Da bambina sognavo semplicemente un piatto di spaghetti, perché a quei tempi non si mangiava mica più. In generale, nella mia vita penso di aver sempre sognato cose possibili, mai impossibili da raggiungere.

E oggi cosa sogna?
Sogno sempre cose belle, soprattutto che riguardano i miei figli e la mia famiglia. Questo, cose semplici semplici.

L’orgoglio più grande della sua vita?
Tutto quello che ho fatto lavorando nel cinema. Non ho mai fatto niente che non amassi, mai.

Cosa direbbe alla Sophia dei primi ciak?
Difficile dirlo perché quando sei così giovane e vieni da un paese così piccolo non è facile la vita né per te né per la tua famiglia.

Che consiglio darebbe a una giovane donna che vuole fare carriera?
Di credere in se stessa e fare quello che desidera fare, non quello che gli altri vogliono per lei. E amare tutto quello che riesce a raggiungere, passo dopo passo.

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