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STAUFFER, OMAGGIO A CREMONA

Accardo: «Suonare ascoltando è fondamentale per i giovani»

Maestri e allievi dell’Accademia in concerto all’auditorium Arvedi del Museo del Violino il 28 e il 30 maggio

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

12 Maggio 2024 - 14:13

Accardo: «Suonare ascoltando è fondamentale per i giovani»

Salvatore Accardo in concerto

CREMONA - Torna dopo alcuni anni di assenza Omaggio a Cremona, la rassegna organizzata dall’Accademia Stauffer come dono alla città. Due concerti, il 28 e il 30 maggio, che vedranno gli allievi dell’Accademia suonare all’auditorium Arvedi del Museo del Violino con i quattro maestri, Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Antonio Meneses e Franco Petracchi. Saranno proprio i maestri, in queste settimane, a raccontare la loro storia e la storia dell’Accademia, a cominciare proprio da Accardo.

Maestro, come si trova con la classe di quest’anno?
«Meravigliosamente, come sempre. Ho una classe strepitosa composta da ventuno ragazzi, uno più bravo dell’altro, di cui sedici stranieri».

Dopo diversi anni di assenza, torna Omaggio a Cremona. Cosa pensa di questo grande ritorno?
«Un’opportunità meravigliosa per gli studenti. Quando eravamo ragazzi avremmo sognato di suonare con i nostri maestri. La possibilità di suonare ascoltando è qualcosa di fondamentale per la crescita del giovane musicista. Suonare insieme permette di capire dove finisce la tua libertà e comincia quella di chi suona con te. Sarebbe bello che capitasse anche nella vita».

Vale anche per i maestri?
«Certamente! Suonare con i giovani dà uno sprint, offre qualcosa di diverso. Si impara moltissimo insegnando. Ogni giorno si impara qualcosa, non solo musicalmente, ma anche dal punto di vista tecnico: una sorta di rigenerazione. La musica fa rimanere giovani. Penso ad artisti come Zubin Mehta, che quando sale sul podio si trasforma».

Andrea Mosconi e Salvatore Accardo nel 1985 hanno dato vita all’Accademia Stauffer

Proviamo a fare un bilancio di questi tanti anni passati a Cremona e qui in Accademia.
«Da queste aule sono passati centinaia di allievi. Li incontro in giro per il mondo e sono sempre grati con Cremona e con la Stauffer per l’opportunità che hanno avuto. Gratuita, tra l’altro».

C’è qualcosa che ha lasciato l’amaro in bocca?
«A volte ci sono state situazioni complesse con la città, con il teatro. Penso a Omaggio a Cremona, che fino a qualche anno fa si teneva in teatro, il luogo più prestigioso della città. Ora finalmente ridiamo a questo evento un luogo adatto alla musica da camera, l’auditorium del Museo del Violino».

E i bei ricordi?
«Sicuramente la collaborazione con i miei colleghi. Quando torno a suonare con loro sembra di aver suonato insieme solo il giorno prima. Come le grandi amicizie. Nella musica non c’è solo l’amicizia, ma anche la stima reciproca e l’energia di lavorare insieme. Uno di loro non c’è più. Rocco Filippini è stato non solo il compagno di una vita musicale, ma il compagno di una vita intera. Ne sentiamo tutti la mancanza».

Salvatore Accardo, Maurizio Pollini e Rocco Filippini

Originariamente, siete stati lei e Andrea Mosconi a scegliere i maestri.
«Andrea veniva a sentire le mie lezioni all’Accademia Chigiana a Siena, dove tenevo dei corsi di perfezionamento estivi e dove insegno tutt’ora. Mi propose di creare quei corsi a Cremona, facendoli durare tutto l’anno. Era un’idea stupenda. Indicai subito come colleghi Bruno Giuranna per la viola, Franco Petracchi per il contrabbasso (entrambi erano a Siena con me), e Rocco Filippini per il violoncello. Lo spirito non è cambiato nel corso degli anni. Abbiamo avuto tantissimi successi internazionali tra i nostri allievi, tra cui cinque premi Paganini (l’anno scorso primo e secondo posto). I nostri allievi ci hanno fatto onore dappertutto».

Recentemente ha lasciato la presidenza della giuria del Premio Paganini. Cos’è successo?
«Hanno ‘dimissionato’ il direttore artistico del Premio – Nazzareno Carusi –, che aveva lavorato meravigliosamente bene, riuscendo a trovare ottanta concerti per il vincitore del Premio e ottenendo inoltre il record di iscrizioni. Al suo posto, è stato chiamato un ragazzino senza esperienza – Nicola Bruzzo –, che non ha la statura organizzativa necessaria. Non si fa la gavetta al Premio Paganini. Avevo espresso le mie perplessità, ma non sono stato ascoltato».

Ha citato grandi amici come Andrea Mosconi e Rocco Filippini. Un altro suo grande amico scomparso di recente è Maurizio Pollini. Li vuole ricordare?
«Mosconi era una persona straordinaria, che manca molto a Cremona. Rocco era un fratello, nella vita e nella musica. Un vuoto incolmabile. Pollini è stato un gigante della musica – qui, il maestro si commuove, e conclude –: la musica sta perdendo tanto».

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