Ed Westwick di persona ha la voce cavernosa e lo sguardo penetrante che hanno reso celebre il personaggio di Chuck Bass in Gossip Girl, ma è una persona giocosa, particolarmente educata, allegra, addirittura dolce. Ha un accento oxfordiano che ti avvolge come miele di castagno, dà l'idea di un ottimo ascoltatore e risponde alle domande con precisione, fermandosi senza esitazioni quando un pensiero è completo. Per puntellare le risposte inframezza spesso le frasi ripetendo il mio nome, le star lo fanno spesso, sicuramente è un trucco di pr per apparire personable e alla mano, ma mi sembra che lui non faccia nessuna fatica, sembra uno a cui piace mettere le persone a proprio agio.

Il tuo ultimo film, DarkGame, è un thriller che guarda ai classici anni Novanta, da Se7en al Silenzio degli Innocenti, ma col tema molto attuale di internet e del dark web. Come sei stato coinvolto?

Tom George (il produttore) e io avevamo già fatto un film e abbiamo un buon feeling, mi ha parlato di DarkGame e mi ha detto che lo aveva scritto con me in mente. Mi interessava perché sono un fan dei film che hai citato, e ho sempre desiderato interpretare un detective.

All'apparenza è un film sui pericoli di internet ma forse il discorso è più sottile, mi è sembrato un film sui rischi connessi al nostro bisogno continuo di essere intrattenuti.

Sì, e il nostro bisogno, il nostro desiderio di essere scioccati, di vedere cose sempre più estreme. Nell'epoca dei social abbiamo tutti questi video di disastri, incidenti, violenza, e qualche volta non ce la fai a non guardare. Siamo esposti a immagini sempre più estreme, e la domanda è cosa fa questo alla nostre menti individuali? E come società? Ci desensibilizza? Il nostro DarkGame è sul dark web, che è un collettaneo contemporaneo delle cose più estreme, ma in fondo questa è una parte di noi. Basta pensare ai giochi al Colosseo, l'umanità ha sempre avuto un lato barbarico, una tendenza verso la violenza.

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Boggi Milano

Questa domanda sai che te la devo fare. Quante volte la gente per strada ti chiama "Chuck"?

Succede di continuo, è divertente, l'altro giorno mi ha fermato una madre con la figlia adolescente, che probabilmente era molto piccola quando andava in onda Gossip Girl, ed era completamente appassionata di quello show. La parola "legacy" (eredità) è molto corretta, Gossip Girl va avanti, ha nuove generazioni di fan, e il pubblico originale ogni tanto se la riguarda in streaming. è incredibile, è l'esperienza che mi ha cambiato la vita, mi sono trasferito a New York da giovanissimo e mi sono ritrovato in questo fenomeno globale. Come attore non ti immagini di finire in un progetto che resterà così a lungo. A volte qualcuno mi dice "ho imparato cos'era l'amore attraverso Chuck e Blair" e io... wow! è una cosa enorme. Di certo non mi prendo tutto il merito, molto va agli autori.

Sei ancora in contatto con qualcuno del cast? Fate qualche reunion?

Non reunion, ma ad esempio a marzo ci siamo visti con Chace Crawford a una convention a Parigi, vedo spesso Kelly Rutherford alle sfilate di moda e ci sentiamo, insomma, è sempre bello.

A proposito di moda, quanto è importante per te?

Per me è una questione di personalità ed espressione. Se tu lo permetti, il tuo stile evolve con te. Io sono diventato famoso a 19 anni, e il mio stile è cambiato quanto sono cambiato io. Se vogliamo quella con gli abiti è una relazione. Alle settimane della moda, come Milano o Parigi, è bello vedere cosa succede, questa energia creativa. Io sono un creativo, un attore, e per esempio nella creazione di un personaggio per me è assolutamente cruciale come si veste. La moda mi ispira per il mio lavoro, ed è un aspetto fondamentale di cosa significa essere una persona, è l'espressione della personalità in forma fisica.

C'è un tipo di abito con cui sei fissato?

Sì, i cappotti lunghi. Ne sto indossando uno anche adesso qui a casa! (ride) In passato erano le giacche di pelle, adesso le tengo a Los Angeles.

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Boggi Milano

So che ti piace la boxe, mi racconti?

Bé, anzitutto c'è un aspetto fisico, è un esercizio incredibile. Ma poi c'è qualcosa nel suono che fa il guantone quando colpisce il sacco. Io non combatto, e non faccio neanche troppo sparring, mi piace che davvero è uno sport che coinvolge tutto il corpo. E nel guardarlo, mi affascina la solitudine. Il pugile è veramente solo, sul ring, è vero che è così anche nel tennis, ma quella del pugilato è una mentalità diversa. Ha molto a che vedere col controllo, tu prendi una forza indomabile che è l'aggressività e impari a controllarla nel dettaglio, è affascinante.

Ti vedremo fare il pugile in un film?

Mi piacerebbe tanto! C'è una sceneggiatura bellissima che stiamo portando avanti ma sai com'è, fare un film è sempre molto complesso. è la storia vera di un pugile degli anni '20, a un certo punto sembrava fatta, poi c'è stata una frenata, vediamo come andrà a finire. Ci servono soldi (ride).

Lo immagino, ma io penso che il mondo abbia bisogno di più film di boxe, io non me ne stanco mai.

Sono film di lotta interiore ed esterna, è molto difficile non rispettarli o identificarcisi, anche per chi magari non ha particolare interesse per la boxe in sé.

Altri progetti per il prossimo futuro?

Ho diversi film in cui sto recitando, e in alcuni di essi produco. Aspetto conferme, poi tutto succederà d'estate. Sto lavorando allo sviluppo di un paio di serie TV, a una in particolare tengo molto e penso che piacerà anche ai fan, è ispirata alla questione Chuck Bass, anche qui vediamo un po' che succede.

La recitazione, la boxe: qual è il tuo rapporto col tuo corpo?

Domanda interessante. Faccio tutte le cose salutari e poi mangio un chilo di cioccolato. E poi mi trovo a chiedermi perché l'ho fatto (ride). Anche adesso ho mal di testa perché ho mangiato troppi zuccheri. Sono una persona molto estrema, sono alla costante ricerca di un minimo di equilibrio. Cerco di usare un minimo di gentilezza con me stesso perché sono molto ambizioso. Ottengo qualcosa, sono contento e il giorno dopo già voglio qualcos'altro. E mi sa che non sono l'unico, vero? è qualcosa che fa parte della nostra società, di questa cultura tipo lavora duro e diventerai un superuomo invulnerabile. Hai mai sentito parlare di positività tossica? Secondo me è una cosa molto reale. Infatti ho un mental coach con cui parlo, insieme cerchiamo di far sì che io non mi giudichi troppo severamente. È terapeutico, è incredibile la quantità di storie assurde che il nostro cervello crea, ed è bene tirarle fuori con qualcuno che ti ascolta.

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Boggi Milano

Sei nello spettacolo da quasi 20 anni, anche se non ne hai ancora 40. Sicuramente ti ha dato tantissimo, ma immagino sia anche molto stressante.

Onestamente è un po' una dipendenza, come mi immagino sia il gioco d'azzardo. Inizi magari senza chissà che ambizioni, poi ottieni il grande ruolo, la grande soddisfazione, e dici: "ok, continuiamo a giocare". Ma si vivono anche tantissimi rifiuti, situazioni da giovane in cui ti proponi e nemmeno ti fanno sapere. Poi io in realtà faccio ancora provini, è un ambiente competitivo all'estremo. Che è uno dei motivi per cui adesso cerco di farmi i miei progetti, e mantenere più controllo. La mia ricetta è comunque andare sempre avanti, non soffermarsi troppo né sui successi né sui fallimenti, pensare sempre al prossimo progetto, abbracciare l'avventura. Non sai cosa ti riserva il futuro, puoi essere pieno di ansie e io da più giovane lo ero, adesso mi concentro su quanto questo sia eccitante. Cioè, poi io in realtà sono un buon pianificatore, non ho mai fatto follie coi soldi o altro. Adesso sono in un periodo di quiete, gioioso, ho una bellissima fidanzata che mi porta molta serenità. Sto bene.

E il tuo rapporto con la fama? Fammi essere più specifico: se ci fosse un pulsante magico che ti fa conservare tutte le altre cose che hai ottenuto ma ti toglie la fama, l'impaccio di essere riconosciuto e fermato per strada, lo premeresti?

Io amo il rapporto che ho coi fan, e ti dirò che i social media lo hanno reso più intenso. Mi spiego: fino a qualche tempo fa un attore di cinema o TV non aveva gli applausi o i fischi come a teatro. Finivi il tuo lavoro e poi percepivi un'eco molto lontana, tempo dopo, di come veniva ricevuto. Ora coi social hai feedback immediati e costanti, le persone che ti parlano hanno un nome e un volto, è una cosa molto importante. Quindi no, non premerei quel pulsante.

Sei spesso alle fashion week a Milano, so che a luglio sarai a un matrimonio sul Lago di Como, dove abbiamo anche scattato il servizio di Esquire. Insomma l'Italia ti piace. Posso chiederti dove ti sposerai?

Va bene (ride), in Italia, ma non posso ancora dire dove di preciso. Quando penso alle vacanze e alla bellezza penso all'Italia, è un paese che ha tutto, dalle montagne al mare, dalle grandi città al piccolo paese bellissimo. Il clima, il cibo. Una cosa incredibile. Magari un giorno mi comprerò una casa in Italia e ci andrò in pensione.

La tua fidanzata è una star di Bollywood, il che mi ha molto incuriosito. C'è questa industria cinematografica gigantesca di cui sappiamo pochissimo, e mi chiedevo se questo legame potrà andarti a influenzare come attore e come produttore.

Davvero, Bollywood è qualcosa di enorme. Io credevo che la mia storia, da un paesino inglese a New York, fosse pazzesca, ma quella di Amy la straccia. Da Liverpool a Mumbai. Rispetto tantissimo ciò che ha realizzato come attrice e come donna, siamo stati insieme in India, ci torneremo, per me quello che fa Amy è e sarà un'ispirazione.

Sei anche un musicista, te la vivi come una seconda carriera artistica o come un hobby, uno spazio di libertà?

In questo momento non lo so. (ride) Ho sempre voluto registrare un album, mi sono trovato a lavorare con questi fantastici musicisti che ho conosciuto a Los Angeles, c'è stato tanto lavoro ma l'idea era anche di divertirsi. Abbiamo firmato con la Universal per la distribuzione, vediamo. Amo le canzoni, amo la scrittura di canzoni. Di sicuro mi ci diverto, è la mia vita, voglio fare tutte le cose che mi piacciono, se ci riesco.

I tuoi tre artisti preferiti di sempre.

I Rolling Stones, Elvis, Eminem.

Dove ti vedi tra trent'anni?

Oddio, sarò piuttosto vecchio (ride). L'importante è essere in salute, mi piacerebbe avere una grande famiglia. E non vedo perché non dovrei più recitare, il bello di questo mestiere è che se vuoi non vai mai in pensione.

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Redazione Esquire Italia

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