Arrestato l’ad Signorini, Iren deve ritrovare la guida: ora Torino punta al vertice - la Repubblica

Torino

Arrestato l’ad Signorini, Iren deve ritrovare la guida: ora Torino punta al vertice

Paolo Emilio Signorini

Paolo Emilio Signorini

 (ansa)
L’indagine sul periodo in cui il manager guidava il porto di Genova può accelerare un riassetto nell’aria
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È durata meno di un anno l’era Signorini in Iren. Ieri pomeriggio, in un consiglio di amministrazione convocato d’urgenza, è stata decisa la revoca temporanea delle deleghe all’amministratore delegato arrivato a luglio del 2023. Deleghe che sono state passate al presidente della multiutility del Nord-Ovest, Luca Dal Fabbro, e al vicepresidente, Moris Ferretti. Un passaggio necessario dopo che Paolo Emilio Signorini, 61 anni, ieri mattina è stato arrestato. È finito in carcere. Anche lui coinvolto nella maxi inchiesta della direzione distrettuale antimafia e della guardia di finanza con l’accusa di corruzione «per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio». Fatti che risalgono a quando Signorini era a capo dell’Autorità del Porto di Genova. Avrebbe accontentato le richieste di due imprenditori, Aldo Spinelli, ex presidente del Livorno Calcio, e Mauro Vianello in cambio di tangenti e favori.

La decisione del cda

Il cda di Iren si è riunito ieri pomeriggio e ha subito «preso atto dell’oggettiva impossibilità temporanea da parte dell’amministratore delegato di esercitare le proprie deleghe e con l’obiettivo di assicurare stabilità e continuità alla gestione aziendale, ha attivato quanto previsto dal contingency plan interno al gruppo».

Da dove arriva Signorini

Signorini è arrivato alla guida dell’Iren nel giugno del 2023, a circa tre mesi dalle dimissioni del vecchio ad, Vittorio Armani, passato in Enel. Un nome scelto per Iren dal socio pubblico genovese, il Comune, e in particolare dal sindaco Marco Bucci. Signorini viene considerato uomo di fiducia del primo cittadino della città della Lanterna. Ed è stato proprio Bucci a indicare il suo nome agli altri due sindaci, Stefano Lo Russo, di Torino, e Luca Vecchi, di Reggio Emilia, altri soci pubblici della multiutility del Nord Ovest, che in Borsa ha perso il 2,65%.

Un manager di esperienza

Signorini, che può vantare dopo l’Università a Firenze studi a Yale, ha iniziato la sua carriera presso la Banca d’Italia e al ministero dell’Economia e delle Finanze. Dopo è stato Capo del dipartimento per la programmazione e il coordinamento delle politiche economiche presso la presidenza del Consiglio dei ministri (2008-2013) e capo dipartimento per le Infrastrutture, i Sistemi informativi e Statistici presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013-2015). È stato componente di consigli di amministrazione che operano nel settore delle infrastrutture e dei trasporti quali Italferr e Telt. Ha ricoperto dal 2016 al 2023, prima di arrivare in Iren, la carica di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.

Il precedente del Mose

Non è la prima volta che finisce in un’inchiesta. Già nel 2014 il suo nome era comparso tra le carte dell’indagine sul Mose di Venezia. Il Consorzio Venezia Nuova dell’imprenditore Giovanni Mazzacurati aveva pagato una vacanza in Toscana a Signorini che all’epoca era al ministero delle Infrastrutture. Il suo nome compare nella cricca del Mose, ma non era indagato.

I prossimi passi

Torino, Genova e Reggio Emilia, i tre soci pubblici di Iren, società che opera nella produzione e commercializzazione di elettricità e gas, oltre che nella raccolta e smaltimento rifiuti e gestione di impianti, dovranno individuare un nuovo amministratore delegato. L’onere tocca al Comune di Genova, l’azionista con la fetta più grande.

Il patto parasociale appena rinnovato prevede che Torino esprima il presidente, Genova l’ad e Reggio Emilia il vice. L’indicazione del nuovo ad toccherà quindi sempre al sindaco di Genova, Bucci, ma dopo la vicenda Signorini si potrebbe ricorrere ad una figura esterna all’ambiente genovese. Comunque sia l’indagine rappresenta un terremoto. Si vedrà nelle prossime ore. Tra i sindaci c’è già stato un giro di chiamate.

L’emergenza potrebbe portare anche ad una scelta diversa per dare la massima stabilità alla società. Nominare amministratore delegato Dal Fabbro, che è stato indicato da Torino ma non è ascrivibile agli ambienti torinesi, e cercare un nuovo presidente. Anche perché fra un anno esatto, tra maggio e aprile, i vertici di Iren andranno nuovamente a scadenza e dovranno essere rinominati. E poi è vero che Torino è il secondo azionista pubblico di Iren, ma il sindaco Lo Russo può contare anche sulle quote della Città Metropolitana di Torino, e indirettamente sull’appoggio della Compagnia di San Paolo. Azioni che possono riportano la situazione ad un sostanziale pareggio. Un’altra partita da giocare per Torino.

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