Margaret Mazzantini, musa della narrativa italiana
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 Margaret Mazzantini, musa della narrativa italiana

 Margaret Mazzantini, musa della narrativa italiana

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Dagli esordi a teatro fino al debutto del suo primo romanzo, Margaret Mazzantini ne ha fatta di strada. Vincitrice di prestigiosi premi letterari e autrice tradotta in oltre 35 lingue, con la sua prosa affascinante ha incatenato milioni di lettori alle pagine dei suoi libri. 

La scrittrice Margaret Mazzantini e il teatro

Margaret Mazzantini non nasce scrittrice. Il suo approdo alla scrittura è infatti mediato dal rapporto molto stretto con il teatro. 

Sicuramente anche le origini dell’autrice giocano un ruolo importante: figlia dello scrittore Carlo Mazzantini e dalla pittrice Anne Donnelly, nasce in Irlanda nel 1961. Trascorre la sua adolescenza a Roma, dove consegue la maturità classica e si diploma all’Accademia nazionale di arte drammatica. 

Lavora inizialmente come attrice, recitando nell’Ifigenia di Goethe e in Venezia salvata, spettacoli grazie ai quali consegue il Premio Ubu.  Come ha sottolineato lei stessa in un’intervista, il teatro è destinato a lasciare un segno profondo in lei, che si ripercuoterà anche sui suoi romanzi:

 “Il Teatro ha contato eccome nella mia vita: è un lavoro fisico, nel quale ci si espone. La mia scrittura un po’ visionaria deriva forse da qui, dai confini che il palcoscenico ti dà”.

I libri di Margaret Mazzantini

Nonostante la scrittura della Mazzantini risulti sanguigna e istintiva, dapprima la futura autrice nutre un certo distacco da essa. 

È il marito della scrittrice, l’attore e regista Sergio Castellitto, a incoraggiare inconsapevolmente il talento della moglie, regalandole un taccuino. 

Dai primi appunti sparsi annotati sul taccuino nasce il primo romanzo della scrittrice Margaret Mazzantini, Il catino di zinco (1994): grazie alla sua prosa evocativa ed empatica al tempo stesso, la scrittrice ottiene un largo consenso di critica e pubblico e si aggiudica il prestigioso Premio Selezione Campiello

Il libro ha forti radici autobiografiche: la scrittrice Margaret Mazzantini sceglie infatti di parlare della nonna, morta di ictus, prediligendo una lingua che è quella del particolare contesto famigliare in cui è cresciuta: 

La lingua che usi nasce con te, nel mio caso arriva da una famiglia particolare più che da scrittori o modelli letterari particolari. Una famiglia di affabulatori toscani avvezzi ai neologismi e ai nomignoli, con tanta abitudine al racconto. E pure la mia parte irlandese conta, perché è quella che mi ha lasciato in eredità un po’ di cielo. Il catino di zinco come gli altri miei libri nasce da un buco, da un’assenza, da una menomazione, un rapporto che mi stringe visceralmente ai miei personaggi

Alla fine degli anni ‘90 lavora insieme al marito in qualità di attrice: recita dapprima nella pièce teatrale Manola e poi nel 1999 la ritroviamo nei panni di attrice in Libero burro, primo film diretto da Castellitto. 

Ma è con il romanzo capolavoro Non ti muovere, pubblicato nel 2002 per la casa editrice Mondadori, che la scrittrice Margaret Mazzantini si afferma come una delle più importanti autrici contemporanee. 

Il libro “Non ti muovere”

Non ti muovere è stato uno dei casi editoriali più rilevanti degli ultimi anni, con oltre 2 milioni di copie vendute e vincitore del Premio Strega, del Premio Rapallo Carige e del Premio Grinzane Cavour. 

Il libro ha come protagonisti principali Timoteo e la sua difficoltà ad amare. Timoteo è uno stimato chirurgo che un giorno si trova a dover curare la figlia Angela, vittima di un incidente in motorino. È proprio lo shock subito che induce l’uomo ad uscire dalla sua condizione di torpore mentale e raccontare ad Angela, come in un flusso di coscienza, la travagliata e quasi oscena relazione con Italia, un rapporto extraconiugale nato qualche anno prima come sfogo e finito sul punto di diventare amore.  

Con questo romanzo Margaret Mazzantini è riuscita a penetrare nei meandri di una coscienza maschile, che tra violenza e autocommiserazione tenta di redimersi da una verità scomoda. Con straordinaria sensibilità, la scrittrice racconta l’uscita dall’ipocrisia e la sconvolgente caduta di difese, che a seguito di un trauma conducono un uomo a nuove consapevolezze.

Da libro è stato tratto l’omonimo film nel 2004, diretto da Castellitto e alla cui sceneggiatura hanno lavorato insieme la scrittrice e il regista. 

Una scena del film "Non ti muovere", tratto dal libro omonimo di Margaret Mazzantini.
Una scena del film Non ti muovere, tratto dal libro omonimo di Margaret Mazzantini.

Il libro “Venuto al mondo”

Venuto al mondo è il secondo importante romanzo della scrittrice Margaret Mazzantini, anch’esso vincitore del Premio Campiello e oggetto del riadattamento cinematografico interpretato da Penelope Cruz. 

Il libro ripercorre il viaggio che una madre, Gemma, sceglie di intraprendere insieme al figlio Pietro alla riscoperta dei luoghi teatro della guerra dei Balcani, in cui il padre del ragazzo ha perso la vita. 

Venuto al mondo è la storia di un amore ritrovato e di una maternità prima negata e poi risarcita. Si tratta di un racconto crudo, ma pieno di sentimenti, che la stessa Margaret Mazzantini ha fatto fatica a completare e a pubblicare, come racconta in un’intervista a proposito del suo viaggio in Bosnia: 

Sarajevo è impressionante: un corpo disteso in una vallata costellata di lapidi, una ferita che spurga dolore. Lì la gente dice che la guerra non è finita ma si è semplicemente interrotta, ed è vero che di questa guerra si è scritto molto: ma non abbastanza.

Tra scrittura e sceneggiatura

Nonostante l’enorme fama raggiunta con la scrittura, la Mazzantini non si è mai completamente affrancata dal suo stretto legame con la recitazione. 

Anche grazie alla feconda collaborazione con il marito, l’autrice si è occupata della stesura di varie sceneggiature, tra cui Zorro. Un eremita sul marciapiede (2004), nato come monologo teatrale scritto per Castellitto, La bellezza del somaro (2010), Fortunata (2017) e Il materiale emotivo (2021), tutti film diretti dal regista e attore romano. 

Tra gli ultimi romanzi della scrittrice Margaret Mazzantini si segnalano Nessuno si salva da solo (2011), in cui vengono affrontati il rapporto di coppia e l’anoressia, e Mare al mattino (2010), libro in cui viene raccontata la traversata in mare dalla Libia alle coste della Sicilia attraverso gli occhi e le storie di due famiglie, divise dal Mediterraneo.

L’ultimo romanzo dell’autrice, Splendore, è uscito nel 2013 e racconta la storia di due ragazzi, Guido e Costantino, cresciuti nella Roma degli anni ‘70, le cui esistenze tanto distanti socialmente non potrebbero essere spiritualmente più contigue. 

Nei suoi ultimi libri la scrittrice Margaret Mazzantini si conferma ancora una volta autrice di relazioni e di storie comuni. Al centro dei suoi romanzi vi è sempre un’umanità colta nelle sue debolezze, di cui vengono indagati con sensibilità i rapporti interpersonali e l’inestricabile intreccio tra le vicende private, il passato e la storia.

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