Calista Flockhart e la moda: "Sono molto minimal. Ho dei bellissimi abiti firmati, ma il 90% del mio guardaroba è low cost" - la Repubblica
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Calista Flockhart, tra le protagoniste di Feud: Capote vs. the Swans di Ryan Murphy (presto su Disney+). Foto di Ryan Pfluger/The New York Times © The New York Times Company
Calista Flockhart, tra le protagoniste di Feud: Capote vs. the Swans di Ryan Murphy (presto su Disney+). Foto di Ryan Pfluger/The New York Times © The New York Times Company 
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Calista Flockhart e la moda: "Sono molto minimal. Ho dei bellissimi abiti firmati, ma il 90% del mio guardaroba è low cost"

All’apice della celebrità con Ally McBeal, Flockhart è praticamente sparita per fare la mamma al figlio che aveva adottato un anno prima di incontrare il suo compagno, Harrison Ford. Ora, a 59 anni, è tornata interpretando Lee Radziwill in Feud: Capote vs. the Swans. Qui si racconta tra stile e... scherzi paurosi che si diverte a fare al suo uomo

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«Ti va di sgranocchiare qualcosa? Che ne dici di qualche patatina fritta?», chiede Calista Flockhart sulla terrazza del Georgian Hotel di Los Angeles. E all’improvviso mi rendo conto di quanto mi sia mancata la donna che alla fine degli anni 90 ha raggiunto la fama interprentando l’eccentrica avvocata di Boston Ally McBeal, ruolo che ha ripreso agli ultimi Emmy, ballando con i suoi ex co-protagonisti maschi in un siparietto divertente. All’apice della sua celebrità, Flockhart è praticamente sparita per fare la mamma e concentrarsi sulla crescita di Liam, il figlio che aveva adottato un anno prima di incontrare il suo compagno, Harrison Ford. Ora, a 59 anni, è tornata interpretando Lee Radziwill in Feud: Capote vs. the Swans, la seconda serie antologica di Ryan Murphy (a fine mese su FX, e presto su Disney+).

Calista Flockhart con Harrison Ford al Festival di Cannes nel 2023. Foto GettyImages
Calista Flockhart con Harrison Ford al Festival di Cannes nel 2023. Foto GettyImages 

Per soddisfare le sue ambizioni letterarie, Truman Capote mise in scena i suoi amati cigni, le donne “flessuose” che regnavano sulla società newyorkese degli anni 50 e 60, in un mondo foderato di zibellino, fatto di Champagne, portasigarette e lenzuola Porthault. Capote tradì le eleganti signore che pranzavano con lui rivelando tutti i loro loschi segreti dell’Upper East Side – dall’adulterio al presunto omicidio – in un articolo di Esquire del 1975, La Côte Basque, 1965. La sua denuncia fu la versione sociale dell’esplosione di Oppenheimer.  Ho chiesto a Flockhart se le sarebbe piaciuto pranzare con questo gruppo haut monde. «Forse una volta», mi ha risposto. E in effetti le persone che hanno lavorato con lei la descrivono come una timida, dal carattere asciutto e divertente, che si preoccupa di inviare fiori e regali ai membri del suo staff. Non un cigno, insomma. «Non indosso mai una borsa con un grande logo Gucci, perché mi sembra strano», dice. «Sono molto minimal. Ho dei bellissimi abiti firmati, ma il 90% del mio guardaroba proviene da Nordstrom. Amo ciò che è comodo, ciò che funziona». Il suo stile personale è casual. «Ho un’uniforme: passo da un maglione grigio a un maglione nero, di nuovo al maglione grigio e al maglione nero». La sua stylist di lunga data, Elizabeth Stewart, ha rivelato che «la principale preoccupazione di Flockhart in fatto di stile è stare al caldo. Per questo le dico sempre che un giorno o l’altro le procurerò una muta da indossare sotto l’abito».

Calista Flockhart con il marito Harrison Ford nel 2003. Foto GettyImages
Calista Flockhart con il marito Harrison Ford nel 2003. Foto GettyImages 

In questa giornata ventosa, indossa Levi’s larghi, una T-shirt bianca, un maglione grigio oversize e scarpe da ginnastica Adidas. Sfoggia un grande anello di fidanzamento con diamante – «Mio marito ha molto buon gusto, direi» – e un braccialetto di perline colorate. «Penso che sia del Pride, ma non ne sono sicura». Lei e Ford vengono spesso fotografati mentre fanno la spola tra Brentwood e il loro ranch a Jackson Hole, nel Wyoming, e si fanno scherzi a vicenda. «A casa mia mi chiamano il “mostro spaventoso” perché mi nascondo dietro ogni angolo», racconta Flockhart. «Quando Harrison entra io gli faccio: “Raaah!”. E lui fa: “W-uy-aah!”. E poi muoio dalle risate. Lui è la persona che voglio chiamare quando mi succede qualcosa».