religione

I 10 Comandamenti e il loro significato

Gelsomino Del Guercio Paramount
Pubblicato il 25-04-2020

Siete sicuri di conoscere i 10 Comandamenti? E le differenze tra quelli originali e quelli che conosciamo noi?

I Dieci Comandamenti (o "Decalogo") sono Leggi scritte su due tavole di pietra che furono donate a Mosè da Dio sul monte Oreb, penisola del Sinai, durante la fuga del popolo di Israele verso l'Egitto. Secondo la tradizione, le tavole sono state scritte da Dio, anche se esiste un’altra tradizione biblica che attribuisce la scrittura allo stesso Mosè, sotto dettatura divina.

L'ANTICO TESTAMENTO
Il "Decalogo", in lingua ebraica, è riportato nell'Antico Testamento in Esodo 20,2-17 e in Deuteronomio 5,6-21: in entrambi in testi originali, i Comandamenti non sono enumerati, né hanno punteggiatura.

Ecco una traduzione dell'Esodo più letterale e comprensibile, a cui abbiamo aggiunto anche la tradizionale numerazione:

«E Dio pronunciò tutte queste parole dicendo così:
1) Io sono il Signore tuo Dio, che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa del [faraone dove eravate] schiavi. Non avrai altri dei al mio cospetto.
2) Non dovrai farti alcuna figura scolpita, né immagine alcuna delle cose che sono in alto nel cielo o in basso sulla terra o nelle acque al di sotto della terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li adorare, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio scrupoloso [nell'esigere la punizione per l'idolatria]. Per coloro che mi odiano Io punisco il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione mentre uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i miei comandamenti.
3) Non pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano; perché il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano.
4) Ricordati del giorno del sabato per santificarlo. Per sei giorni lavorerai e compirai ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale cessazione del lavoro e dedicato al Signore Dio tuo. Non farai alcun lavoro né tu né tuo figlio né tua figlia né il tuo schiavo né la tua schiava né il tuo animale né il forestiero che si trova nelle porte [della tua città] poiché in sei giorni il Signore creò il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che contengono e nel settimo giorno si riposò e per questo il Signore ha benedetto il settimo giorno santificandolo.
5) Onora tuo padre e tua madre affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla terra che il Signore tuo Dio ti dà.
6) Non uccidere.
7) Non commettere adulterio.
8) Non rubare [o rapire].
9) Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
10) Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

LE TRE RELIGIONI
Il "Decalogo" è parte essenziale dell'alleanza di Dio con il suo popolo, ed il testo originale ebraico è alla base dei Comandamenti per le tre grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo, islam). Ma ognuna di esse li ha diversamente interpretati, con differenze anche all'interno di ciascuna religione.

SANT'AGOSTINO
La divisione e la numerazione dei Comandamenti hanno subito variazioni nel corso della storia. Nella religione cristiana cattolica, Sant'Agostino fissò una divisione che divenne tradizionale nella Chiesa Cattolica e che è seguita anche dalle confessioni luterane. Agostino prese come base il testo del Deuteronomio, considerò la prescrizione sulle immagini come parte del primo comandamento e separò la proibizione di desiderare la moglie del prossimo da quella di desiderare le sue cose.

In quel modo il Secondo Comandamento è stato del tutto cancellato, rispetto alla traduzione dell'Esodo e del Decimo Comandamento ne sono stati ricavati due, per coprire il vuoto del secondo, che - come si e’ detto - è stato annullato.

Il Quarto Comandamento (diventato il Terzo Comandamento nel Catechismo Cattolico), da “Ricordati di santificare il Sabato” (lo Shabbat ebraico) è diventato “Ricordati di santificare le Feste”. E di conseguenza il Sabato, giorno sacro ed intoccabile per gli ebrei (quindi anche per Gesù) e per Dio, nella Sacra Bibbia, viene spostato alla Domenica.

IL CATECHISMO
Il "Decalogo" che abbiamo imparato all’inizio del percorso di catechesi, si basa su questa numerazione, ed è stato così esemplificato nel Catechismo della Chiesa Cattolica (scritto nel XVI secolo) il "Decalogo":

1) Non avrai altro Dio all'infuori di me.
2) Non nominare il nome di Dio invano.
3) Ricordati di santificare le feste.
4) Onora il padre e la madre.
5) Non uccidere.
6) Non commettere adulterio.
7) Non rubare.
8) Non dire falsa testimonianza.
9) Non desiderare la donna d’altri.
10) Non desiderare la roba d’altri.

IL SIGNIFICATO DEI COMANDAMENTI
Un fine teologo, come il cardinale messicano Norberto Rivera Carrera, in una sua celebre omelia, ha spiegato che «i Dieci Comandamenti sono per l'uomo, non contro l'uomo. Non ci tolgono o limitano la nostra libertà, piuttosto ci liberano. Quello che ordinano non è un capriccio di qualcosa che non è gradito a Dio, ma un progetto di vita che rende possibile lo sviluppo umano e un sano rapporto con gli altri».

Il decalogo, ha osservato il cardinale, deve essere un'opzione per la vita: «Io metto davanti a te la vita e la morte, il bene e il male, e ti ordino di osservare i comandamenti perché tu possa vivere. I dieci comandamenti devono essere il punto di riferimento, il punto di partenza della vita morale»,

"TRA NOI E IL DECALOGO C'E' GESU' CRISTO"
Il porporato ha precisato che in Israele non si parlava della Legge come di un peso o di un'imposizione, ma di un dono che Dio ci ha fatto, come luce per i nostri passi. «Abbiamo stretto un'alleanza con Dio e i comandamenti sono il segno della nostra appartenenza a Yahvè, sono la proclamazione del fatto che siamo popolo eletto».

Il cardinale ha quindi affermato che non siamo soli di fronte alla Legge, con la nostra debolezza e impotenza di compierla. «Tra noi e il decalogo c'è Cristo Gesù, morto e risorto. Egli è il potere di Dio, ci dà il suo Spirito; è venuto a darci una nuova legge che non si limita a proclamare il bene, ma lo realizza dentro di noi».

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