Oltre quindici anni vissuti insieme e, adesso, su grande schermo, due settimane in quarantena fiduciaria, faccia a faccia da soli sul set, un appartamento di 80 metri quadri. I numeri contano nel film di Ivan Cotroneo, 14 giorni, in anteprima al Torino film Festival fuori concorso il 30 novembre, primo film Paramount+ Original in Italia, prodotto da Indigo. I protagonisti Carlotta Natoli e Thomas Trabacchi, uniti nella vita, si avventurano in un viaggio tutto in interni, eppure effervescente, attorno a una coppia che si lacera: lui, Lorenzo, stava uscendo con il trolley per raggiungere “l'altra”, Alessia, ma il lockdown lo obbliga a restare, in piena pandemia e crisi coniugale. L’appartamento diventa un terreno di guerra e poca pace con la moglie Marta, un conflitto al giorno, breve, lancinante, anche divertente, condensato in 8 minuti. I protagonisti raccontano a Elle cosa significhi per due che stanno davvero assieme simulare la grande crisi. A sorpresa l’attrice svela il segreto:

CARLOTTA: La verità è che c'era stata una brutta crisi tra noi subito prima della pandemia, sembravamo in stallo, ma un giorno ho messo Thomas di fronte al fatto compiuto, gli avevo già trovato la casa dove traslocare. Non se l’aspettava, è stato un colpo forte, ci siamo riavvicinati, un lavoro lento, poi è arrivato il lockdown. Qualche giorno prima della chiusura, da Milano, avevo detto a lui e nostro figlio Teo di andare in campagna, dove li avrei raggiunti. Un presentimento….

THOMAS: …direi piuttosto il consueto colpo di genio di Carlotta, la proposta per il film è arrivata poco dopo.

Avete accettato subito o c’era qualche timore essendo coppia nella vita e, per di più, reduce da una crisi ?

T.: Ci è sembrato un regalo! Ci siamo entusiasmati subito, anzi se avessero tardato avevamo già in mente di farlo noi. Abbiamo letto il romanzo originale di Cotroneo e Monica Rametta e poi lo script, ci aspettavamo una serie tipo Una mamma imperfetta, invece è diventato un film, un progetto che ci ha uniti di più. Oggi si parla solo di crisi coniugali scatenate dal lockdown, per noi è stata una nuova primavera, anche se pare assurdo dirlo pensando a tutto quel dolore intorno.

La guerra sentimentale sul set è stata difficile da affrontare?

T.: Le riassumo: lavoravamo nello stesso ambiente, ogni giorno, orario continuato. Uscivamo la mattina con la stessa macchina, andavamo insieme a lavorare, cioè a litigare, poi tornavamo a casa insieme, naturalmente baruffando su tutto anche per futili motivi, tipo il sugo. È l’adrenalina che non scende, va messa in conto.

In più, nel film, vi insultate di brutto.

C.: In modo classico e insieme tremendo, lei lo odia per come si taglia le unghie o fa rumore mangiando. Aggiungiamo che io non provo nessuna fatica ad insultare Thomas, mi riesce abbastanza bene! Però, attenzione, i personaggi non siamo esattamente noi, non è mai solo il “nostro” linguaggio, mescoliamo sentimenti degli autori e delle altre coppie. Penso che questa storia parli a tanti.

quattordici giorni, film interpretato da carlotta natoli ethomas trabacchipinterest
@Ph_Kimberley Ross
Quattordici giorni, film interpretato da Carlotta Natoli e Thomas Trabacchi

Lui tradisce, è vero, ma lei è una vera rompiscatole, di natura ossessiva, soprattutto nei confronti dell’“altra”, che non conosce ma spia sui social.

C.: Marta è ovviamente in fase isterica sul tradimento, ma è anche simpatica, fa cose inconsulte nei momenti più drammatici e tesi, tipo gli esercizi forsennati con la video palestra. Il suo dolore lo tiene compresso, quindi diventa ancora più stronza. Eppure questa guerra tra i due è importante, potrebbero continuare così, è la loro cifra. 14 giorni è l’elogio del conflitto di coppia, necessario e nel film tradotto in sintesi, ogni giorno una sfaccettatura diversa.

T.: Ma poi cos’è una rompiscatole? Quando due persone stanno insieme da tanto tempo ognuno diventa il rompiballe dell’altro, non si capisce chi ha iniziato. Però rompersi le scatole con un’altra anima per vent’anni o trenta ha un valore, l’amore è una cosa che si costruisce, che va al di là delle questioni classiche, “il calo del desiderio, la passione che diventa altro, complicità, dipendenza”. Son dubbi senza risposta, come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina. In questa società consumistica abbiamo perso il valore della costruzione di un amore, e invece è un valore per la vita che altrimenti un senso non ce l’ha, come direbbe Vasco.

Insomma, il film è una “Guida per coppie che vogliono stare insieme”…

T.: Bella definizione, e in questo c’è molto l’autore Cotroneo. Ci conosce e sapeva che qualcosa della nostra intimità sarebbe emerso in maniera sottile. Perché l’attore si prepara, studia, ma le cose più interessanti sono poi sempre quelle che sfuggono al suo controllo.

C.: … E poi c’è la nostra consuetudine, quel modo di toccarsi, di guardarsi: insomma, è una vita che stiamo insieme e queste cose non le compri al mercato e non le puoi insegnare in accademia.

T.: Marta ha un enorme coraggio nel vivere questo dolore, nel lottare in quel modo per non perderlo. E più coraggiosa di lui, quasi sempre noi uomini, soprattutto in situazione di tradimento, non diciamo, siamo vigliacchi, incapaci di lasciare. È la recente storia occidentale della coppia, il maschio pavido e la donna guerriera, spesso sola perché tutta la società è al maschile.

“Le cose più interessanti sono quelle che sfuggono al tuo controllo. Ivan sapeva che la nostra intimità sarebbe emersa

Thomas cosa ama di Carlotta?

T.: Potrei dire che amo tutto, anche questo esubero di energia per cui mi ha urlato nell’orecchio tutto il tempo dell’intervista! Ma il motivo per cui ne sono veramente innamorato è che mi fa molto ridere, ha coraggio, grande energia, positività e luce, cioè le cose che possono far andare tranquillamente avanti un individuo in questa maratona che è la vita.

Qui ci vuole una risposta romantica...

C.: Non è difficile, amo la sua capacità di trasformarsi, è l’unico uomo che conosco che, a un certo punto del viaggio, sa mettere in atto trasformazioni anche radicali, in genere è una prerogativa femminile. Lo chiamo l’Araba Fenice, rinasce con una facilità incredibile. Il sentimento conta, è un impegno, lo pensiamo entrambi, e 14 giorni è per tutte le coppie che non hanno avuto “quel” tempo, anche obbligato, per stare faccia a faccia e chiedersi se valeva veramente la pena di buttare via un pezzo di vita, il loro amore...