26 aprile 1915: con il Patto di Londra l’Italia si schiera contro Austria e Germania nella Prima Guerra Mondiale

26 aprile 1915: con il Patto di Londra l’Italia si schiera contro Austria e Germania nella Prima Guerra Mondiale

Dopo l’assassinio a Sarajevo del principe Francesco Ferdinando la guerra era certa. Roma stava coi germanici ma poi tradì (segretamente) passando con Francia, Gran Bretagna e Russia. Per questo gli USA riuscirono a mutilare la vittoria italiana

Generico 22 Apr 2024

L’Italia dall’Unità in poi è sempre stata un importante terzo elemento nella politica continentale. Nel XXI secolo lo è tra Germania e Francia, mentre agli inizi del XX l’ostilità franco-tedesca risentiva ancora pesantemente della guerra del 1870-71 vinta dai germanici. Il dominio continentale era dunque diviso tra due blocchi molto grandi: Francia, Gran Bretagna e ad oriente la Russia erano legate dalla cosiddetta Intesa, che sulla carta dominava i mari, mentre Austria-Ungheria ed Impero tedesco costituivano dal 1882 la Triplice Alleanza con l’Italia, la quale dava garanzie almeno sul controllo del Mare Adriatico.

L’uccisione di Francesco Ferdinando, erede di Francesco Giuseppe sul trono austriaco, avvenuta nella capitale bosniaca il 28 giugno 1914, destò immediatamente grande preoccupazione. Essa giustificava infatti un’azione punitiva dell’Austria verso la Serbia che aveva armato la mano dell’assassino Gavrilo Princip. La Serbia era però protetta dalla Russia in quanto nazione slava ed inoltre lo Zar Nicola II e l’imperatore tedesco Guglielmo II erano cugini, nonché rivali, assieme anche a Re Giorgio V di Gran Bretagna, alleato della Russia.

Nei mesi immediatamente successivi all’attentato l’Italia mantenne però una posizione neutrale, sia perché la Triplice glielo consentiva, sia forse perché il Paese era garantito nei Balcani dal ruolo dalla regina Elena, originaria del Montenegro. Roma dunque continuò a seguire da lontano il conflitto, il quale intanto si era acceso con la dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia e con la conseguente fulminea invasione della Francia settentrionale da parte tedesca, attraverso il Belgio. Non è certo un caso se oggi le principali istituzioni dell’Unione Europea e dalla NATO sono lì, tra il Belgio (Bruxelles) e l’Alsazia (Strasburgo). Zone queste anche di grande interesse minerario.

L’Italia capì che era giunto il momento di intervenire quando i francesi del generale Joffre fermarono i tedeschi sul fiume Marna e, contemporaneamente, l’Impero germanico fu assalito ad oriente dalla Russia, trasformando il conflitto in una guerra di lungo corso.
Divisa tra neutralisti (Giolitti e la Santa Sede in particolare) ed interventisti (Salandra, D’Annunzio e Mussolini) l’Italia nell’inverno 1914-15 cambiò schieramento e firmò, con il decisivo assenso del Re, il Patto di Londra nell’aprile del 1915. Questo accordo, da tenersi segreto, prevedeva l’entrata in guerra dell’Italia al fianco delle potenze dell’Intesa entro un mese dalla firma, come poi di fatto avvenne il 24 maggio 1915. L’articolo IV della convenzione londinese prevedeva che, con la vittoria, all’Italia venissero annesse sia il Trentino che il Tirolo fino al Brennero, più Trieste e Gorizia, nonché tutta l’Istria fino alle Isole del Quarnaro.

Il Patto di Londra poi, sbugiardato nella sua segretezza dai bolscevichi dopo la Rivoluzione del 1917, non venne rispettato interamente per la presa di posizione del presidente statunitense Wilson che nel suo “Discorso dei quattordici punti” con il quale avallò la risolutiva entrata in guerra degli USA nel 1917, aveva rinnegato eventuali accordi segreti.
Nei punti di Wilson era prevista anche una distribuzione territoriale su base etnico-culturale: la Conferenza di pace di Parigi tuttavia bocciò l’annessione all’Italia di una città culturalmente italiana, quella di Rijeka (detta Fiume) oggi in territorio croato. Questo provocò una grande irritazione che sfociò nella cosiddetta “Impresa di Fiume” da parte dei miliziani di Gabriele d’Annunzio, protrattasi dal settembre 1919 fino al cosiddetto “Natale di sangue” del 1920.
Gli Italiani ebbero invece Trento ed il Sud Tirolo, un’area di cultura prevalentemente tedesca.

 

Scheda libro: P.P. Cervone – “L’Italia in guerra, da Sarajevo al Patto di Londra”- Mursia – 2015

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Pubblicato il 26 Aprile 2024
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