Valeria Margherita Mosca: dal bosco alla tavola, una visionaria della cucina green - Italia a Tavola
 

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lunedì 13 maggio 2024  | aggiornato alle 17:55 | 105157 articoli pubblicati

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Valeria Margherita Mosca: dal bosco alla tavola, una visionaria della cucina green

Un viaggio nel mondo di Valeria Margherita Mosca, antropologa ed esperta di cibo, impegnata nella conservazione ambientale e nella divulgazione della cultura alimentare. Una vita dedicata alla natura e alla sostenibilità

di Emanuela T. Cavalca
 
13 maggio 2024 | 17:37

Valeria Margherita Mosca: dal bosco alla tavola, una visionaria della cucina green

Un viaggio nel mondo di Valeria Margherita Mosca, antropologa ed esperta di cibo, impegnata nella conservazione ambientale e nella divulgazione della cultura alimentare. Una vita dedicata alla natura e alla sostenibilità

di Emanuela T. Cavalca
13 maggio 2024 | 17:37
 

Lo sappiamo, la natura lo richiede a gran voce: ci vuole maggior rispetto dell'ecosistema. Non servono le manifestazioni con le vernici, occorre dimostrarlo concretamente, come fa Valeria Margherita Mosca. È un'antropologa, etno-botanica, appassionata ricercatrice ed esperta di cibo. Ha 44 anni e una figlia che adora seguirla nei boschi e nei prati. Valeria ama ogni espressione del mondo naturale, infatti lavora con passione e caparbietà alla divulgazione di questa cultura. Da chi lo ha ereditato? Dalla nonna, che vantava la discendenza da una affascinante tribù nomade, i Sami. Questo gruppo etnico abita la Lapponia, una vasta regione che si estende su quattro paesi: Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Ai primi del Novecento sono stati perseguitati, molti sono scappati, rifugiandosi in Canada e nelle Alpi italiane, dove allevano mandrie. Così la nonna di Valeria si è stabilita in Valtellina ed ecco perché esiste un legame particolare per questa vallata.

Valeria Margherita Mosca: dal bosco alla tavola, una visionaria della cucina green

Valeria Margherita Mosca

La passione di Valeria Margherita Mosca per la natura e la cultura alimentare

«Qui ci sono le mie origini, per questo desidero divulgare questi saperi attraverso il cibo. Infatti è ormai il quarto anno che partecipo alla manifestazione Sunrise Mattias. Alla cena ho presentato del “Riso con funghi fermentati, uova scartate di agone, acetosella e concentrato di mandarino essiccato”. Alla colazione ho proposto un krapfen dolce “Fragola fermentata e abete”, una pasta fritta con raw jam di fragole fermentate, glassa di sambuco e zucchero di abete rosso» racconta Valeria. Solo attraverso l'esplorazione di metodi alternativi si arriva a scoprire gusti innovativi, come ad esempio la fermentazione. E così sono nate numerose collaborazioni con diversi chef sia internazionali, che italiani, come lo chef cileno Rodolfo Guzman, il peruviano Virgilio Martinez, gli italiani Alessandro Negrini, Giancarlo Morelli, Marco Ambrosino, Norbert Niederkofler…».

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"Wood*ing wild food lab" e "Eat your habitat": le creazioni di Valeria Margherita Mosca

Valeria è uno spirito libero, non potrebbe svolgere mai un lavoro al chiuso, così si è ritagliata la professione giusta: la natura le ha insegnato a rispettare e comprendere la vita. Nel 2010 ha fondato Wood*ing wild food lab,” un laboratorio di ricerca e sperimentazione sull'utilizzo del cibo selvatico per l'alimentazione e la nutrizione umana. Nato con la missione primaria di catalogare, sotto il punto di vista chimico e nutrizionale, il cibo selvatico vegetale esistente sul pianeta, oggi si occupa anche di progetti di conservazione e tutela ambientale e della biodiversità. Grazie alla sua attività di ricerca individua le specie selvatiche esogene e invasive presenti , così studia il loro utilizzo alimentare per una vera cooperazione con l'ambiente. Raccogliere ciò che dà fastidio all'ambiente naturale e che, nella maggior parte dei casi, è stato introdotto erroneamente dall'uomo, magari sfuggito alle colture o dai giardini ornamentali. In questo modo si ripristina l'equilibrio che si era spezzato.

Valeria ha creato un catering mobile Eat Your Habitat”, che offre menu per eventi caratterizzati da un impatto ambientale conservativo. «Una parte dei guadagni torna all'ambiente, attraverso il progetto Zero Co2, che si occupa della riforestazione in Guatemala. Va alla Fondazione Janus, che affronta la deforestazione e promuove l'impiego sostenibile delle risorse naturali. Un'altra parte alla Jane Foundation Organisation per l'educazione dei bambini del terzo mondo». Valeria ama collaborare con le scuole, così avvicina i bambini dell'asilo e delle superiori con il progetto “Pensando come una foresta”. Fondamentale l'eduzione, perché attraverso il cibo selvatico possiamo salvare il pianeta.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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