Dopo la pubblicazione, nel, 2007, di un DVD che sembrava un po’ girato nel teatrino parrocchiale, era tempo che gli svedesi M.ILL.ION producessero un altro album. Era davvero tempo? Avevamo davvero bisogno di un disco del genere? Ragioniamo.

La prima perplessità riguarda la produzione, troppo confusionaria e poco brillante, al punto da arrochire in certi punti la voce, come se fosse coperta da una patina di sporco che non viene via, e da ammorbidire troppo i suoni più duri. Si salvano solo i suoni di tastiere e batteria, mentre il basso è del tutto inesistente. In secondo luogo, andando a prendere in considerazione i singoli brani, si nota una generale mancanza di idee che percorre un po’ tutto l’album, troppo ancorati ad un hard rock che a volte sfocia nel power più becero e scontato (nei ritmi, perlomeno non nelle tematiche), tutto rigorosamente in 4/4, con andamenti lineari e poca grinta nei brani, anche se certi riff sono provvisti di una buona dose di energia. Le tastiere contribuiscono a dare un’atmosfera ancor più vicina a quella degli anni ’80, e danno per fortuna qualche sprazzo di idea interessante in più, contribuendo ad esempio a impreziosire “Lonely In A Crowded Room”, che si solleva dal pattume generale, anche se non rimarrà di certo un brano di una magnificenza eclatante. Interessanti anche “Slave To You”, nonostante un’appendice in stile orientale che sembra finita lì per sbaglio, “U.F.O.”, breve introduzione acustica che esplode in un ritmo velocissimo, e “Fires Of Siberia”, che si ricorda più che altro in virtù dei suoi cori, molto ben orchestrati. A parte questo, “Thrill Of The Chase” manca di quegli elementi in più che ne avrebbero potuto fare un disco di hard rock di buon livello e non consente di dare ai M.ILL.ION lo spunto in più per uscire dalla mediocrità ed affermarsi, finalmente. Considerato che la band è attiva da quasi venti anni, ci si sarebbe dovuti aspettare molto di più.

• M.ill.ion