Recitare per il reale. Il palco come trampolino per la formazione
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Recitare per il reale

Il palco come trampolino per la formazione professionale e la crescita personale

Image by Erik Mclean on Unsplash.com


Il teatro, l’arte dinamica delle emozioni, evoca in ciascuno di noi sensazioni e pensieri diversi, spesso plasmati da stereotipi o da esperienze personali. La sua versatilità permette di considerarlo come un rifugio dalla routine, un’oasi di risate e divertimento, mentre altri ne apprezzano la capacità di commuovere, di farci riflettere su temi profondi e universali o per qualcuno è solo una fonte di noia.

Con questa molteplicità di percezioni, il teatro si rivela come una modalità capace di suscitare reazioni contrastanti e di coinvolgere il pubblico, in un viaggio emotivo stimolante.

Quali sono le ragioni che spingono alcuni ad avvicinarsi al teatro con entusiasmo, mentre altri lo considerano un’esperienza poco interessante o addirittura noiosa?

Il teatro nei secoli ha subito profondi mutamenti soprattutto dal punto di vista pedagogico e, nel Novecento, guadagna una nuova dignità che offre all’attore la consapevolezza del suo essere persona aumentando la rilevanza della relazione non solo tra i compagni di scena ma anche con il pubblico.

È di aprile 2024 la notizia (Le Monde) che a Charleville Mézières nelle Ardenne francesi, si è attivato uno stimolante progetto didattico in una scuola secondaria di primo grado in cui il teatro viene concepito come “bolla d’evasione e contenitore di emozioni”. Il presidente Macron si augura che diventi una disciplina obbligatoria in tutte le scuole.

In questo articolo tentiamo di esplorare le diverse sfaccettature del teatro, cercando di svelare il fascino del suo potere evocativo e di capire come quest’arte antica continui a conquistare e commuovere il pubblico di oggi. In particolare, scopriamo come il teatro possa diventare un prezioso mezzo per comprendere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda. Se indirizzato sapientemente, può diventare uno strumento di formazione professionale e di crescita personale.


Il pensiero laterale dietro (e davanti) le quinte

Il teatro è stato da sempre molto più di una semplice forma d’arte. Bisognerebbe pensarlo come un percorso che ci conduce alla scoperta di nuovi mondi interiori e permette di esplorare le profondità della nostra psiche.

Grazie alla recitazione si entra in contatto con una vasta gamma di emozioni, dalle più felici alle più dolorose, offrendo un’opportunità unica di esplorazione e comprensione di noi stessi. Possiamo liberare tensioni accumulate, elaborare traumi passati e sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva, contribuendo così al nostro benessere mentale e alla nostra crescita personale.

Il “potere” del teatro agisce sia intimamente, in quanto fa vivere in modo speciale e interiore una miriade di emozioni, sia esternamente, perché trasferisce e veicola emozioni al pubblico e a chi calca il palcoscenico.

Ad esempio, se durante una lezione di recitazione, un partecipante si trova ad interpretare un personaggio con profonde ansie e insicurezze, attraverso questa interpretazione può esplorare le radici delle proprie paure e imparare strategie per affrontarle, acquisendo una maggiore fiducia in sé stesso e migliorando il proprio benessere psicologico. Tutto ciò davanti ad altre persone. L’impatto emotivo è indiscutibilmente notevole e attiva inevitabilmente dei processi mentali. Il teatro infatti stimola la nostra creatività e la nostra capacità di pensiero laterale, incoraggiandoci a trovare soluzioni innovative e a pensare fuori dagli schemi. È come staccarsi dalla realtà e questa nuova condizione conserva il distacco anche nel trovare la strategia di gestione. Questo processo di pensiero flessibile tiene “viva” la nostra salute mentale e la nostra capacità di adattarci alle sfide della vita quotidiana. E quante realtà aziendali bramano questa abilità per i manager? Sono sempre più numerosi i corsi di specializzazione rivolti a coloro che dirigono risorse umane e/o patrimoniali che hanno come obiettivo lo sviluppo del lateral thinking.

Molte imprese hanno compreso tale peculiarità. La predisposizione a saper “aprire” nuove vie neuronali, stimolando la plasticità del cervello, anima continuamente la flessibilità mentale incentivando il tanto ricercato problem solving. Se letto in questa chiave, l’approccio al teatro può permettere di agevolare la predisposizione a risolvere problemi complessi e inattesi in modo creativo e innovativo (improvvisazione). Può contribuire ad aumentare la collaborazione e la capacità di prendere decisioni migliori in modo persuasivo. Tutte caratteristiche essenziali per il successo in un mondo in continua evoluzione.

Ecco perché utilizzare il teatro ai fini formativi, è un modo complesso ma super adattabile alle specifiche esigenze, ad esempio per il miglioramento delle capacità di comunicazione o della gestione di un teamwork.

Nell’ultimo Job Reset Summit, indetto dal Wolrd Economic Forum, tra le soft skills più richieste per il futuro del lavoro rientrano creatività, originalità e flessibilità.

Tra le tantissime realtà aziendali in Italia, Luxardo Spa, antica distilleria esistente da oltre due secoli, ha utilizzato il teatro d’impresa per migliorare diverse capacità e predisposizioni dei dipendenti. 


Il ruolo dell’empatia nei ruoli sul palcoscenico

Quanto viene ricercata e decantata l’empatia che è sempre più essenziale in un rapporto professionale con i colleghi o con i clienti?

Attraverso la recitazione e l’interazione con gli altri attori, si può imparare a comprendere le emozioni e i punti di vista degli altri, migliorando così le nostre abilità comunicative e le nostre relazioni interpersonali. Questa capacità di comunicazione empatica è necessaria per costruire legami significativi e per gestire conflitti in modo costruttivo. Per dare un tocco di praticità, immaginiamo degli attori che devono imparare ad ascoltare attivamente e a rispondere alle emozioni dei loro colleghi, progressivamente vedremo crearsi una connessione autentica e profonda sul palcoscenico. Questa abilità di comunicazione empatica è testata in “scena” ma poi potrà essere trasferita anche al di fuori del teatro, migliorando le relazioni personali e professionali a partire dall’uso del linguaggio non verbale o il public speaking.

L’avvicinarsi al teatro offre numerosi benefici per il nostro benessere fisico, riducendo lo stress e migliorando la nostra salute generale. Attraverso esercizi di rilassamento, respirazione e movimento, possiamo ridurre la tensione muscolare, migliorare la nostra postura e rilasciare endorfine, i neurotrasmettitori responsabili della sensazione di benessere e felicità. Calcare il palcoscenico, anche solo per un piccolo ruolo, ci spinge a confrontarci con noi stessi e con gli altri, a superare le paure, a valorizzare o anche conoscere le nostre capacità.

Tutti questi benefici rivelano quanto il teatro sia un potente strumento per promuovere il benessere personale e lavorativo, offrendo un’esperienza di fatto trasformativa che coinvolge mente, corpo e spirito. Attraverso l’espressione emotiva, la creatività e la comunicazione empatica, possiamo scoprire nuove dimensioni di noi stessi e del mondo che ci circonda. È un valido contributo per la nostra crescita personale e al nostro equilibrio interiore. E il tutto spesso si conclude con un applauso, un balsamo per l’autostima.


Dott. Fabio D'Armento Autore presso La Mente Pensante Magazine
Dott. Fabio D’Armento
Trainer and Retail Sales Manager – Founder of Metodo Matra
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