Le Crociate (2005): Recensione, trama e cast del film

Le Crociate: Quando l’agnosticismo salva la libertà di culto

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Le Crociate

Titolo originale: Kingdom of Heaven

Anno: 2005

Paese: Stati Uniti d’America, Regno Unito

Genere: Storico / Epico / Drammatico

Produzione: 20th Century Fox, Scott Free Productions

Prodotto da: Ridley Scott

Durata: 2 hr 25 min (145 min); 3 hr 14 min (194 min, director’s cut)

Regia: Ridley Scott

Sceneggiatura: William Monahan

Montaggio: Dody Dorn

Fotografia: John Mathieson

Musiche: Harry Gregson-Williams, Hans Zimmer

Attori: Orlando Bloom, Eva Green, Liam Neeson, Jeremy Irons, David Thewlis, Brendan Gleeson, Ghassan Massoud, Marton Csokas, Edward Norton, Michael Sheen, Alexander Sidding

Trailer de Le Crociate

Trama de Le Crociate

Non do alcun credito alla religione. Sotto la parola religione ho visto la follia di fanatici di ogni denominazione venire chiamata “volontà di Dio”. La santità sta nell’agire rettamente e nel coraggio da parte di coloro che non possono difendersi. Secondo ciò che decidete di fare ogni giorno, sarete un uomo buono o no.

CIT. CAVALIERE OSPITALIERE (DAVID THEWLIS)

Francia, 1184. Il giovane maniscalco Baliano (Orlando Bloom), rimasto vedovo e senza prole, è ricercato dal Vescovo del suo villaggio per aver ucciso un prete malizioso (Michael Sheen), e nella fuga si riunisce al padre Goffredo di Ibelin (Liam Neeson), un celebre crociato nonché signore di un feudo della Terrasanta.

Goffredo, però, rimane gravemente ferito in un’imboscata dei sicari del Vescovo, e prima di morire fa in tempo ad assegnare al figlio titoli e possedimenti. Ricevuta l’investitura di cavaliere e barone di Ibelin, Baliano s’imbarca a Messina alla volta di Gerusalemme, e trova una città cosmopolita ma divisa, dove il fanatismo e le trame dei due templari Guido di Lusignano (Marton Csokas) e Reginaldo di Chatillon (Brendan Gleeson) rischiano di minare la pace a fatica mantenuta dal moribondo re lebbroso Baldovino IV (Edward Norton) con il signore dei musulmani Ṣalāḥ al-Dīn (Ghassan Massoud).

Ma Baliano non è solo nella lotta per la libertà di culto, e con la sua rettitudine morale troverà nella principessa Sybilla (Eva Green) e nel conte Tiberias (Jeremy Irons) dei preziosi alleati.

Orlando Bloom in Le Crociate

Recensione de Le Crociate

Che uomo è un uomo che non rende il mondo migliore?

CIT. BALIANO DI IBELIN (ORLANDO BLOOM)

Se Braveheart di Mel Gibson aveva rilanciato la moda hollywoodiana per i kolossal storici, Il Gladiatore di Ridley Scott ne ha collaudato la formula, segnando un traguardo artistico con pochi rivali nel cinema ad alto budget d’inizi anni Duemila. Cinque anni più tardi dal film che ha segnato la vittoria di Russell Crowe agli Oscar, il regista inglese ci riprova con un altro film d’azione e avventura in costume, Le Crociate, eguagliandone i risultati e consegnando alla storia del cinema una pellicola che fa respirare aria di Akira Kurosawa e David Lean per tutta la sua durata.

All’uscita in sala il film, di circa 3 ore e 14, venne ridotto a malapena 140 minuti per esigenze produttive; ma gli abbondanti tagli (che sacrificavano alcuni risvolti e sottotrame di più ampio respiro) non hanno svilito la potenza travolgente di un’epopea assemblata magistralmente da Scott e troupe. Ambientato nel ribollente periodo di transizione tra la Seconda e la Terza Crociata (contrariamente a quanto dichiarato dal fuorviante titolo italiano, ben meno suggestivo dell’originale Kingdom of Heaven), Le Crociate piega le ambizioni epiche a favore di un racconto universale, i cui valori risultano validi soprattutto in un’epoca (la nostra) dove la libertà di culto viene messa in discussione dalla prevaricazione, contrapposta alla difesa estrema della pace.

Eva Green in Le Crociate

Analisi de Le Crociate

Quando sarete innanzi a Dio non potrete dire: “Ma mi hanno detto gli altri di farlo” o “Non conveniva la virtù, in quel momento”. Non sarà sufficiente, ricordatevelo.

CIT. RE BALDOVINO (EDWARD NORTON)

Reggendo sulle spalle la coltissima sceneggiatura di William Monahan (The Departed), Ridley Scott racconta un percorso umano di crescita e rettitudine tutto sommato classico, forse meno interessante del sentiero all’insegna della vendetta de Il Gladiatore, che però acquista valore perché inserito nel più ampio affresco di quei conflitti culturali che affliggono il mondo sin dall’inizio della civiltà. Per Scott, agnostico dichiarato e attento osservatore delle dinamiche geopolitiche, la Storia è un eterno ritorno di scelte gravose e passaggi di testimone che influenzano gli aspetti di uno strato antropologico, mentre la religione viene guardata con distacco quando strumentalizzata, perché uomini e donne combattono in nome della “fede”, ma spesso dimenticano che la guerra è solo fonte di distruzione e odio infiniti.

Questi concetti prendono vita in un’iconografia violenta e mastodontica. Lo scintillare di spade e armature, la sabbia ribollente del deserto, la dicotomia tra luci e ombre, il sangue e il sudore vengono pennellati da Scott e dal direttore della fotografia, John Mathieson, in un’estetica pittorica di pura meraviglia. I sontuosi scenari marocchini, le scenografie di Arthur Max e gli splendidi costumi di Janty Yates spiccano e bucano ogni inquadratura, cesellando un’opera d’arte. In cabina musicale troviamo Harry Gregson-Williams, con musiche addizionali di Hans Zimmer e numerose composizioni di repertorio al perfetto servizio delle immagini epiche e pulsanti di vita che scorrono sullo schermo.

Edward Norton in Le Crociate

Il minutaggio importante non chiama mai in causa la noia, anche perché il film copre un arco temporale molto lungo e numerosi eventi importanti, come la disastrosa battaglia di Hattin e l’imponente assedio di Gerusalemme, dove la macchina da presa vola sopra cinte murarie ed eserciti con lo stesso piglio spettacolare del Peter Jackson de Il Signore degli Anelli. L’attenzione di Ridley Scott per i personaggi è estremamente coesa, in modo da giustapporre le avvincenti scene belliche con i momenti più distesi e dedicati ai personaggi. Con l’eccezione di un inespressivo Orlando Bloom come protagonista, Le Crociate è una collezione di attori magnetici che elevano il già marmoreo spessore dei protagonisti. Le migliori menzioni vanno a Liam Neeson (sempre a suo agio quando si tratta d’interpretare figure paterne o mentori), allo sguardo espressivo di Edward Norton e alla presenza potente di Ghassan Massoud nei panni di Saladino.

Emozionante e imperdibile per ogni amante del cinema, Le Crociate di Ridley Scott è uno degli ultimi esemplari di epica cinematografica degni di nota, sapientemente costruito e messo in scena. Un kolossal dal vivo stampo politico che riflette ciò che il mondo era e ancora è. Il film, separato dal clangore delle spade e dagli intrighi di corte, grida a pieni polmoni valori di pace e armonie. Quando si sfodera le spade l’adrenalina è assicurata, ma il grido a riecheggiarti in testa dopo che i titoli di coda si sono esauriti.

Orlando Bloom e Liam Neeson in Le Crociate

NOTE POSITIVE

  • Lo spettacolare comparto estetico.
  • La recitazione corale.
  • La colonna sonora.
  • Il messaggio pacificatorio.

NOTE NEGATIVE

  • Un Orlando Bloom inespressivo.
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Riccardo Antoniazzi
Riccardo Antoniazzi

Classe 1996, ex studente di lettere moderne presso l'Università degli Studi di Padova e copywriter con competenze SEO. Appassionato di cinema, arte, letteratura e videogiochi.

Articoli: 149

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