Shirley MacLaine festeggia i 90 anni sul set: la diva ironica lontana dai canoni di Hollywood - la Repubblica

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Shirley MacLaine festeggia i 90 anni sul set: la diva ironica lontana dai canoni di Hollywood

@GILBERTFLORES
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L’attrice di capolavori come ‘L’appartamento’ e ‘Irma la dolce’ è nata il 24 aprile 1934: dopo 70 anni di carriera, continua a lavorare e non ha intenzione di smettere

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La sua è una delle carriere più lunghe, splendenti e sfaccettate della storia di Hollywood, eppure Shirley MacLaine ha sempre fatto fatica a vestire i panni della diva. Così lontana dai modelli incarnati dalle colleghe degli anni 60, quella ragazza troppo alta per fare la ballerina professionista, atletica e per niente interessata a diventare un'icona sessuale per gli uomini, si è costruita la sua strada personale, unica e vincente.

Il 24 aprile compie 90 anni e non ha mai smesso di lavorare. Con oltre 90 titoli, tra cinema e televisione, Shirley MacLaine è un'icona conosciuta da tutte le generazioni di spettatori perché ha saputo scegliere sempre con cura i suoi ruoli e stare al passo con i tempi che cambiano.

(afp)

Nata a Richmond, in Virginia, nel 1934, fu spinta da sua madre, un'insegnante teatrale, a dedicarsi allo spettacolo. Venne battezzata Shirley, in onore della diva bambina Shirley Temple, e sin dai tre anni iscritta a una scuola di danza per rafforzare le caviglie deboli. Il balletto le insegnò la disciplina e l'efficienza, lezioni che l'artista si è portata dietro anche quando abbandonò quella strada perché il suo metro e settanta (altezza inusuale per l'epoca) le assicurava per lo più ruoli maschili. Fu a questo punto che si dedicò alla recitazione, come fece anche suo fratello minore (che aggiunse una 't' al loro cognome, Beaty, e più avanti divenne famoso come Warren Beatty): iniziò a teatro, prima a scuola poi con un piccolo ruolo a Broadway, grazie al quale venne notata da un produttore della Paramount.

Il suo esordio cinematografico fu prestigioso: a soli ventun anni recitò in La congiura degli innocenti, diretta da Alfred Hitchcock. La sua performance convinse subito critica e pubblico e le valse il Golden Globe come miglior attrice debuttante. Da lì in poi fu un crescendo che non si è mai fermato.

Shirley MacLaine divenne in breve tempo un'attrice amatissima, forse perché diversa da tutte le altre: aveva sicuramente un bel viso, degli occhi profondamente espressivi, delle "gambe da ballerina", come ha ricordato lei stessa, ma non accettò mai ruoli da femme fatale o che potessero incatenarla solo come sex symbol. Puntò sempre su film che potessero valorizzare il suo carisma, il carattere forte, l'autoironia. Grazie alla stima di Hitchcock, non dovette mai fare un provino, perché "ogni film era un provino per il seguente. Dovevo solo essere brava sul set".

L'appartamento, il finale del film di Wilder la notte di Capodanno

Così nel suo secondo film recitò accanto a Jerry Lewis e Dean Martin in Artisti e modelle (1955) di Frank Tashlin, poi affiancò Frank Sinatra e Dean Martin in Qualcuno verrà (1959) di Vincente Minnelli e non ci volle molto per i ruoli da protagonista assoluta. Fu Billy Wilder a darle due di quelli più amati e più ricordati dal pubblico e in entrambi fece coppia con Jack Lemmon, che divenne un carissimo amico: l'impiegata di assicurazioni in L'appartamento e la giovane e graziosa prostituta di Irma la dolce. Entrambe commedie agrodolci, che divertono ma criticano anche la società puritana statunitense, segnarono molto la carriera di Shirley MacLaine: per L'appartamento, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, vinse la Coppa Volpi nel 1960, mentre per Irma la dolce un Golden Globe e un David di Donatello. "Lavorare con Billy Wilder è stato come seguire una lezione di recitazione di dieci settimane - raccontò in seguito l'attrice - Può essere rigoroso come un soldato e soffice come il velluto".

Nel corso degli anni 60 MacLaine sperimentò moltissimo e non restò ancorata alla commedia: in Quelle due interpretò la direttrice di un collegio femminile accusata di avere una relazione omosessuale con la sua collega (Audrey Hepburn); fu la co-protagonista del western Gli avvoltoi hanno fame insieme a Clint Eastwood; e diretta da Vittorio De Sica vestì i ruoli di sette personaggi diversi, uno per ognuno degli episodi di Sette volte donna.

A differenza di moltissime colleghe legate ai ruoli delle commedie romantiche - per lo più destinate alle giovanissime - Shirley MacLaine non ha risentito dell'avanzare dell'età e ha continuato a lavorare in progetti cinematografici importanti, con ruoli mai banali. È interessante che l'unico Oscar vinto (alla sesta candidatura) sia arrivato nel 1984, un paio di settimane prima del suo cinquantesimo compleanno, per Voglia di tenerezza, dove vestiva i panni di una madre possessiva con un rapporto stretto e tormentato con la figlia (Debra Winger). Quando ricevette la statuetta dall'amica Liza Minnelli, MacLaine regalò uno dei discorsi più memorabili degli Academy Awards. Dalla battuta iniziale ("Mi sono chiesta per ventisei anni come mi sarei sentita se avessi mai vinto un Oscar. Grazie infinite per aver fatto finire l’attesa") all'ironia con cui ha parlato dei colleghi ("Ho sempre voluto lavorare con Jack Nicholson e averlo avuto nel letto con me è stata una vera gioia di mezza età") fino alla risolutezza con cui nel finale affermò di meritarlo quel premio.

Nella sua carriera Shirley MacLaine ha collezionato decine di premi (tra cui sette Golden Globe, due Coppe Volpi, tre Orsi d'oro, due BAFTA e un Emmy) e quell'unico Oscar segnò un capitolo importante del suo percorso ma non un punto d’arrivo. A cinquant'anni appena compiuti, non erano ancora arrivati tantissimi dei suoi ruoli iconici. "Dai tempi di Due vite, una svolta del 1977, - ha raccontato in un'intervista a Repubblica - ho cominciato a proiettarmi nel futuro. Non perché avessi paura di invecchiare: non ho mai avuto i problemi di tante altre attrici mie coetanee. Cioè, non sono mai stata una grande bellezza, un sex symbol. Quando lo sei allora sì che l'età ti spaventa. Ok, io ero graziosa ma non mi portavo appresso il pesante fardello dell'apparenza. E mi interessava poco essere una star. Sceglievo solo ruoli interessanti".

Ecco allora negli anni 80 arrivare Madame Sousatzka, in cui interpretava un'anziana maestra di pianoforte di eccezionali capacità (ruolo che le valse Coppa Volpi e Golden Globe) e il dramma tutto al femminile Fiori d'acciaio, di cui erano protagoniste Sally Field e una giovane Julia Roberts (poco prima del successo di Pretty woman). Nel 1990 era l'egocentrica stella di Hollywood Doris, che deve gestire la tossicodipendenza e la depressione della figlia Meryl Streep, in Cartoline dall'inferno, dramedy di successo scritto da Carrie Fisher. Nei primi anni 2000 interpretò la mamma di Nicole Kidman in Vita da strega, e poi due nonne risolute e perspicaci, quella di Cameron Diaz di In her shoes - Se fossi lei e quella di Jennifer Aniston in Vizi di famiglia. Personaggi che MacLaine ha saputo rendere carismatici e memorabili.

Negli ultimi anni, da ultraottantenne, ha interpretato una dispotica ex donna d'affari, abituata ad avere il controllo su tutto, che ingaggia un'ambiziosa giornalista (Amanda Seyfried) affinché scriva il suo necrologio in Adorabile Nemica, ma anche l'elfa di Babbo Natale, Polly, in Noelle, commedia Disney per le feste, con protagonista Anna Kendrick.

Ha saputo cogliere anche le tendenze televisive, così nel 2008 è stata Coco Chanel nell'omonima miniserie co-prodotta da Rai Fiction e ha interpretato piccoli ruoli anche in tre tra le serie più amate degli ultimi dieci anni. È stata una delle pochissime americane ad avere la possibilità di far parte del cast di Downton Abbey, con il ruolo di Martha Levinson, madre di Lady Grantham. Nella quinta stagione di Glee ha cantato insieme a uno dei protagonisti della fortunata serie musical, Darren Criss; mentre nel 2022 l'ultimo progetto tv, Only murders in the building, dove è apparsa in due episodi.

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Una carriera lunga quasi 70 anni, di cui non si è mai stancata: Shirley MacLaine ha affrontato ogni ruolo con talento, professionalità e curiosità. E continua a farlo. A marzo, negli Stati Uniti, è uscito il suo ultimo film, American dreamer, un thriller di cui è co-protagonista insieme a Peter Dinklage, il Tyrion Lannister de Il Trono di spade, e non ha intenzione di fermarsi. All'agenzia Associated Press che l'ha intervistata di recente ha dichiarato che trascorrerà il giorno del suo novantesimo compleanno su un nuovo set, ad Atlantic City: "Trovo che l'età sia qualcosa con cui giocare. Sono interessata alle persone che invecchiano pensando di essere al vertice della loro partita. Finché sarò in grado di ricordare le mie battute e continuerò a essere a mio agio con ogni personaggio, a patto che sia interessante, andrà tutto bene. Sono felice all'idea di lavorare fino al momento in cui morirò".

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