World War Z Recensione: sopravvivere agli zombie in compagnia

World War Z Recensione: sopravvivere agli zombie in compagnia

Da Saber Interactive arriva uno shooter cooperativo ispirato all'omonimo romanzo ed al film con Brad Pitt: ci avrà convinto?

World War Z
Recensione: Multi
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • L'idea di World War Z, lo sparatutto cooperativo ispirato al famoso romanzo, è nata negli uffici di Paramount Pictures dopo che i ragazzi di Saber Interactive hanno visto il trailer del film con Brad Pitt. Affascinati all'idea di offrire mandrie di zombie in pasto ai fucili dei giocatori, hanno intrapreso un lungo e difficile viaggio, che li ha condotti a pubblicare il gioco grazie a Focus Home Interactive e Mad Dog Games.

    L'anima della produzione, che non nasconde d'ispirarsi all'iconico Left 4 Dead di Valve, si basa su due modalità principali: una campagna in singolo cooperativa per quattro giocatori e un comparto multiplayer costituito da cinque modalità differenti. Per rafforzare l'identità e la peculiarità dell'opera, gli sviluppatori hanno dato vita a sciami di non morti brutali e credibili, approntando un motore grafico proprietario che risponde al nome di Swarm Engine. Curiosi di mettere le mani sul titolo, ci siamo avventurati nelle capitali del mondo, ormai cadute sotto il peso di una minaccia biologica che le ha infestate sin dalle fondamenta.

    Scampagnate per il globo

    Ambientata nello stesso universo dell'omonima pellicola, la campagna ci fa esplorare quattro grandi città, dedicando a ciascuna di esse un episodio principale. Questi ultimi sono a loro volta divisi in 11 missioni, sebbene gli sviluppatori vogliano portarle a un totale di 20.

    Togliamoci subito il pensiero, perché non avrebbe senso attendere: completare l'avventura a livello normale richiede all'incirca sei ore di gioco, confermando le nostre preoccupazioni sulla scarsa longevità. In aggiunta - e lo diciamo senza timori di smentita - la trama di World War Z ci è apparsa frammentaria e quasi intangibile, perdendosi nella lunga sequela di scontri a fuoco coi nostri amici putrefatti.

    Le mini storie narrano le vicende di alcuni sopravvissuti, impegnati prima a salvare la pelle e poi - nella missione di fine capitolo - a sferrare una controffensiva più generosa ai danni degli infetti. Le sequenze filmate sono praticamente inesistenti e i pochi frammenti di trama vengono affidati ad alcuni dialoghi durante l'operazione, che spesso e volentieri abbiamo trovato fin troppo generici.
    Ci spiace più che altro per gli stessi protagonisti, che appaiono ben diversificati e modellati con cura.

    È sul versante della caratterizzazione che il team avrebbe potuto fare di più, magari spingendosi oltre i confini della "Collezione". Per dare un background ai sopravvissuti e fornire dettagli sul mondo di gioco, infatti, gli addetti ai lavori hanno confezionato un'area dedicata, contenente alcuni file e le biografie dei personaggi. Sebbene i documenti si siano rivelati trascurabili, è possibile sbloccare un "filmato storia" per ogni guerriero, un po' come avviene alla fine delle Skalate in Mortal Kombat.

    Tramite un montaggio composto da illustrazioni e voce narrante, l'eroe designato ci spiega di cosa si occupava prima dell'epidemia, non mancando di raccontare i suoi trascorsi. Tra un ex criminale votatosi a Dio, un pompiere depresso e un reporter del New York Times, ci siamo divertiti a scoprire le loro origini, soprattutto quelle più insolite. Purtroppo però, una volta usciti da questo piccolo museo virtuale, è impossibile evincere la loro personalità sul campo, perché - come abbiamo già detto - la qualità della sceneggiatura è tutt'altro che esaltante. In definitiva, i cenni di trama rappresentano soltanto una scusa per mandarci incontro a fiumane di mostri famelici.
    Anche sul fronte del gameplay World War Z vive di luci e ombre, e presta il fianco a una serie di mancanze. In primis, la campagna prevede diversi livelli di sfida, che vanno da uno a cinque "teschi rossi". A tal proposito, gli sviluppatori consigliano di iniziare dalla difficoltà più facile, per poi aumentarla all'avanzare delle proprie classi. Il titolo di Saber Interactive monta infatti due sistemi di progressione, di cui uno legato alla campagna e l'altro al multiplayer.

    Nel primo caso ci siamo trovati a poter scegliere tra sei classi diverse, ciascuna potenziabile fino al livello 30. Acquisire esperienza sul campo porta a sbloccare i rami dei talenti, che offrono un gran numero di potenziamenti da acquistare con la valuta in-game. Nella maggior parte dei casi si tratterà di abilità passive che aumentano l'efficienza di alcune azioni o l'efficacia di gadget e armi. Tra un perk e l'altro però sarà possibile comprare nuovi armamenti per l'equipaggiamento base di una classe, giungendo magari a entrare in campo con una mitragliatrice fiammante.

    Già che ci siamo, è ora di parlare degli strumenti di morte a nostra disposizione, ripartiti in armi primarie, secondarie, pesanti e corpo a corpo. Pur non essendo sotto licenza, le pistole e i fucili sono le riproposizioni di modelli reali e ci hanno impressionato per quantità e qualità. In tal senso World War Z sa assecondare le inclinazioni del giocatore, offrendogli le bocche da fuoco che più si adattano al suo stile. Inoltre dar fondo ai caricatori risulta incredibilmente appagante, perché i nemici reagiscono in maniera convincente ai colpi ricevuti.

    L'unico fattore che in parte rovina il feeling delle armi è la non eccelsa qualità del sonoro, che a tratti risulta quasi ovattato, rompendo la sensazione di sparare dei proiettili di grosso calibro. Per completezza, nonostante ci sia una sezione denominata "Personalizzazione Arma", modificare i componenti a piacimento è di fatto impossibile. In altre parole, avanzare di livello con un fucile ci farà sbloccare una serie di preset potenziati, da selezionare di volta in volta a seconda delle proprie esigenze. Non capiamo perché, nonostante la natura PvE della campagna, ci sia stato impedito di modificarle nel vero senso del termine.

    Macelleria di zombie

    Dopo aver scelto classe e personaggio arriva il momento di andare in missione, visitando New York, Gerusalemme, Mosca o Tokyo. Non importa in quale scenario, gli obiettivi e la struttura dei livelli non ci metteranno molto a risultare ripetitivi, facendo da semplice cornice al vero fulcro dell'esperienza: la difesa delle posizioni e il respingimento delle orde.

    A poco servirà eliminare qualche nemico in silenzio o sperare di evitare la minaccia incombente. Prima o poi si verrà assaliti da uno tsunami di nemici e per sopravvivere bisognerà agire d'astuzia come Ulisse. Neanche a dirlo, chi riuscirà ad armarsi fino ai denti avrà più possibilità di restare in piedi: ma dove potremo trovare le armi più potenti? Ebbene, ci sono dei depositi segreti sparsi in tutte le mappe, e ci sarà bisogno di un ordigno speciale per aprirli, anch'esso da collezionare sul campo. A onor del vero - a patto di trovarsi almeno al livello 7 - un fiero membro della classe "Meccanico" potrebbe iniziare l'operazione con un esplosivo al plastico e accedere facilmente alla stanza del tesoro.
    Generalmente pregevoli dal punto di vista artistico e visivo, le mappe di gioco si fregiano di un attento level design e consentono di pianificare l'azione con un pizzico di strategia. Dopo aver piazzato una prima barriera di filo spinato - capace di intrappolare i nemici tra i suoi rovi di ferro - si potrà ad esempio installare una mitragliatrice fissa dietro una barricata, il tutto mentre un compagno cecchino vestirà i panni dell'angelo custode col suo fucile antimateria. World War Z non è composto solo da scontri all'ultimo sangue ma anche da momenti di attesa e preparazione, caratterizzati da una tensione che cresce assieme alle urla dello sciame in arrivo.

    Prima di parlare di quest'ultimo però sarebbe opportuno spendere due parole sui tipi di nemici, che andranno affrontati e gestiti in modo diverso. Eliminare in fretta lo Screamer - capace di attirare decine di associati con la sua voce da usignolo - è l'unico modo per non ritrovarsi circondati dagli zombie, che tra l'altro avrebbero anche i Bull e i Gasbag tra le loro fila. Forti, e imponenti, i primi possono mandarci al creatore in un baleno, mentre i secondi sono pieni di gas tossico e fungono da armi batteriologiche su gambe.

    Per evitare di respirare la tossina bisogna colpirli alla testa, in modo da rompere i loro caschi e farla disperdere nell'aria senza rischi.
    Pur non essendo particolarmente letali in solitaria, gli infetti si trasformano nella minaccia definitiva se riuniti in un gigantesco sciame. Questo non doveva essere solo un agglomerato di tanti esseri, ma si sarebbe dovuto comportare come un unico organismo, portando morte e distruzione in ogni dove. Molto semplicemente, gli sviluppatori sono riusciti appieno nel loro intento, restituendo le stesse atmosfere del film del 2013.

    Con un incedere scomposto ma vigoroso, lo sciame copre lunghe distanze in pochi secondi, braccando i sopravvissuti in men che non si dica. Accogliendo centinaia di mangia cervelli al suo interno, è in grado di adottare strategie complesse come la "piramide di zombie", servendosene per scavalcare ostacoli altrimenti insormontabili: ammassandosi fino a formare una struttura piramidale, i non morti consentono ai colleghi più in alto di scalare edifici e recinzioni, permettendogli di arrivare fino agli esseri umani.

    Ne consegue che il modo migliore per far crollare la piramide sia quello di sparare a coloro che ne formano la base, magari condendo il tutto con qualche granata a frammentazione. Tali frangenti riescono a divertire e appagare perché mettono in luce la bontà del lavoro svolto nella cura degli infetti. Grazie al gore system, toraci aperti con organi esposti, smembramenti assortiti e arti che volano assieme ai loro (ex) possessori sono il sanguinoso pane quotidiano di World War Z e regalano - da soli - qualche ora di puro divertimento.

    Detto ciò, sebbene venga offerta la possibilità di giocare l'avventura in compagnia dei bot, consigliamo caldamente di intraprenderla assieme ad altri giocatori, meglio ancora se amici. Nel corso della nostra prova abbiamo testato entrambe le soluzioni e non c'è stato confronto: battagliare al fianco delle IA ha provocato il sopraggiungere della noia, evidenziando la mancanza di quel "fattore umano" che spesso è il vero sale di questo tipo d'esperienze.

    Del resto, fallire le missioni e cadere preda degli infetti motiva a fare ritorno sul campo di battaglia in cerca di vendetta, condizionando allo stesso modo anche il resto della squadra. Tra l'altro, ci sentiamo di promuovere i tempi d'attesa del matchmaking e la stabilità della campagna online, la quale - a eccezion fatta di un singolo crash dell'applicazione - non ci ha mai traditi.

    Lotte di classe, lotte di squadre

    Come abbiamo già detto in precedenza World War Z contiene anche un piccolo comparto multiplayer, dotato di un sistema di progressione slegato da quello della campagna. Sebbene abbiano nomi differenti rispetto alle controparti dell'avventura, le dieci classi - potenziabili fino al livello 13 - si comportano in modo sostanzialmente identico.

    I talenti del "Cacciatore" ad esempio sono rivolti all'uso delle mine Claymore, delle quali potremo migliorare la velocità di piazzamento o la quantità massima. Al contempo, potremo acquisire armi più potenti una volta raggiunta l'esperienza necessaria, ottenendo un vantaggio rispetto ai novizi. Insomma, ci troviamo di fronte a un sistema d'avanzamento piuttosto basilare, ricco di abilità passive e sprovvisto di personalizzazioni estetiche.

    A fronte di un risicato numero di mappe - la più riuscita è di gran lunga quella dell'aeroporto - le cinque modalità di gioco riescono a intrattenere, almeno per alcune ore, e beneficiano della peculiarità di World War Z.
    Sparare ai membri dell'altra squadra infatti, significherà aumentare il "livello di rumore", attirando un imponente sciame di non morti. Le uccisioni, gli obiettivi e la salvaguardia del proprio team andranno messi da parte in questi momenti, pena una sicura disfatta.

    Gli sfortunati che verranno trucidati dallo sciame si trasformeranno a loro volta in affamati cannibali e andranno eliminati proprio come gli altri. Anche in questo caso, inoltre, il gioco di squadra sarà importante per uscire vittoriosi, mentre chi vorrà fare il Rambo della situazione provocherà soltanto la sconfitta del proprio team.

    Tornando a noi, tra una Dominazione Orda - che impone di conquistare il maggior numero di punti di controllo - gli immancabili Deathmatch a Squadre e una Caccia al Vaccino, il multigiocatore di World War Z fa il suo dovere, costituendo se non altro un modo per non abbandonare i lidi di Mosca o Gerusalemme. Tra l'altro, dopo aver preso parte a diverse sessioni su PS4, non abbiamo riscontrato problemi di matchmaking, rallentamenti dell'azione o dei crash improvvisi.

    Le gioie dei motori proprietari

    Per dar vita alle ambientazioni del gioco e approntare dei veri sciami di zombie, Saber Interactive ha sviluppato da zero un motore grafico, denominandolo appunto Swarm Engine. Non staremo parlando del nuovo metro di paragone in termini di realismo, eppure la presentazione visiva di World War Z ci è parsa più che gradevole.

    Grazie a un'illuminazione generale che - a eccezion fatta degli scenari in notturna - ha saputo dare il giusto carattere ai livelli, i personaggi ci sono sembrati sufficientemente credibili e ben modellati, muovendosi in ambienti vari e studiati. Le strade innevate di Mosca, gli agglomerati urbani di Tokyo e i centri commerciali di New York sono stati realizzati nel "rispetto" delle controparti reali, forti di un buon livello di dettaglio.

    Certo, non è difficile notare qualche texture in bassa risoluzione e alcuni palazzi fin troppo squadrati ma generalmente possiamo dirci soddisfatti del risultato ottenuto. I cieli coperti dalle nubi, il sole cocente di Gerusalemme e i freddi venti della Russia hanno arricchito ulteriormente l'impatto generale, mascherando qualche altro elemento meno convincente.

    A fronte di un'azione ancorata saldamente ai 30 frame per secondo, almeno su PS4 Pro, World War Z eccelle nella rappresentazione degli sciami, sia per quanto concerne il gore system che gestisce gli smembramenti, sia per la capacità di gestire un vasto numero di nemici su schermo. Vedere centinaia di non morti saltare giù dai palazzi all'unisono e correre verso la propria posizione, è uno spettacolo davvero unico, che vale la pena di essere vissuto in compagnia di alcuni amici.

    Passata la carneficina, nonostante le necessarie sparizioni di diversi cadaveri, è ancora possibile ammirare il risultato della nostra furia omicida, con gli zombie accasciati al suolo o sulle superfici più disparate. Parlando di effetti aggiuntivi, i muzzle flash delle armi non ci hanno fatto gridare al miracolo, mentre le esplosioni si sono rivelate visivamente inefficaci.

    Buona invece la resa del mare increspato, che supera di diverse lunghezze quella del fuoco. Per quanto concerne il sonoro, ribadiamo la presenza di un audio "ovattato", che finisce per appiattire e svilire la differenza tra le armi. Infine, sebbene ci abbiano accompagnato nel corso delle operazioni, i pezzi dai toni action non si sono rivelati particolarmente ispirati o degni di nota, a differenza del tema udibile nei menù principali.

    World War Z Game World War Z GameVersione Analizzata PlayStation 4 ProWorld War Z è un prodotto minato da alcuni difetti evidenti, meccaniche superficiali e un’offerta contenutistica decisamente migliorabile ma resta una produzione tutto sommato appetibile. A fronte di un prezzo budget, infatti, offre una campagna in cooperativa che - pur bandendo qualsiasi forma di narrazione - saprà divertire e intrattenere coloro che la giocheranno con altri colleghi. Ciò lo si deve, in soldoni, all’unica vera punta di diamante dell’offerta: il gore system e gli sciami di non morti. In altre parole, chi è in cerca di un multiplayer narrativo, con un sistema d’avanzamento più incisivo e un’ampia personalizzazione tattica ed estetica, farebbe bene a guardare altrove. Chi invece ha apprezzato le orde nel film con Brad Pitt e desidera distrarsi alcune ore coi propri amici, potrebbe anche dargli una possibilità. Finita la campagna, ci sono sempre le modalità multigiocatore, le quali - sebbene siano decisamente classiche - beneficiano ancora una volta della presenza degli sciami.

    6.8

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