Cinquant’anni fa, Willy Brandt si dimise per lo scandalo della spia dell’est scoperta nella sua Cancelleria. E la storia in Germania e in Europa cambiò. Günter Guillaume era uno dei suoi più stretti collaboratori, un amico. Ma mezzo secolo dopo, non tutto è chiaro.
Storia poco chiara come l’attacco al gasdotto Nord Stream
Un caso simile all’attentato al Nord Stream, il gasdotto del Baltico, sabotato da misteriosi attentatori, il 26 settembre del ‘22. Un attacco alla Germania, che aveva pagato metà dell’impianto, costato dieci miliardi di euro, subito dai tedeschi senza reagire.
La spia usata come una pedina avvelenata
In quella lontana primavera ero corrispondente, con la sede a Amburgo, e seguii gli avvenimenti giorno per giorno. Le notizie erano confuse, come sempre accade quando si parla di guerra tra i servizi segreti, ma era evidente, come scrissi nei miei articoli, e dopo in un libro, che Guillaume fosse stato scoperto da tempo, almeno da un anno.
Il Cancelliere era un uomo scomodo anche per il proprio partito
Fu usato come pedina avvelenata, al momento opportuno per far fuori Brandt, uomo carismatico, ma scomodo, anche al suo partito. Pochi mesi prima, in copertina lo Spiegel aveva pubblicato la statua di Brandt che andava a pezzi.
Un libro del figlio della spia racconta episodi inediti
Arte (rete Tv culturale franco tedesca) ha trasmesso nell’anniversario il documentario Willy e la spia, con documenti in parte inediti, forniti dal figlio di Guillaume. Pierre aveva 17 anni, e in un giorno si trovò con i genitori in galera, venne spedito nella Germania Est, paese per lui sconosciuto. Solo nel 1987, il regime permise che tornasse all’Ovest. Cambiò il nome in Boom, nel 2004 scrisse un libro, Der fremde Vater, il padre estraneo.
Con il tempo ha ottenuto dal Bnd, il servizio segreto tedesco, che da sempre lavora in stretta collaborazione con la Cia, i documenti sui genitori. Si legge che nel dicembre del 1973, la madre Christel veniva seguita da un agente del Bnd, ad esempio il 7 dicembre 1973, dalle 19 e 30 alle 17, e in altri giorni rispettando quasi un orario di ufficio. E si accorse di essere pedinata. Il Bnd non cambiava l’agente addetto alla sorveglianza, e questi si era lasciato scoprire. Un lavoro da film comico.
Agli Usa non piaceva la Ostpolitik di Brandt
Fin dall’inizio gli Stati Uniti erano contrari alla Ostpolitik di Brandt, alla riconciliazione con i paesi dell’est Europa, invasi e occupati dai nazisti. Alla fine del ‘69, Kissinger avvertì: noi non siamo d’accordo. Ma Brandt continuò. La Germania di allora, divisa, e di fatto sempre occupata dalle potenze vincitrici, riusciva a essere più indipendente di oggi.
Brandt riconobbe i nuovi confini con Polonia e Cecoslovacchia, suscitando il risentimento di parte dei tedeschi.
Brandt tirò dritto e trionfò alle elezioni del 1972
Nel 1972, il leader cristianodemocratico Rainer Barzel, grazie ai voti dei voltagabbana liberali, sperò di far cadere il governo. Chiese il voto di sfiducia che finì in una sorprendente pari e patta 247 a 247. Brandt volle indire elezioni anticipate, che raggiunsero il record di votanti, oltre il 90%, e Willy trionfò.
Dopo la riunificazione, Markus Wolf, il capo del controspionaggio della Ddr, rivelò di aver corrotto due depuati Cdu con 50mila marchi, quasi 50 milioni di lire al cambio del tempo. In un’intervista, dopo la riunificazione, mi disse: «Ero favorevole alla politica di Brandt, ma non potevo rinunciare a una spia alla Cancelleria». E commise forse il suo unico errore.
Cercava di stare vicino ai suoi agenti all’ovest. Un primo febbraio, inviò gli auguri di compleanno al compagno G. a Bonn, ignorando che il codice era stato decrittato dalla Cia. Fu facile individuare Guillaume, ma non lo arrestarono, attesero il momento opportuno. Hans Dietrich Genscher, il ministro degli esteri, avvertì Brandt, che nelle memorie scrisse: «Fu molto vago, non capii nulla».
La collaborazione tra la Germania e l’Unione Sovietica di Breznev
Nel 1973 arrivò a Bonn Leonid Breznev per firmare un gigantesco trattato di collaborazione. I tedeschi offrivano il loro know-how in cambio dell’immenso mercato dell’Unione Sovietica.
L’anno dopo cadde Brandt, e non se parlò più.
Willy Brandt cadde e Helmut Schmidt divenne Cancelliere
Divenne cancelliere Helmut Schmidt. Nelle memorie, Brandt confessa che pensò al suicidio. Avrebbe potuto resistere, se sostenuto dai compagni, ma capì di essere stato tradito anche da loro.
Era un uomo sensibile, temeva di essere distrutto dalle rivelazioni sulla sua vita privata. Sapevamo tutti, noi giornalisti delle sue avventure, della sua ultima relazione, una collega bionda. Erano altri tempi ed eravamo discreti.
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