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In questo appunto viene raccontata la vita di Cesare Balbo, politico italiano importante che è stato insieme ad altri grandi uomini uno dei protagonisti del Risorgimento italiano. Egli è stato un grande scrittore dell'epoca del Risorgimento, si interessò notevolmente anche alle idee illuministiche che si affermarono in quel periodo nel contesto intellettuale e culturale e italiano ed europeo dell'epoca. Rimase molto colpito anche dal pensiero letterario di Vittorio Alfieri e presto nel corso dell'anno giunse anche a fondare la celebre Accademia dei Concordi con altri giovani intellettuali dell'epoca, con cui condivideva gli ideali politici di stampo moderato e liberale.

Nell'appunto si ripercorre dunque la vita e l'operato di Cesare Balbo nel dettaglio.

Indice
Biografia di Cesare Balbo
Opere di Cesare Balbo
Altri aspetti della sua attività

Biografia di Cesare Balbo

Cesare Balbo nasce a Torino il 21 novembre 1789 e muore sempre a Torino il 3 giugno 1853. Fu un patriota, politico e scrittore italiano, primo Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna. I suoi genitori furono Prospero Balbo, sindaco di Torino e di Enrichetta Taparelli d'Azeglio.
Il conte Cesare Balbomaturò culturalmente in diverse città europee, in quanto negli anni del regno di Vittorio Emanuele III il padre di Cesare era solito spostarsi in giro per il mondo. Fu così che venne a contatto con le nuove teorie illuministiche
Tra il 1821 e il 1847 visse un periodo di isolamento totale: in questo modo poté coltivare una sua grande passione, la scrittura. Nel dicembre 1847 Cesare Balbo fondò, con Camillo Benso conte Cavour, il quotidiano Il Risorgimento.

Opere di Cesare Balbo

Intanto pubblicava nel 1844 una delle sue opere più importanti ‘Le speranze d'Italia’.
Cesare Balbo parlava all’interno di quest’opera delle sue idee sulla questione dell’Italia: per prima cosa parla delle riforme dello Stato Pontificio, successivamente riguardava la posizione da prendere nei confronti dei Gesuiti.
Però il punto fondamentale di questa opera era l’analisi del perché fosse molto difficile un’unità per gli stati italiani, il problema principale era però chiaramente la dominazione austriaca, che per Balbo si poteva risolvere in diversi modi fattibili o meno. Il primo modo era un’alleanza tra i principi, chiaramente impossibile in quel periodo.
Il secondo era una rivolta popolare, anch’esso infattibile vista la enorme potenza degli austriaci e le non ottime condizioni del popolo. Il terzo metodo era l’intervento di una potenza straniera ma ciò era estremamente rischioso in quanto non si poteva sapere come sarebbe andata a finire. Infine l’ultima possibilità, la più gettonata era quella che l’impero asburgico si estendesse lasciando libera l’Italia. Quindi l’idea politica di Cesare Balbo ruotava attorno all’indipendenza dallo straniero
Quando, alla fine, venne dichiarata guerra all'Austria, Balbo propose di unire la Lombardia e il Piemonte in un'unica grande potenza, ma in Parlamento questa decisione non venne accolta di buon grado, per la delusione quindi decise di dimettersi dopo soli tre mesi da quando era stato nominato capo del governo.

Altri aspetti della sua attività

In seguito Cesare Balbo ritornò nella scena politica e convinse il Papa Pio IX a tornare alla sua carica. Nel 1852, infine, si rivolse a D'Azeglio e a Cavour sperando di formare un nuovo governo, senza successo perché due anni prima non aveva accettato la legge sull'abolizione del foro ecclesiastico e sull'incameramento dei beni della Chiesa.
Quindi si ritirò totalmente dalla vita politica dopo meno di un anno, e morì quindi nella sua Torino, nel 1853.
Cesare Balbo è conosciuto per la sua innovativa personalità, poco riducibile a schemi: protagonista del Risorgimento, uomo di grande cultura, politicamente attivo e inoltre scrisse diverse opere di argomenti svariati, da storia a filosofia.
Scrisse moltissime opere: tra cui le importanti Memorie sulla rivoluzione del 1821, e alcune che gli diedero un posto importante nella storiografia neoguelfa: Storia d'Italia dal 476 al 774, Vita di Dante.
Dal campo storico passò a quello politico con le ‘Speranze d'Italia’ (1844), nelle quali riconosceva il Piemonte come il centro dell'unificazione italiana e nell'espansione degli austriaci nei Balcani la soluzione della questione italiana vista nel più ampio contesto europeo.

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