ZAMPOGNA in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

ZAMPOGNA

Enciclopedia Italiana (1937)

ZAMPOGNA

Raffaele Corso
Francesco Vatielli

. Strumento musicale di carattere pastorale e agreste che trae la sua primitiva origine dal "flauto di Pan", formato di canne riunite. Quando delle varie canne, trasformate in pive fatte di legno di bosso o di olivo, ne furono innestate talune in un sacco di pelle che serviva da serbatoio d'aria, si ebbe la zampogna che anche i Latini conoscevano sotto il nome di tibia utricularis.

Nel Medioevo e più oltre ancora, i sinonimi per indicare strumenti di tale specie si moltiplicarono e si confusero. Ma il nome zampogna designa con precisione lo strumento usato dai pifferari del Lazio e della Calabria. Essi lo suonano mentre sorvegliano il pascolo dei loro greggi o quando, in occasione delle feste di Natale, scendono nelle città e nei paesi. Una sostanziale differenza fra zampogna e cornamusa e congeneri consiste nel fatto che in quella la insufflazione è praticata direttamente dal suonatore, mentre nella seconda è indiretta (v. cornamusa).

La zampogna si trasformò in musette e divenne strumento di moda specie ai tempi dell'Arcadia: cosicché la rozza pelle del serbatoio dell'aria fu sostituita da stoffe di seta ornate e ricamate.

Col nome di zampogna nel Mezzogiorno d'Italia, si designa anche lo strumento musicale che si costruisce nel mese di marzo con la scorza del salcio, del noce, del pioppo, del castagno. Somiglia al liuto e fa suono delicatissimo e melodioso.

Dalla zampogna, che lo caratterizza, trasse il nome di zampognaro il pastore, generalmente vestito con brache corte, giacca di fustagno, ampio mantello (sostituito in qualche luogo dal "pelliccione"), berretto a calza con fiocco e con le cioce ai piedi, che al tempo del Natale e in altre solenni circostanze comparisce nei villaggi e va di soglia in soglia, modulando sulla zampogna o sulla cornamusa la nenia, che è spesso cantata da gruppi di donne, di fanciulli e devoti, con l'accompagnamento di altri rustici strumenti (triangolo, nacchere, scacciapensieri, ecc.). Il suo repertorio comprende, oltre alla pastorale, giaculatorie, litanie, inni, orazioni, come la storia del S. Natale, il Viaggio doloroso a Betlemme, ecc. In qualche luogo lo zampognaro, nel fare il giro del novenario, reca ai notabili del paese che l'ospita rustici cucchiai di legno e altri oggetti lavorati dai pastori a punta di coltello.

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