Intimacy – Nell’intimità (Intimacy) è un film del 2001 diretto da Patrice Chéreau ed interpretato da Kerry Fox, Mark Rylance, Timothy Spall. La pellicola vinse l’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 2001 e la protagonista Kerry Fox fu premiata con l’Orso d’argento per la miglior attrice.

Jay, quarantenne barista in un pub londinese che da giovane voleva essere musicista in una band, ha reciso bruscamente i legami con la famiglia, la moglie e due figli. Ora, un anno dopo, la sua vita sessuale è scandita da incontri settimanali, ogni mercoledì dalle due alle quattro, con una coetanea. In un complice silenzio sulle rispettive esistenze, i due si appagano degli attimi di piacere, degli orgasmi che possono estrarre ai loro corpi, nello squallido alloggio di Jay, su un materasso sfatto, o sul pavimento. Spinto, forse, da desiderio di possesso, l’uomo decide, però, di contravvenire al tacito patto; uno scambio generoso e gratuito, nella valutazione di Ian, l’amico e collega di lavoro gay. E comincia a seguirla di nascosto.

I suoi pedinamenti lo conducono ad un pub, nel cui seminterrato, adibito a teatro underground, la donna interpreta un ruolo in un adattamento di Lo zoo di vetro di Tennessee Williams. Nell’intervallo tra i due atti, scambiando alcune impressioni con Andy, factotum della compagnia che, incuriosito dalla presenza del nuovo spettatore, gli ha offerto una birra, realizza di essere in presenza del marito della sua amante. Da lui apprende il nome di lei, Claire, e gli viene presentato il loro figlio. Nei giorni successivi, Jay torna ripetutamente. È scattata in lui la molla della competizione. Sfrutta la confidenza con Andy per insinuare in lui, attraverso il racconto dei propri fallimenti affettivi, il dubbio, l’incertezza.

Inevitabilmente, la verità si svela. Il fragile compromesso, fondato sulla clandestinità, su cui poggiava la ricerca di evasione dei due amanti, si spezza. E Claire, dopo un ultimo pomeriggio con Jay, non può non ritornare dal fedele e devoto Andy, che, nell’orgogliosa difesa del suo piccolo mondo di affetti, questo compromesso personifica. Altrove, c’è l’autodistruzione, il cupio dissolvi, tra droga e incontrollate pulsioni sessuali, di Victor, l’altro unico amico di Joy.

Ispirato da un breve romanzo di Hanif Kureishi, la storia raccontata da Patrice Chéreau prende una direzione leggermente diversa, per la quale approfondisce, in una maniera tutta particolare, le motivazioni della donna nel cercare un rapporto di tale intimità sessuale e gestire parallelamente e indipendentemente la sua relazione matrimoniale.

Particolare perché il regista si sofferma a raccontare più dettagliatamente la storia di Joy mentre il mistero e i segreti di Claire restano tali a lungo; i suoi pensieri e la sua vita si rivelano lentamente e attraverso le parole degli altri – nel caso specifico del marito -, ancor prima delle sue. Personaggio complesso ma profondamente cosciente della propria vita, e del modo di portarla avanti, accettandone le necessità fisiche e quelle sentimentali, i legami solidi e quelli più impalpabili ma altrettanto importanti.

Il regista francese, conosciuto in Italia soprattutto per “La regina Margot” affronta un film difficile anzitutto per il suo modo di scavare nell’intimità dei personaggi.

Indirizza infatti la sua macchina da presa tra i due corpi che si toccano, nell’armoniosa ricerca del piacere più intenso, senza esitare nella sensualità ma concentrandosi nella tenerezza e commozione dell’atto che li porterà al godimento finale.

Con grande maestria conduce l’occhio della macchina su ogni più piccolo particolare, lasciando che ogni cosa sia osservata senza indugiarvi troppo. Né pornografia né erotismo, ma appunto, intimità: quel momento segreto che appartiene a tutti noi, in cui si lascia parlare il proprio corpo, mettendo da parte tutto il resto, doloroso o felice esso sia.

Ruoli difficili interpretati con estrema verità dai due attori, famosissimi in Inghilterra e molto meno in Italia e Francia. Mark Rylance, attore soprattutto teatrale e in particolare Shakespeariano, e Kerry Fox, indimenticabile protagonista di “Un angelo alla mia tavola”, e premiata a Berlino come Miglior Attrice.

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