Nel 2002, esattamente vent'anni fa, una bellissima argentina faceva il suo ingresso nella royal family olandese: Maxima Zorreguieta, nata a Buenos Aires nel 1971, sposava infatti il bel principe Guglielmo Alexander d’Orange-Nassau. Alta, bionda ed esuberante, Maxima conosce casualmente il futuro re a Siviglia nel 1999, in occasione della tradizionale Festa di Primavera, e l’incontro ha un che di fiabesco: pare che il principe Guglielmo si sia presentato semplicemente come Alexander, sotto le mentite spoglie di un commoner, e che si sia trattato di un autentico e reciproco colpo di fulmine, tanto che per l’incontro successivo ci sono volute solo due settimane, quando Guglielmo è andato a trovare Maxima a New York, dove lavorava per un istituto finanziario, e solo allora le avrebbe svelato la sua reale identità.

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Cresciuta a Buenos Aires e laureata in economia, Maxima ha lavorato come insegnante di matematica prima e consulente finanziaria poi, ottenendo posizioni di prestigio. È il 2001, appena due anni dopo il loro primo incontro, che viene annunciato il fidanzamento: per tradizione, il Parlamento olandese è chiamato ad approvare le nozze del Principe d’Orange-Nassau, ma in questo caso la questione si fa spinosa a causa del padre di Maxima, Jorge Zorreguieta, uomo politico argentino attivo come ministro durante l’infausta dittatura di Videla. Il governo olandese apre un’indagine per chiarire le responsabilità politiche del padre di Maxima, accusato di aver partecipato attivamente alla "sporca guerra" in cui migliaia di argentini persero la vita per terrorismo di Stato; non trovando alcuna prova di responsabilità personali a carico di Zorreguieta, il Parlamento delibera l’approvazione delle nozze, che si celebrano il 2 febbraio del 2002, ma in assenza del padre della sposa. Si teme, infatti, che la sua presenza possa creare malumori nell’opinione pubblica olandese, e non sarebbe la prima volta: già la madre di Guglielmo Alexander, l’allora Regina Beatrice, fece scandalo scegliendo come consorte un cittadino tedesco, Claus Vam Amsberg, cresciuto nella Gioventù Hitleriana e inviso, almeno all’inizio, ai sudditi olandesi - celebre il titolo della principale testata nazionale che annunciava le nozze della Regina: "Un tedesco, che peccato" -.

Superate queste difficoltà iniziali, Maxima ha conquistato il cuore del suo popolo e l’ammirazione dei media internazionali: divenuta madre di tre figlie - Caterina, Amalia ed Alexia – ha preso parte ai doveri reali e internazionali, promuovendo il microcredito e progetti di finanza inclusiva, che mira a sostenere le fasce economicamente più deboli della popolazione mondiale.

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Nel 2009 è stata nominata da Ban-Ki-Moon Difensore del Segretario Generale della Nazioni Unite e dal giugno del 2011 è anche Patron onorario del Partenariato globale per l'inclusione finanziaria (Global Partnership for Financial Inclusion - GPFI) del G20. Nel 2013, in seguito all’abdicazione della Regina Beatrice, Guglielmo Alexander sale al trono come nuovo Re d’Olanda, cosa che fa di lei la Regina Consorte d’Orange-Nassau. Oggi, al volgere dei cinquant’anni, Maxima è celebrata per il sorriso costante – rarità, nella folta schiera di principesse tristi o imbronciate del resto d’Europa - e per l’eleganza esemplare: i suoi look colorati e i celebri monospalla ne fanno una delle royals più sofisticate e ammirate del pianeta.