Giorni perduti
film del 1945 diretto da Billy Wilder / Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Giorni perduti (The Lost Weekend) è un film del 1945 diretto da Billy Wilder, adattamento del romanzo The Lost Weekend dello scrittore statunitense Charles R. Jackson. È stata la prima produzione di Hollywood ad affrontare il tema dell'alcolismo con un approccio drammatico, contribuendo a creare la consapevolezza dell'abuso di alcolici come malattia sociale negli Stati Uniti d'America e dando seguito ad altri film sullo stesso argomento, tra cui Una donna distrusse di Stuart Heisler uscito due anni dopo.[1]
Giorni perduti | |
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Ray Milland in una scena del film | |
Titolo originale | The Lost Weekend |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1945 |
Durata | 101 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | noir, drammatico |
Regia | Billy Wilder |
Soggetto | Charles R. Jackson |
Sceneggiatura | Charles Brackett, Billy Wilder |
Produttore | Charles Brackett |
Casa di produzione | Paramount Pictures |
Fotografia | John F. Seitz |
Montaggio | Doane Harrison |
Effetti speciali | Gordon Jennings, Farciot Edouart |
Musiche | Miklós Rózsa |
Scenografia | Hans Dreier, A. Earl Hedrick, Bertram C. Granger |
Costumi | Edith Head |
Trucco | Wally Westmore |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Oltre a riscuotere un grande successo di pubblico e critica ricevette 7 candidature ai Premi Oscar aggiudicandosene 4, inclusi quelli per il miglior film e il miglior regista.[2] Wilder fu il primo a ricevere l'Oscar anche per la migliore sceneggiatura non originale, condiviso con Charles Brackett, e il film rimane l'unico ad aver vinto lo stesso anno il premio principale dell'Academy e il Grand Prix al Festival di Cannes.[3]
Nel 1998 è stato uno dei 400 titoli scelti dall'American Film Institute per essere inclusi tra i cento migliori film statunitensi di sempre, non riuscendo però a entrare nella classifica finale.[4] Nel 2011 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, in quanto giudicato "di rilevante significato estetico, culturale e storico",[5] e nel 2012 è entrato nella Film Hall of Fame della Online Film & Television Association.[2]
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