Il diavolo veste Prada, il maglioncino ceruleo e i carboidrati. Il film più iconico della prima decade degli anni 2000. La pellicola che ha fatto sognare (e temere) tutte le aspiranti fashion editor del mondo. Il diavolo veste Prada, il cult che potremmo recitare a memoria eppure sa stupirci tutte le volte, oggi compreso, visto che vulture.com ne ha svelato un retroscena che no, non ci saremmo mai potute immaginare.

Il diavolo veste Prada film: la verità sul monologopinterest
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Il momento più formativo della giornalista alle prime armi Andy Sachs (Anne Hathaway) nel film Il diavolo veste Prada? Ovviamente, quando scopre che il suo maglioncino (infeltrito) azzurro ceruleo da grande magazzino, che lei pensa essere estraneo alle logiche fashioniste, ha quel preciso colore proprio perché quelle persone davanti a lei lo hanno scelto. Miranda Priestly aka Meryl Streep, nei panni del direttore più temibile di sempre, le spiega l'effetto cascata della moda dal couture al fast-fashion dando il via a una delle scene più iconiche di tutto il film, una di quelle (di cui sopra) che potremmo recitare a memoria, anzi recitiamo a memoria.

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"Oh, ma certo, ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent se non sbaglio a proporre delle giacche militari color ceruleo. [...]

preview for Andy, Miranda e il ceruleo

E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l'hai pescato nel cesto delle occasioni, tuttavia quell'azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori delle proposte della moda quindi, in effetti, indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti... in mezzo a una pila di roba".

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Se James Joyce avesse dovuto descrivere questo momento avrebbe usato la parola epifania. Se noi dovessimo descrivere questo momento diremmo "quel genio dello sceneggiatore perché non ha vinto l'Oscar"? Forse perché all'Academy sapevano la storia meglio di noi. Infatti, questa fortunatissima scena pare non essere tutta frutto del sacco della sceneggiatrice Aline Brosh McKenna e del regista David Frankel. A più di dieci anni di distanza, in occasione della proiezione del film al Vulture Festival di Los Angeles si è scoperto infatti che quella genia di Meryl Streep c'entra, c'entra eccome.

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In primis, il maglioncino indossato da Andy non doveva essere oggetto del discorso né in quanto maglioncino né in quanto indumento di colore azzurro. "La costumista mi aveva suggerito di usare come indumento-pretesto una minigonna di tartan. Io ovviamente a quel punto avevo pensato a un monologo incentrato su Vivienne Westwood. Ma dove mi trovavo in quel momento, avevo davanti a me un maglioncino azzurro. Partendo da lì il monologo è diventato sempre più lungo..." ha dichiarato McKenna, "poi ho lavorato con Meryl e David allungandolo ancora di più [...]. Ho anche proposto a Meryl una lista di azzurri e lei ha scelto proprio il ceruleo".

Ma questo non basta. McKenna ha poi dichiarato che l'intero monologo su Yves Saint Laurent e Oscar de la Renta (il primo avrebbe realizzato delle giacche militari cerulee, mentre il secondo delle gonne sempre cerulee, ndr) era un ensamble fittizio costruito ad hoc al fine di sembrare reale. Di fatto così com'era stato descritto non era mai andato in scena in nessuna passerella. "Dopo l'uscita del film, alcuni ci hanno attaccato proprio per il fatto che non fosse basato su dei fatti veri. A quel tempo, avevo chiamato David alquanto infastidita e gli avevo detto che quando anche quei criticoni avessero fatto un film da 325 milioni di dollari al botteghino nonché candidato agli Oscar, ecco solo a quel punto avrebbero potuto fare quello che volevano" continua a spiegare Mckenna. Frank non ha nient'altro da aggiungere. E forse a questo punto neanche noi. Anche se il tartan è di gran moda quest'inverno...