Inizia a Massafra l'evento "Federico II di Svevia": ripercorriamo il rapporto tra storia e memoria - Il Superuovo

Inizia a Massafra l’evento “Federico II di Svevia”: ripercorriamo il rapporto tra storia e memoria

Venerdì 19 aprile, alle 18, il Palazzo della Cultura di Massafra ospiterà l’evento “Federico II di Svevia, tra storia e mito”.

L’iniziativa si propone di esplorare le intricanti sfaccettature della figura storica di Federico II di Svevia e il suo legame con l’Italia meridionale.

L’evento

A guidare questa esperienza immersiva sarà la professoressa Rossella Tagliente, presidente del Lions Club Massafra-Mottola “Le Cripte”, che darà il benvenuto ai partecipanti. Il tema sarà illustrato dettagliatamente dal professore Pietro Dalena, già professore ordinario di Storia Medievale dell’Università della Calabria. L’evento, non solo offre un pomeriggio di arricchimento culturale, ma si propone anche di riscoprire la storia locale, la lingua e la letteratura che hanno plasmato l’identità di Massafra. È un’occasione per riflettere sul passato e comprendere meglio le radici della comunità locale.

Federico II e il meridione

Federico II è stato un sovranonoto per la sua vasta erudizione e il suo sostegno alle arti, alle scienze e alla cultura. Ha ricevuto un’educazione cosmopolita, parlando varie lingue e interessandosi a diverse discipline, tra cui la filosofia, la scienza e la poesia. Durante il suo regno, Federico II ha consolidato il potere della monarchia in Sicilia e ha ampliato i confini del regno attraverso una serie di conquiste militari. Federico II intrattenne relazioni complesse con le città pugliesi, spesso scontrandosi con i poteri locali e promuovendo la sua autorità reale. Le città pugliesi divennero centri di potere e cultura durante il suo regno, con una certa autonomia amministrativa sotto il controllo centrale. Fiorentino, città medievale nell’ agro di Torremaggiore, nell’anno 1250 vede l’arrivo improvviso dello Stupor Mundi. Federico, ammalato per via di una grave infezione intestinale, viene condotto con molta fretta nella Domus sollaciorum.

L’uso sociale della storia

Proprio a Torremaggiore, arrivò un’équipe di archeologi che rivelò, nel sottosuolo del territorio comunale, la presenza di un importante sito medievale. L’incontro fra professionisti dell’archeologia e una collettività, un gruppo di giovani, che scoprirono e nutrino una nuoiva passione per la storia. Da qui, due conseguenze inattese: la patrimonializzazione della storia, che i protagonisti valorizzano e riscrivono, e la creazione di un corteo storico, ormai quasi trentennale. Proprio quest’ultimo viene letto come un uso sociale della storia, un modo in cui gli attori sociali reinterpretano il proprio rapporto con la storia, che diventa così più vicina alle persone comuni.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.