Magic Mike – The Last Dance

Magic Mike – The Last Dance

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Tornato alla saga del ballerino-spogliarellista interpretato da Channing Tatum per quello che si annuncia essere il suo capitolo conclusivo, Steven Soderbergh dirige con Magic Mike – The Last Dance un’apprezzabile rom-com in salsa musical-erotica: un prodotto che soddisferà gli amanti della saga e più in generale quelli del cinema del regista, a dispetto di un’evidente esilità di fondo.

Balli non proibiti, anzi necessari

Mike Lane si è ormai ritirato da anni dal suo mestiere di spogliarellista, e ora sbarca il lunario facendo il barista nei locali notturni di Miami. Quando incontra casualmente Maxandra, una ricca donna di origini latinoamericane, Mike ha un’inaspettata occasione per tornare in pista: la donna, infatti, gli propone di rivoluzionare (a suo modo) lo spettacolo che tra poco andrà in scena nel suo teatro di Londra… [sinossi]

Dopo un pugno di lavori che, almeno qui in Italia, sono arrivati esclusivamente in streaming (nello specifico la commedia indipendente Lasciali parlare, il gangster movie No Sudden Move e il thriller Kimi), Steven Soderbergh torna a quella che è una sua “creatura”, ovvero la saga di Magic Mike. Abbiamo usato le virgolette in quanto, di fatto, la trilogia del ballerino spogliarellista col volto – e gli addominali scolpiti – di Channing Tatum, è in realtà per buona parte opera dello sceneggiatore, quel Carolin Reid che ne ha scritto e co-prodotto tutti e tre i capitoli. Tuttavia, un lavoro come questo Magic Mike – The Last Dance permette di apprezzare una volta di più l’eclettismo di un cineasta come Soderbergh, tornato qui ad atmosfere più ludiche rispetto a quelle dei suoi ultimi lavori; atmosfere, di fatto, forse ancor più giocose rispetto a quelle degli altri due film della saga, pur laddove non manca un lieve tocco malinconico. Quella di questo terzo film, arrivato undici anni dopo il primo Magic Mike, e otto dopo il successivo Magic Mike XXL, promette infatti di essere davvero “l’ultima danza”: una danza che non esclude (come il regista stesso ha dichiarato) eventuali spin-off dedicati a personaggi secondari, ma che sicuramente mette il punto sulla carriera da stripteaser del Mike Lane interpretato da Tatum. Un “punto” che porta il personaggio in quel di Londra, e gli mette accanto una simpatica, istrionica e fisicamente dirompente Salma Hayek; la missione, dare una scossa a proprio modo, con uno spettacolo fuori dagli schemi, all’ingessato mondo del teatro londinese.

Raccontato in voice over dalla figlia adolescente del personaggio di Hayek, Magic Mike – The Last Dance pare mostrare davvero tutti i crismi del capitolo conclusivo, o comunque di una pagina che si chiude. Il film sembra puntare, più dei suoi predecessori, a celebrare il potere socializzante e quasi taumaturgico della danza, sottolineato a più riprese dalla voce della giovane narratrice, e rimarcato fin dal primo incontro (con eroticissima esibizione privata) tra i due protagonisti. Un incontro che in qualche modo rimette in pista entrambi, spingendo lei ad affrontare la minaccia di un marito (non) rassegnato al divorzio, e lui a tornare a quella che – in fondo – è sempre stata la sua grande passione. Con un bel po’ di malinconia, perché sappiamo che quella danza sarà davvero l’ultima, e nel frattempo la vita – tra il fallimento, provocato dalla pandemia, della sudata attività commerciale, e l’amore perso per sempre – ha morso il coriaceo Mike lasciando il segno.

Nonostante tutto, in Magic Mike – The Last Dance si sorride, e non poco; anzi, a tratti si ride molto, in modo forse ancor più convinto rispetto a quanto non accadeva nei due film precedenti. Riappropriandosi della saga, Soderbergh taglia del tutto fuori gli accenni di noir del primo film, ed elimina qualsiasi tentazione di proporre un nuovo coming of age, mettendo in scena (di fatto) una romcom sui generis in salsa musical-erotica. L’irruenza della Maxandra interpretata da Salma Hayek genera simpatia e viene gestita coi giusti tempi comici; un’efficacia che risalta soprattutto nei dialoghi tra i due personaggi e in quelli di entrambi col domestico della donna, sorta di voce della verità (un po’ macchiettistica, ma funzionale) per entrambi i protagonisti. Su tutto, c’è ovviamente il concetto di base del franchise, ovvero la celebrazione del potere liberatorio – ma anche della funzione socialmente positiva, e strumentale al mantenimento della concordia sociale – dell’atto stesso della danza, unita ovviamente alla carica erotizzante dei corpi in movimento. Un potere che scuote le fondamenta del vecchio teatro di proprietà della protagonista, producendo uno “scandalo” in fondo innocuo, che può essere fruito senza grandi traumi persino dalla figlia teenager di Maxandra (con l’eccezione di qualche parte, diligentemente censurata dal bravo domestico).

Capace di intrattenere con mestiere e di sfruttare la fisicità delle sue due star, Magic Mike – The Last Dance saluta gli spettatori della saga con un mood giustamente patinato e con molta autoironia; un commiato che tuttavia resta un po’ carente dal lato puramente narrativo, con un racconto davvero troppo basico, anche tenendo presenti le peculiarità della trilogia. Non è solo questione di prevedibilità, perché in fondo è normale non aver dubbi sulla conclusione (felice) di quest’ultimo ballo, e sul fatto che lo stesso protagonista – a dispetto delle sue dichiarate intenzioni – ne sarà parte attiva: il punto è che nella sceneggiatura firmata da Reid Carolin manca anche quel minimo indispensabile di tensione narrativa, quella che potrebbe trasmettere la sensazione (illusoria) che la riuscita dell’impresa di Mike e Maxandra sia in qualche modo a rischio. A questo proposito, il ruolo da villain del marito della donna è qualcosa di davvero troppo esile, una figurina priva di spessore che personaggi e spettatori non paiono mai percepire come una vera minaccia. Curare di più la narrazione avrebbe probabilmente reso ancor più emotivamente efficace questo commiato; un commiato che comunque non mancherà di soddisfare gli amanti dei primi due film, oltre a chi apprezza, più in generale, il cinema di Soderbergh. Un regista del cui cinema, comunque, siamo felici di essere tornati a godere nel luogo più adatto, ovvero nel buio di una sala cinematografica.

Info
Il trailer di Magic Mike – The Last Dance.

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