Il matrimonio che ha cambiato il mondo: Sammy Davis Jr e May Britt uniti nella rivoluzione - La Stampa

Un album di nozze che diventa un pezzo di storia resiste anche al divorzio, alla morte di lui, agli 87 anni di lei, al tempo che è passato lasciando tutte le tracce che doveva, per fortuna. Seguendole a ritroso si torna al 13 novembre 1960, data del matrimonio tra May Britt, attrice svedese, e Sammy Davis Jr, showman americano e simbolo della comunità nera, attivista per i diritti civili, star assoluta di anni esaltanti e turbolenti. In mezzo ai quei magnifici Sessanta c’è una coppia che butta giù porte sprangate.

Quando si sposano, le unioni miste sono illegali in 31 Stati degli Usa, in 15 vengono perseguite con la massima pena e solo sette anni dopo la Corte Suprema renderà la legge finalmente valida in tutto il Paese, solo sette anni dopo il cinema e la società riconosceranno l’ipotesi ammissibile con Indovina chi viene a cena. Ma in quel novembre fa solo un gran freddo, persino a Hollywood, persino con due persone innamorate e un concentrato di passione che sarebbe dovuto valere per una vita insieme e avrebbe dovuto cambiare la testa altrui. Quell’amore centra una sola casella.

Il flirt è brevissimo. Lei incontra lui sul set del non troppo fortunato remake dell’Angelo azzurro. Sammy è lì per parlare con il suo agente, resta abbagliato e tutti i presenti si preoccupano. Non gli credono neanche troppo perché in quel momento l’attore è uno dei performer più richiesti, è famosissimo e ha da poco terminato un fidanzamento clandestino con Kim Novak. Pensano che stia giocando. Sperano che sia solo una fantasia.

La storia con Kim ha già dato i suoi problemi: anche se i due non si sono mai fatti vedere in pubblico, i giornali li hanno stanati, le case di produzione sgridati. L’enigmatica donna che visse due volte, l’algida bionda hitchcockiana, con il piccoletto del Rat Pack, «un afroamericano con origini portoricane e un occhio solo». La definizione è sua e la relazione dà così tanto fastidio che lei litiga con gli studios «non mi possedete» e lui riceve minacce di morte. Vengono separati, si lasciano dividere. Difficile dirlo, ma tutti intorno restano terrorizzati per quei mesi di pressione. Poi Sammy vede May e l’America perde la testa.

Dopo essersi incrociati la prima volta si rivedono al ristorante, basta qualche serata e sono fidanzati, qualche mese e lui telefona da Las Vegas per la proposta. Secca. «Vuoi sposarmi?», «sarebbe meraviglioso». Non c’è nessuna domanda su quello che li aspetta, nessun confronto sugli inevitabili fastidi, in due si sentono di battere il pregiudizio semplicemente mostrandosi insieme. Funzionerà, solo non subito.

Nell’immediato devono cambiare la data del sì perché Sammy, con gli amici Frank Sinatra, Dean Martin e Peter Lawford, è impegnato nella campagna a favore di Kennedy e i democratici non vogliono associare la corsa alla Casa Bianca a un matrimonio che in metà degli Stati Uniti non sarebbe neanche riconosciuto. Però la botta di squallida realtà arriva subito dopo la rapida cerimonia e il party in casa. Kennedy è già Presidente e Davis è tra gli invitati alla festa per l’insediamento, peccato che non possa portare sua moglie. Troppa tensione in circolo per sbattere una coppia mista in faccia a una nazione divisa. Jfk per ben due volte rifiuta di avere al suo tavolo ufficiale una bianca e un nero sposati: dopo qualche mese, stessa situazione con il Rat Pack chiamato a cantare per il presidente. Davis ci resta così male che non reagisce, accetta le scuse senza ascoltarle e incassa la solidarietà di Martin, che boicotta entrambe le cerimonie. Sinatra presenzia e dice al suo socio che deve solo fregarsene, persino Martin Luther King, amico di Davis, non ha risposte. In un celebre dialogo tra i due Davis gli chiede: «Martin, ce la si fa con questa integrazione?» e l’altro risponde «posso solo dirti che ti parlo dal telefono di una meravigliosa suite da cui non posso uscire perché la gente fuori mi aggredirebbe».

Sammy decide di continuare a dare spallate insieme con May, pure se per stare insieme devono girare con la scorta. Hanno una figlia, Tracy, e adottano due bambini, Mark e Jeff. Lei smette di lavorare e lui inizia a bere troppo e a esserci sempre meno. Restano uniti da sentimenti profondi e dalla voglia di dimostrare che la loro vita insieme non è un capriccio, però iniziano ad allontanarsi.

Nel 1968 Luther King viene assassinato e Sammy Davis va in pezzi, il matrimonio fa la stessa fine, anche se i due restano sempre amici. E c’è la legge, un’altra sensibilità. Sessant’anni dopo il concetto di coppia mista ha preso così tante sfumature da aver perso il senso. Ma da qualche parte lo stupore ancora resiste e ogni volta che due innamorati come Sammy e May ricevono qualche sguardo di troppo, si torna a quell’album e a quella storia. La nostra.