Famoso anche con il nome di Isadore Demsky, ma nato Issur Danielovitch il 9 dicembre 1916 ad Amsterdam, Kirk Douglas è stato una tra le più grandi star della storia del cinema made in USA. Vincitore dell’Oscar alla carriera nel 1999 e di due Golden Globe nel 1957 e nel 1968, possessore di una stella sulla Hollywood Walk of Fame e capostipite di una famiglia che ha proseguito la sua strada (Michael è attore, Joel e Peter sono produttori), Douglas ha avuto una vita controversa ed è stato accusato anche di violenza sessuale nei confronti di una minorenne Natalie Wood. Ciò che rimane oggi, però, è una lista infinita di pellicole che l’attore ci ha lasciato prima di andarsene nel febbraio del 2020 a Beverly Hills. Di seguito, le 10 che tutti dovremmo vedere almeno una volta.

Il grande campione (1949)

Tratto dal racconto di Ring Lardner che porta lo stesso titolo, Il grande campione è un film diretto da Mark Robson in cui Kirk Douglas interpreta il personaggio di Midge Kelly, un giovane provvisto di una reputazione pessima che abbandona la moglie per la boxe, diventandone un campione. Questo fino all’ultimo incontro, al seguito del quale si ha un finale davvero inaspettato.

Pietà per i giusti (1951)

Realizzato dal regista William Wyler, Pietà per i giusti è una pellicola drammatica in cui Douglas veste i panni del protagonista James MacLeod, un detective impegnato a combattere i delitti per espiare le colpe del padre, responsabile della morte della madre. Il suo antagonista è il dottor Schneider, medico abortista illecito in quegli anni che, però, aveva anche provocato l’interruzione della gravidanza di sua moglie poco prima.

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Kevin Winter//Getty Images

Il bruto e la bella (1952)

Insieme a Lara Turner nel ruolo di Georgia Lorrison, nel 1952 Kirk Douglas è il Jonathan Shields de Il bruto e la bella, opera di Vincente Minnelli presentata a Venezia. Il suo personaggio è un produttore nella fase discendente della propria carriera che cerca l’appoggio di quattro colleghi e dell’attrice più in voga nel momento per realizzare il film del riscatto.

Brama di vivere (1956)

Candidato agli Oscar del 1957 come miglior attore protagonista proprio per questo film, Brama di vivere è la trasposizione cinematografica del romanzo di Irving Stone che ricostruisce la storia del pittore Van Gogh dagli esordi fino al tragico suicidio. Accanto Douglas, nei panni dell’amico-nemico Paul Gauguin, Anthony Quinn.

Sette giorni a maggio (1964)

Sette giorni a maggio è l’opera diretta da John Frankenheimer con protagonisti Burt Lancaster nel ruolo del generale James Mattoon Scott e Kirk Douglas come colonnello Martin Jiggs Casey. Il primo è un candidato alla presidenza degli Stati Uniti che si oppone alla riduzione delle armi nucleari elaborando un colpo di Stato; il secondo è un componente del Pentagono.

Jack del Cactus (1978)

Più di dieci anni dopo, Kirk Douglas è impegnato sul set di Jack del Cactus insieme a Ann-Margret e Arnold Schwarzenegger. Cactus Jack è un pistolero un po’ imbranato e in cerca di soldi che promette ad Avery Simpson (il banchiere derubato che lo libera dalla prigione) di impedire che il suo debito nei confronti di Parody Jones venga sanato. Bello Straniero (Arnold), però, non è dello stesso avviso.

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Eric Charbonneau/VF//Getty Images

Due tipi incorreggibili (1986)

In Due tipi incorreggibili, Kirk Douglas incontra nuovamente Burt Lancaster: insieme, interpretano due gangster usciti di galera dopo anni di detenzione, che non riescono più a riconoscere il mondo che avevano lasciato. Nonostante questo, provano ancora a portare a termine l’assalto al treno che li aveva condotti in carcere.

Caro zio Joe (1994)

Diretto da Jonathan Lynn, Caro zio Joe è una commedia del 1994 in cui un boss del riciclaggio di metalli (Kirk Douglas) ha a che fare con familiari parassiti che da lui vogliono solo i soldi dell’eredità. Il suo erede preferito, però, è Danny (Michael J. Fox) che, per questa predilezione, attira su di sé le invidie di tutti.

Vizio di famiglia (2003)

Ormai quasi novantenne, Kirk Douglas continua a recitare - con meno frequenza - in alcuni importanti lavori. Quello del 2003 è Vizio di famiglia, a cui prendono parte anche il figlio Michael e il nipote Cameron. Le tre generazioni sono proprio il fulcro della pellicola, in cui vengono analizzati i sottili equilibri tra padri e figli resi ancora più difficili dai soldi e dai problemi personali.

Illusion (2004)

L’ultimo lavoro di Kirk Douglas prima di ritirarsi a vita privata è Illusion. L’opera realizzata da Michael A. Goorjian è un film drammatico in cui Donald (Kirk, appunto) è un leggendario regista in punto di morte. Riguardando le sue opere, rimpiange i sacrifici fatti e il tempo tolto alla famiglia e agli amici. Lo sconforto, lo porta ad avere allucinazioni in cui un editor (Stan) gli mostra tre pellicole metafora delle diverse fasi della sua vita.