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Bloody Mary tra storia e leggenda Origini, mito e varianti del cocktail

Mito e storia sembrano concordare sul fatto che il cocktail fu creato dal francese Fernand Petiot. La ricetta originale prevedeva metà vodka e metà succo di pomodoro con una buona aggiunta di spezie. Importantissimo l’uso giusto degli aromi, che determinano il vero gusto genuino del Bloody Mary

 
09 ottobre 2010 | 14:53

Bloody Mary tra storia e leggenda Origini, mito e varianti del cocktail

Mito e storia sembrano concordare sul fatto che il cocktail fu creato dal francese Fernand Petiot. La ricetta originale prevedeva metà vodka e metà succo di pomodoro con una buona aggiunta di spezie. Importantissimo l’uso giusto degli aromi, che determinano il vero gusto genuino del Bloody Mary

09 ottobre 2010 | 14:53
 

Il cocktail Bloody Mary è considerato un aperitivo e una certezza c'e l'ha. Fu reso famoso e celebre da un barman, la cui carriera partì da Parigi presso il 'New York Bar” divenuto poi 'Harry 's Bar” nei ruggenti anni '20. Il suo nome era Fernand Petiot (Pete) nato a Parigi il 18 febbraio del 1900. Una cosa non è però certa, su chi veramente abbia avuto l'idea di inventarlo.

Una prima storia parla del 1920/1921 da parte di Petiot presso il "New York Bar" di Parigi, frequentatissimo da americani: quindi l'idea potrebbe essere stata data da qualche cliente americano. Pare che la ricetta prevedesse solo succo di pomodoro e vodka, a detta dello stesso Petiot, ma nel 1920 non era stato ancora prodotto il succo di pomodoro in lattina, il quale farà la sua comparsa tra il 1926 e il 1928, e nel 1928 Petiot emigrò in Usa.

Al riguardo esistono altre leggende, miste a storie, alcune documentate, come affermato in un'intervista rilasciata dallo stesso Petiot nel 1964.

Purtroppo alcune date non coincidono. Secondo una versione del 1939 la sua invenzione, da parte dell'attore George Jessel, a Palm Beach, (un'altra storia dice che fu invece l'attore Roy Barton a idearlo negli anni '30), pare abbia preso il nome di B. Mary perché i primi due clienti a cui venne preparato erano di Chicago, dove dissero esisteva un bar chiamato Bloody Bucket e a lavorarvi vi era una cameriera chiamata Mary, da tutti sopranominata 'Bloody Mary”.

'Red Snapper” invece fu il nome che si cercò di dare al Bloody Mary presso il St. Regis Hotel, ma senza successo, (Petiot, arrivò al St. Regis nel 1934) dove pare il gin avesse avuto per un breve periodo il sopravvento sulla vodka, perché non ancora reperibile nel mercato americano. Tornò comunque a essere chiamato Bloody Mary ufficialmente, quando la vodka fece la sua comparsa, e presso il Bar della King Cole Room, dell'Hotel St. Regis di New York nel 1934, il successo fu mondiale.

L'intuizione di Fernand fu quella di speziare il drink su sollecitazioni dei suoi clienti che lo volevano sempre più condito. Nel 1964, Fernand rilasciò una intervista che chiarì, in parte, alcuni dubbi su questa controversa ricetta. Egli morì all'inizio di gennaio del 1974 all'età di 74 anni.
Petiot pare abbia servito tutti i presidenti degli Stati Uniti dal 1934 al 1966 ad eccezione di Lyndon B. Johnson, mentre il gangster Frank Costello era un suo regolare cliente.

I riferimenti storici
Ma veniamo al un primo documento storico, presente negli archivi del New York Herald Tribune. Il 2 dicembre 1939 il giornalista Lucius Beebe nella sua colonna scandalistica 'This New York” pubblicò il primo riferimento a questo drink. L'articolo recitava testualmente 'Il nuovo tonico di George Jessel, che sta ricevendo attenzione dagli editorialisti della città, è chiamato Bloody Mary: metà succo di pomodoro, metà vodka”.

Probabilmente il drink poteva esser nato alcuni anni prima, ma la notizia fu lanciata solo allora. E a confermarlo ci pensò lo stesso Pete nel 1964, in un'intervista rilasciata al New York Magazine. Le testuali parole di Pete furono: «Io ho dato il via al Bloody Mary odierno. George Jessel disse di averlo creato, ma non era altro che vodka e succo di pomodoro quando lo rilevai io. Io coprii il fondo dello shaker con quattro grosse prese di sale, due di pepe nero, due di pepe di cayenna e uno strato di salsa Worcestershire; quindi aggiungo una spruzzata di succo di limone e del ghiaccio tritato, verso due once di vodka (6 cl circa) e due once di spesso succo di pomodoro (6 cl), scuoto nello shaker, filtro e verso. Noi serviamo da cento a centocinquanta Bloody Marys al giorno, qui nella King Cole Room e negli altri ristoranti e sale per banchetti dell'Hotel St. Regis».

E dopo questa memorabile intervista caddero le voci di invenzione nel 1921 a Parigi, anche perché nel primo libro dei cocktail pubblicato al New York Bar nel 1921 non vi è traccia del Bloody Mary, era però confermata la complicità tra cliente e barman.

Per un certo periodo, esattamente nel 1934, Petiot arrivò al St. Regis nel 1933, secondo il racconto di un barman dell'Hotel al cocktail venne dato il nome di Red Snapper, un modo elegante di definire il Bloody Mary, in quanto il linguaggio non era dei più appropriati per l'epoca. Il cocktail guadagnò popolarità proprio con questo nome in quel periodo, inoltre si introdusse la salsa di rafano, perchè il tabasco fece la sua comparsa qualche anno dopo quando divenne Bloody Mary a tutti gli effetti. Il periodo era a cavallo del proibizionismo, probabilmente perché la vodka era di difficile reperibilità, questa venne sostituita da Pete con il gin di più facile reperibilità.

Per quanto riguarda l'aggiunta della gamba di sedano, questo avvenne nel 1960, durante un party, presso la Pump Room, dell'Ambassador East Hotel di Chicago, per via di un ospite che per mescolarlo usò una gamba di sedano che i camerieri stavano servendo come appetizers, esiste anche una versione che dice, che la gamba di sedano nel succo di pomodoro era già usata negli anni '50.

La leggenda del nome
Ma veniamo al nome. Pare che derivi dalla famosa Regina d'Inghilterra Maria Tudor I, la quale per ripristinare il cattolicesimo nel Regno Unito mandò a morte gli oppositori protestanti, tanto da guadagnarsi il nomignolo di 'Maria la sanguinaria”. Tra le varie voci, addirittura si racconta che l'ispirazione per questo drink sia giunto dalla famosa attrice dell'epoca, Mary Pickford, la quale già aveva un cocktail a lei dedicato, di colore rosso, a base di rum, maraschino e granatina (nella revisione del 1960 l'Iba introdusse il succo d'ananas).

Esiste anche una versione stile 'storie di fantasmi” raccontata nei campeggi americani, che narra di una ragazza di nome 'Mary” che venne sepolta viva per errore, la quale lanciò una maledizione, e che nominandone 3 volte in uno specchio il nome 'Bloody Mary” questa appaia nelle sembianze di una strega/assassina, e una volta evocata pare che non vi sia scampo. Ne fu persino fatto un film, il famoso 'Urban legend 3”.

Un'altra fonte adduce il nome a una cameriera di nome Mary, che lavorava in un bar di Chicago chiamato 'Bucket of Blood”, e la ragazza era denominata proprio Bloody Mary. Questa versione la si attribuisce al fatto che due ospiti di Chicago furono i primi ad avere servito un Bloody Mary da Petiot, e questi collegarono il colore del drink al nome del locale e della ragazza. Chissà quale sarà la vera versione.

La ricetta originale
A quanto pare dunque la ricetta originale, prevedeva metà vodka e metà succo di pomodoro con una buona aggiunta di spezie. Importantissimo l'utilizzo giusto delle spezie in quanto queste determinano il vero gusto genuino del Bloody Mary.

Bloody Mary (ricetta originale di Ferdinand Petiot)
6 cl. di vodka
6 cl. di succo di pomodoro
4 prese di sale
2 prese di pepe nero
2 prese di pepe di cayenna
1 strato nel fondo del tumbler di Worcester sauce
1 spruzzata di succo di limone, ghiaccio tritato
Il tutto nello shaker viene agitato vigorosamente e servito nel tumbler senza ghiaccio.

Il contributo di cinema, canzone e letteratura

Se molti cocktail sono diventati famosi grazie a più o meno noti viaggiatori, il Bloody Mary è stato uno di quei cocktail che deve la sua fama internazionale, e notorietà popolare, anche grazie a film del grande schermo e telefilm televisivi molto noti al grande pubblico, e ad alcune canzoni.

  • Nel film del 2001 "I Tenenbaum” Richie Tenebaum, interpretato da Luke Wilson, beve frequentemente il Bloody Mary.
  • Nella Sit-com molto nota in Italia negli anni 80 "I Jefferson” la mamma Louise beve regolarmente il Bloody Mary.
  • Nel romanzo 'Il diario di Bridget Jones” Bridget e le sue amiche hanno un'ossessione per il Bloody Mary pomeridiano.
  • Nella Sit-com "Ugly Betty” il Bloody Mary viene offerto dalla signora Claire Meade a Betty, dopo avergli confessato di aver ucciso l'amante.
  • Nel film 'Johnny English” il Bloody Mary non troppo speziato, viene richiesto a Pascal Sauvage dall'agente Johnny.
  • Nel film 'Miami supercops” l'agente Steve Forrest (Bud Spencer) ordina un Bloody Mary, chiamandolo erroneamente Bionda Mary.
  • Nella canzone 'Romantico a Milano” dei Baustelle il romantico protagonista scola quasi centomila amari e Bloody Mary.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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