Robert Powell: “Così Zeffirelli mi scelse per Gesù di Nazareth” - la Repubblica

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Robert Powell: “Così Zeffirelli mi scelse per Gesù di Nazareth”

L'attore inglese ricorda il regista italiano scomparso a 96 anni che lo volle per interpretare Cristo nel famoso sceneggiato televisivo del 1977

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L'attore inglese Robert Powell (1944) era un giovane uomo luminoso e bellissimo, con chiari occhi magnetici e un volto dai lineamenti scavati e spirituali, quando fece il Gesù di Nazareth girato da Franco Zeffirelli nel 1977. Aveva già al suo attivo alcune interpretazioni teatrali e un ruolo importante come personificazione del compositore Gustav Mahler nel film di Ken Russell La Perdizione ('74). Ma la sua consacrazione internazionale fu il Cristo zeffirelliano, dov'era circondato da un cast d'eccezione in cui figuravano Laurence Olivier, Christopher Plummer, Rod Steiger, Antony Quinn e James Mason.
"Fu un set incredibile, rivelatorio", rammenta Powell al telefono dalla sua abitazione a Londra. Sta prendendo una sosta di riposo dopo tre anni d'intensa attività teatrale e accetta di farsi intervistare per proporre il suo ricordo dell'amico Franco, con cui, dopo le riprese del Gesù, stabilì un'autentica intesa umana: "Divenne il padrino dei miei figli e ho trascorso alcune belle estati con la mia famiglia nella sua villa di Positano. Come tutti gli artisti geniali, Franco non era un tipo facile. Ma non abbiamo mai smesso di volerci bene".  

Come vi conosceste?
"Da ragazzo feci con lui due audizioni. Avrei voluto essere Romeo nel suo Romeo e Giulietta e San Francesco nel suo Fratello sole, sorella luna. Non mi scelse. Poi, preparando il Gesù, si ricordò della mia faccia e mi chiamò".

Ci dica del vostro lavoro sul set.
"Fu un'esperienza memorabile. L'incontro con Franco, per me, rappresentò una collaborazione straordinaria. Tutto il resto della mia carriera, prima e dopo di lui, può solo sembrarmi ordinario".


Da sinistra: Franco Zeffirelli, Robert Powell e l'impresario britannico Lew Grade in una foto del 1975 (fotogramma)


In che modo preparaste il personaggio?
"Impossibile recitare la parte di Gesù. Si può solo attraversare il suo ritratto puntando alla creazione di un qualcosa di accettabile per centinaia di milioni di persone. Non so spiegare quanto sia stato per me intenso e singolare divenire il Cristo. Franco non mi ha mai spiegato nulla. Non esplicitamente almeno. Abbiamo trovato un modo implicito e profondo di comunicare durante le riprese. Cercavamo insieme una strada per rendere credibile una visione che ogni essere umano già possiede: chiunque ha il proprio Gesù interiore".    

Dove avete girato?
"Per quattro mesi in Marocco e per cinque in Tunisia. Nove mesi complessivi: lo stesso tempo che serve per generare un bambino". 

È ammirato Zeffirelli in Inghilterra?
"Molto. Gli fu dato il titolo di Sir ed è stato enormemente stimato soprattutto per i suoi allestimenti shakespeariani e per le sue regie d'opera. Io lo considero un artista al livello di Caravaggio e di Leonardo".

Non crede di esagerare con questi paragoni?
"No. Semplicemente Franco, rispetto a loro, usava un medium diverso. Conosce la sua mano come illustratore e pittore? Ogni suo singolo disegno preparatorio per spettacoli e film ha la sostanza di un capolavoro".
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