Rivelazioni Angolari: Alberto Loro, l'Angolista dei Papi, fonde Sacro e Profano

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Rivelazioni Angolari: Alberto Loro, l’Angolista dei Papi, fonde Sacro e Profano

Alberto Loro ridefinisce l’arte con la tarlatana, trasformando gli angoli in opere che sfidano la percezione. Dal suo impegno con i Papi alla creazione di “Il fiore di Zarathustra” per l’Ambasciata dell’Azerbaijan a Roma, le sue opere internazionali sono testimonianza del suo percorso artistico eclettico e innovativo. La mostra “Oltre l’Angolo” è visitabile dal 7 all’11 maggio allo Spazio Orso 16 a Milano.
Alberto Loro
Photo credits: Alberto Loro

Rivelazioni Angolari: Alberto Loro, l’Angolista dei Papi, fonde Sacro e Profano

Alberto Loro
Photo credits: Alberto Loro
Alberto Loro ridefinisce l’arte con la tarlatana, trasformando gli angoli in opere che sfidano la percezione. Dal suo impegno con i Papi alla creazione di “Il fiore di Zarathustra” per l’Ambasciata dell’Azerbaijan a Roma, le sue opere internazionali sono testimonianza del suo percorso artistico eclettico e innovativo. La mostra “Oltre l’Angolo” è visitabile dal 7 all’11 maggio allo Spazio Orso 16 a Milano.

Nella frenesia della vita quotidiana, spesso diamo per scontati gli angoli che popolano il nostro mondo, non considerando la loro profonda e doppia natura. La mostra “Oltre l’Angolo”, curata da Tommaso Venco e dedicata all’artista Alberto Loro, si propone di esplorare questo duplice significato intrinseco dell’angolo, portando alla luce le molteplici sfaccettature di questo elemento architettonico così spesso trascurato.

Alberto Loro, artista poliedrico e sensibile, si avventura nell’animo dell’angolo, rivelando come esso possa evocare sia sensazioni di angoscia e sfida, sia rappresentare un punto di partenza e una zona di conforto da cui costruire e crescere. Attraverso le sue opere, Loro ci invita a riflettere sulla complessità e la ricchezza dell’esperienza umana, andando oltre le apparenti limitazioni degli angoli per abbracciare il vasto panorama della vita reale, con i suoi successi, i suoi fallimenti e, talvolta, i suoi sogni.

Uno degli elementi chiave del lavoro di Alberto Loro è la sua capacità di attingere alle emozioni vissute in momenti particolari, spesso influenzati dagli eventi globali. Il suo processo creativo anticipa e interpreta la complessità del mondo contemporaneo, offrendo uno sguardo unico e penetrante sulla realtà che ci circonda.

Ma non è solo il concetto astratto di angolo ad affascinare Loro; è anche il materiale con cui lavora. La tarlatana, leggera e modesta, diventa nelle sue mani uno strumento potente per creare opere che sfidano la percezione e invitano alla riflessione. Con uno sguardo attento alla conoscenza dei materiali e alla loro manipolazione, Loro trasforma la Tarlatana in strati semi-trasparenti che conferiscono alle sue opere un’intrigante profondità e complessità.

La mostra “Oltre l’Angolo” non è solo un’esplorazione artistica; è anche una provocazione. Il sottotitolo “Waiting Gagosian” sottolinea la sfida di Loro nei confronti delle istituzioni artistiche esistenti, invitando a una riflessione critica sulle pratiche e le dinamiche del mondo dell’arte contemporanea.

Le opere di Alberto Loro non passano inosservate: sono già parte di prestigiose collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, testimonianza del loro impatto duraturo e universale.

La mostra “Oltre l’Angolo” sarà aperta al pubblico dal 7 all’11 Maggio presso lo Spazio Orso 16 a Milano dalle 10 alle 18. È un’opportunità imperdibile per immergersi nell’universo creativo di Alberto Loro e scoprire il potere e la bellezza degli angoli che ci circondano.

Selezione di opere esposte:

“Stupro”
L’opera d’arte intitolata “Stupro” si origina da una profonda meditazione sull’essenza umana. Purtroppo, lo stupro rimane una triste costante nella storia dell’umanità. Attraverso figure mitologiche come Giove o Zeus, simboli maschili per eccellenza, emergono le fragilità e i vizi umani. Spesso, nonostante le molteplici rappresentazioni artistiche di queste figure, in cui compiono atti di violenza sessuale, si evita una chiara condanna. L’autore di “Stupro” rompe questo silenzio complice, condannando apertamente l’uomo violento. Attraverso il suo dipinto, l’artista sottolinea l’importanza di non dare per scontata la libertà individuale. Anche se opere d’arte come quelle di Correggio possono essere meravigliose e sensuali, spesso non rendono evidente la violenza e lo stupro dietro le immagini. Oggi, però, c’è una crescente consapevolezza di questi atti, e “Stupro” si propone di evidenziare questa cruda verità attraverso l’arte.

“E se il prossimo fossi proprio tu?”
L’opera d’arte intitolata “E se il prossimo fossi proprio tu?” nasce da una sensazione profonda, un’esperienza che supera le parole. È il risultato di segnali impercettibili, di cambiamenti nei tempi, della consapevolezza che la libertà non è statica ma un concetto in costante evoluzione. È un richiamo alla necessità di rivendicare costantemente la libertà, poiché è facile perderla se non si rimane vigili. Quest’opera affronta dinamicamente il tema della libertà, sottolineando la sua natura mutevole e il rischio sempre presente di vederla minacciata. La libertà non è un punto fermo ma un concetto fluido, vulnerabile alla sottrazione. La “sfortuna” di quest’opera risiede nel suo essere stata inaspettatamente profetica, anticipando conflitti futuri come le guerre in Ucraina, Russia, Israele e Palestina. Tuttavia, ciò aggiunge ulteriore significato e profondità all’opera stessa, evidenziando il potere dell’arte nel prevedere e interpretare i cambiamenti sociali e politici.

“Urlo Muto”
“Urlo Muto” cattura il dramma di una donna che ha ricevuto la devastante notizia della perdita dei suoi tre figli. L’istante cruciale è stato immortalato in una fotografia, che ha richiesto tempo per essere compresa appieno e metabolizzata dall’artista. Inizialmente, l’artista aveva solo la cornice e la foto, ma sentiva che mancasse qualcosa. Così, ha deciso di aggiungere un vetro dietro la foto e di romperlo deliberatamente, creando un effetto di frattura che rappresenta la frattura interiore della donna. Un segno creato con il fuoco si trova nel punto in cui il vetro è stato rotto, una combustione invisibile che aggiunge profondità e significato all’opera. La fotografia cattura la sensazione di essere intrappolata e privata della voce, simboleggiata dalla plastica che sembra soffocare la donna, impedendole di urlare il suo dolore. “Urlo Muto” rappresenta una donna spezzata dall’interno, incapace di esprimere il suo dolore in modo vocale.

L’artista
Alberto Loro vive e lavora a Milano. Dopo il diploma in design presso l’Istituto Tecnico Marangoni e in modellismo industriale presso l’Istituto Secoli, Loro diventa costumista teatrale, disegnatore di pellicce e illustratore. Nella sua creatività eclettica lavora trasversalmente nell’ambito della moda, dell’arte e del design: tra il 2001 e il 2013 disegna per i tre Santi Padri due Piviali, tre Mitrie e il Velo Omerale per la Coena Domini. Dal 2004 inizia a esporre le sue opere con continuità e a prendere parte a diverse attività artistico culturali, con la prima mostra personale nella galleria di Jean Blanchaert a Milano e la partecipazione alla collettiva Sul filo della lana, a cura di Philippe Daverio (Biella, Ex Lanificio Pria). Nel 2005 partecipa alla collettiva ESSERCI a cura di Philippe Daverio, nel padiglione off della LII edizione della Biennale di Venezia (Venezia, chiesetta di San Gallo), che poi diventerà esposizione itinerante fino al 2007. In quell’anno Alberto Loro partecipa nuovamente al progetto, esponendo una sua opera 7×13 presso l’Ex Lanificio Pria di Biella; da segnalare inoltre l’esposizione Rigorismo (Milano, 2011) presso la Lattuada Gallery, dove le opere di Loro vengono accostate a quelle di Fontana, Scheggi, Castellani, Bonalumi, Pinelli. La stessa esposizione viene poi ospitata nel 2015 presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York. Tra le principali mostre personali si ricordano: The Corner, Galleria d’arte Il Mappamondo (Milano, 2010); I miti, Lattuada Gallery (Milano, 2014); Un angolo contro, Spazio Ridotto dell’Hotel Bauer (Venezia; in seguito Teatro Franco Parenti, Galleria Glauco Cavaciuti, Milano, 2015-2016) curata da Giacomo Nicolella Maschietti; The Ugly, The Unloved, The Unwanted curata da Giacomo Nicolella Maschietti, Spazio Natta (Como, 2017), Dimore all’angolo, Villa di Corliano (San Giuliano Terme, 2018); La Mitologia di un angolo, Istituto Auxologico (Milano, 2019). Nel 2012 viene invitato dal Governo dell’Azerbaijan come unico artista italiano nell’ambito del Terzo Concorso Internazionale a Baku, dove dipinge una delle dodici Maiden Tower in scala, proseguendo la collaborazione con la commissione di un’opera per la First Lady Mehriban Aliyeva e con la realizzazione della mascotte per i primi European Games a Baku. Le sue opere si trovano in prestigiose collezioni pubbliche e private, tra cui l’Istituto Italiano di Cultura a New York, i Musei Vaticani, il Heydar Aliyev Center a Baku e il Museo di Arte contemporanea di Nocciano (PE). Nel caso dell’Istituto Italiano di Cultura a New York l’opera esposta ha il titolo di “Rinascita” e si trova esattamente in fronte a un’opera enorme dell’artista Bonalumi.

Nel Febbraio 2020 Realizza e consegna a Papa Francesco il Piviale Militare, anticipando purtroppo quello che sarebbe avvenuto dopo 2 anni. Nel 2022 espone presso Spazio dell’Orso 16 in collaborazione con la galleria Blancheart la personale “Fuori dall’Angolo”. Ad Agosto ha dipinto la Statua per l’Ambasciata dell’Azerbaijan a Roma: “Il fiore di Zarathustra”.

Informazioni sulla pubblicazione

Testo inviato da Stefano Avanzi
Photo credits: Alberto Loro
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Diana Millan

Magistero in Scienze Religiose conseguito presso l'ISSR "Beato Niccolò Stenone" di Pisa, lavoro per comunicati-stampa.net e sono responsabile editoriale di LiquidArte.it. Appassionata di cinema e libri.