Storia delle more

 NOTIZIE verdure - frutti


Categoria: verdure - frutti

Storia delle more


Il “rubus fruticosus” ha origini nell’Africa meridionale e Virgilio così ne scrive: “è tempo di intessere canestri leggeri con virgulti di rovo”. Narra la leggenda che Satana, cacciato dai cieli, precipitò in un boschetto di rovi. Era l’11 ottobre, ed ogni anno in tal giorno il maledetto esce dall’inferno, e torna sulla terra per scagliare la sua maledizione contro il pungente cespuglio. Da questo momento le more non sono buone, perdono il sapore, si coprono di ragnatele e di muffa. Se volete quindi andare a raccogliere more, fatelo per tempo, perché non c’è gita che diverta di più, che renda allegri e felici.
Sacro a Saturno, maltrattato dal linguaggio dei fiori che gli attribuisce l’invidia, uno dei peccati capitali, il rovo è amato dai poeti, che lo ritengono degno di adornare il regno dei cieli. Cresce nei luoghi assolati e polverosi, non gli importa di avere vicini calcinacci, desolazione e rovine. I contadini non lo amano perché è infestante, e dicono: “Concedetegli uno spazio e vi arriverà fino in camera”.
Il frutto, come quello della fragola, è un falso frutto, una drupa composta da tanti semini, i veri frutti, e da una polpa carnosa. Molto acido quando non è maturo, a volte legnoso, è eccellente solo quando è maturo, e soprattutto se è prodotto da piante coltivate. Ne sono un eccellente esempio, gli ibridi di recente creazione come le “more senza spine” coltivate a filare o siepe.
La mora ha proprietà depurative, diuretiche, antireumatiche e dissetanti. Fra le curiosità segnaliamo che:
-le more più dolci sono le prime a maturare,
-se si va per more e ci si ferisce, per fermare il sangue schiacciare qualche frutto e applicarlo in luogo.
Leggi ricetta
Leggi news ribes
Leggi news mirtillo
Leggi news lampone







Stampa Stampa | Categoria Altre news di questa categoria