Il sorprendente delle intercettazioni è la sventatezza degli intercettati - HuffPost Italia

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Il sorprendente delle intercettazioni è la sventatezza degli intercettati

Siccome sono più di trent’anni che almeno una volta al mese c’è una cosiddetta maxi-inchiesta suggestivamente battezzata (dopo Mani Pulite, ogni indagine deve avere il suo bravo nome da serie tv), e siccome ciascuna di queste inchieste si fonda sulle intercettazioni telefoniche, e siccome queste intercettazioni finiscono immancabilmente sui giornali, e insomma siccome è ormai arcinoto che con le intercettazioni si finisce inguaiati, la domanda è la seguente: ma i politici – e gli imprenditori che bazzicano i politici – non hanno ancora capito che al telefono bisogna stare accorti, come si dice a Napoli?

L’ultima è l’inchiesta di Genova, e francamente non so se gli arrestati verranno condannati o meno. Allo stato, la penso come Giuliano Ferrara: è normale che chi amministra un territorio abbia rapporti con grandi imprenditori ed è legale che un imprenditore finanzi la politica con bonifici alla luce del sole. Ma, ciò premesso, a leggere le intercettazioni c’è da restare sbigottiti dall’imprudenza, per non dire dalla faccia tosta con cui ci si parla in certi giri. Giovanni Toti che al telefono dice al sindaco di Genova Marco Bucci (non indagato): “Adesso fanno tutti l’assalto alla diligenza (…) Aponte si prende il suo, Spinelli si prende il suo, a noi... non ci danno un cazzo?”. Aldo Spinelli che dice: “Noi dovremmo mandare a casa i 5 stelle e fare Pd, Lega, Berlusconi, questa gente... madonna mia che roba”, e non c’è niente di penale, d’accordo, ma qualcuno magari pensa: chi sono questi “noi” che possono (o immaginano di poter) fare e disfare i governi? Una loggia, una Spectre? Poi Toti si lamenta con lo stesso Spinelli: “Ora ho capito perché non ho visto nulla per le elezioni di Savona che abbiamo perso perché tu non ci hai aiutato”, e prima delle elezioni gli aveva scritto: “Non ti dimenticare di noi”. Insomma.

Auguro agli indagati, e soprattutto alla città di Genova, che non sia stato commesso alcun reato e che tutto si chiarisca. Ma gran parte della frittata è ormai fatta. Toti si dovrà dimettere, Spinelli avrà fatto la sua bella figura di merda, e così via.

Ma possibile che ancora si parli al telefono senza aver capito che chi ha certi ruoli è al 99 per cento sotto inchiesta preventiva? E che le parole intercettate, comprese quelle dette per cazzeggiare, una volta sbobinate e finite in un verbale diventano pietre? Spinelli a quanto pare l’aveva capito, e infatti quando faceva salire gli ospiti sul suo yacht faceva lasciare a terra i cellulari. Peccato che poi all’interno dello yacht ci fossero le cimici. E peccato che successivamente lo stesso Spinelli abbia dimenticato tanta prudenza nel parlare al telefono.

Una decina di anni fa l’inchiesta che segnò la morte (politica) di Roberto Formigoni si fondò sull’atteggiamento da vispa teresa con cui si parlava al telefono di appalti e vacanze su yacht milionari. In altre inchieste si sono lette intercettazioni in cui ci si rallegrava per imminenti affari sulle disgrazie altrui, dai terremoti al Covid.

Perché ancora non l’hanno capita?

Credo che le ipotesi siano due.

Prima. Come in tutte le attività ripetitive, dopo un po’ l’attenzione si allenta. Succede quando si guida l’automobile, quando si fa una dieta, quando si segue una lezione o un convegno, alla catena di montaggio. L’inerzia porta a essere meno rigorosi. E così, anche al telefono si sta attenti ai primi tempi, poi si vede che non succede niente e ci si lascia andare.

Seconda ipotesi. A furia di avere successo, nella politica e negli affari, ci si convince di essere non solo invincibili ma anche intoccabili. A furia di vivere in una bolla, si perde il contatto con la realtà. E per una sindrome paradossale si finisce con il credersi davvero appartenenti a quella cosa inventata dal peggior populismo: la Casta.

Se, come temo, è giusta la seconda ipotesi, c'è da preoccuparsi. Ma non per le inchieste. Per quell’essere fuori dal mondo da parte di chi dovrebbe governarlo, il mondo.

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