La sorella di Mozart

Domande e risposte


Come si chiamava, per l’esattezza, la sorella di Wolfgang Amadeus Mozart?

Il nome completo è Maria Anna Walburga Ignatia Mozart (Salisburgo 1751 — Salisburgo 1829). In famiglia però la chiamavano “Nannerl” ed è più conosciuta con questo nomignolo.

Era la sua unica sorella?

I coniugi Leopold e Anna Maria Pertl ebbero in tutto sette bambini, ma solo Nannerl e Wolfgang superarono i primi mesi di vita; a quel tempo la mortalità infantile era elevatissima. Nannerl era la quarta figlia; nacque nella notte tra il 30 e il 31 luglio 1751. In seguito la madre diede alla luce altri due figli, che pure morirono in fasce, e finalmente, il 27 gennaio 1756, alle otto di sera, nacque Wolfgang Amadeus.

Nel tuo romanzo, sostieni che anche Nannerl era una bambina prodigio e una compositrice. È vero?

La sorella di Mozart era senz’altro una bambina prodigio. Durante l’infanzia, lei e Wolfgang si esibivano in coppia e Nannerl aveva il primo nome in cartellone. Riguardo al comporre, abbiamo alcune lettere giovanili di Mozart nelle quali lui loda la sorella per la sua bravura compositiva e la esorta a comporre ancora. Purtroppo, però, nessun brano musicale che porti la firma di Nannerl è giunto fino a noi.

Perché hai voluto raccontare la storia di questa donna, finora ignorata dai più?

Mi colpiva l’idea che in una famiglia possano nascere due bambini, un maschio e una femmina, entrambi molto dotati per una forma d’arte, e che solo il maschio riesca a esprimere pienamente il proprio talento. Inoltre, alcuni anni fa mi ritrovai a occuparmi della sorella di Shakespeare di Virginia Woolf ed ebbi una specie di illuminazione. Stavo lavorando a un articolo per una rivista e mi ritrovai tra le mani il saggio Una stanza tutta per sé, che avevo letto tempo prima. La Woolf vi traccia la biografia di un’immaginaria sorella poetessa di William Shakespeare, per dimostrare che se Shakespeare fosse nato donna non solo non avrebbe conosciuto il successo, ma avrebbe fatto una brutta fine. E d’improvviso mi balenò davanti agli occhi la figura di Nannerl: la sorella di Shakespeare non è mai esistita, ma la sorella di Mozart sì! Dovevo occuparmene.

I personaggi principali del romanzo sono realmente esistiti?

Tra i personaggi più importanti, in effetti, ce n’è uno di fantasia; ma preferirei non rivelare di quale si tratta, se non a chi ha già letto il libro. Posso dire solo che non appartiene alla famiglia Mozart.

Nel romanzo ci sono delle lettere. Sono autentiche?

No, sono tutte di fantasia. Nannerl e l’ufficiale di corte Franz Armand d’Ippold, al quale idealmente lei racconta la propria storia, ebbero davvero una relazione sentimentale; ma se si sono scambiati delle lettere, come è probabile, queste sono andate perse. E le lettere di Mozart presenti nel romanzo sono soltanto ispirate ad alcune sue lettere autentiche.

Mozart era davvero un giovialone un po’ scapestrato e sciupafemmine, come appare nel romanzo?

Il Maestro ha avuto certamente relazioni sentimentali con donne sposate ed era anche un giovialone, a giudicare da alcune, famose lettere nelle quali non fa che parlare di escrementi. Ma era soprattutto un intelletto altissimo, un uomo giustamente consapevole del proprio valore, dotato di una dignità personale, di una chiarezza di pensiero, di una coerenza alle quali si può solo tentare di ispirarsi.

È vero che Antonio Salieri è stato maestro di Beethoven?

Sì, e non solo: anche di Franz Schubert, Franz Liszt e altri celebri musicisti (non necessariamente di nome Franz).

A proposito di Salieri: nel famoso film Amadeus, la sorella non c’è e non viene neanche nominata. Non ti sembra un po’ strano?

Non direi. La magnifica opera scritta da Peter Shaffer e diretta da Milos Forman racconta gli ultimi anni di Mozart a Vienna, e in quel periodo Wolfgang e Nannerl non avevano rapporti. Inoltre, il percorso narrativo della sceneggiatura non ha nulla a che fare con la fratellanza. Perché Shaffer avrebbe dovuto parlare di Nannerl? Solo perché è esistita? Non credo sia una ragione sufficiente per un autore.

Da bambini, Wolfgang e Nannerl giocano a fare il re e la regina di un Paese immaginario, il Regno di Dietro. È un’invenzione del romanzo o c’è qualche riferimento storico?

“Regno di Dietro” è la traduzione libera dell’espressione effettivamente utilizzata da Mozart bambino per designare un Paese immaginario del quale si riteneva sovrano: Königreich Rücken. Il primo termine vuol dire “regno” e il secondo “schiena”: il Regno della Schiena. Nessuno conosce l’origine di questa denominazione e la stessa Nannerl affermò di non ricordarla, in uno scritto successivo alla morte del fratello (pubblicato sulla rivista Allgemeine musikalische Zeitung nel gennaio del 1800, con il titolo “Memorie della sorella di Mozart”).

È vero che Wolfgang e Nannerl, da bambini, usavano scambiarsi la frase “Qui vive la felicità e niente di male accadrà”, che poi viene rinvenuta sotto la statua di Mozart, in latino, alla fine del romanzo?

La statua bronzea di Mozart che tuttora si può ammirare a Salisburgo nella Mozartplatz, opera di Ludwig Michael von Schwanthaler (1802 — 1848), fu inaugurata nel 1842: tredici anni dopo la morte di Nannerl e pochi mesi dopo la morte di Constanze, la vedova del Maestro. Erano presenti i due figli di Mozart, Carl Thomas Mozart e e Franz Xaver Wolfgang Mozart. Durante i lavori di scavo era stato effettivamente rinvenuto il mosaico romano che riporta la frase HIC HABITAT FELICITAS, NIHIL INTRET MALI. D’altra parte, il fatto che Wolfgang e Nannerl si scambiassero la stessa frase quand’erano bambini, per fare la pace, è un’invenzione del romanzo.