La spartizione della Germania - Limes
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Fine della guerra

Conflitti infiniti perché senza scopo
sono la malattia dell'Occidente
Solo il ritorno alla politica ci salverà
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La spartizione della Germania

Una carta a colori dal numero di Limes 10/2019, Il Muro portante.
di Laura Canali
Pubblicato il
Carta di Laura Canali.
Carta di Laura Canali. 

Durante la Conferenza di Casablanca nel gennaio del 1943, quando l'esito della seconda guerra mondiale sembrava volgere dalla parte degli alleati, il presidente americano Franklin Delano Roosevelt affermò che l'obiettivo finale della guerra sarebbe stato la resa incondizionata della Germania.


Il 12 settembre 1944 a Londra, Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica firmarono un protocollo sulle zone d'occupazione della Germania e sull'amministrazione congiunta della sua capitale Berlino. Tale documento limitava il territorio della Germania al 1937, dunque prima delle annessioni di Austria (marzo 1938) e sudeti (ottobre 1938). 


Vennero stabilite tre zone d'occupazione, a cui se ne aggiunse una quarta (quella francese) durante la Conferenza di Potsdam (luglio-agosto 1945).


A nordovest gli attuali Länder di Schleswig-Holstein, Bassa Sassonia e Renania settentrionale-Vestfalia passarono sotto occupazione britannica - con unica eccezione per la città di Brema e il bacino del fiume Weser, spartito con gli americani. A sudovest i territori del bacino della Saar, già occupata da Francia e Gran Bretagna tra il 1920 e 1935, andarono ai francesi insieme a Baden meridionale, Württemberg-Hohenzollern e all'attuale Renania-Palatinato. Baviera e Assia finirono invece sotto il controllo degli americani, mentre Sassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia, Brandeburgo e Meclemburgo sotto quello sovietico. 


A Est il confine fra Germania e Polonia venne completamente ridisegnato: alla Polonia furono cedute la Prussia orientale (tranne la regione di Königsberg, poi Kaliningrad, che divenne exclave russa), la Pomerania e la Slesia, attraverso un significativo spostamento verso ovest dei suoi confini. Quello polacco-tedesco si allontanò dal corridoio di Danzica per seguire le sponde dell'Oder e il tratto lusaziano della Neisse, mentre quello russo-polacco correva lungo la cosiddetta linea Curzon annettendo Polesia, Volinia e Galizia all'Unione Sovietica.


La stessa Berlino fu a sua volta suddivisa in quattro zone di occupazione.


Sulla spartizione della Germania e di Berlino si sofferma l'analisi dello storico Michael Stürmer nel numero di Limes 10/2019, Il Muro portante. 


Malcolm Muggeridge, celebre giornalista britannico e uomo chiave dei servizi segreti, si trovava a Berlino nel momento in cui, secondo il protocollo di Londra del 12 settembre 1944 sull’occupazione della Germania, le truppe americane e inglesi prendevano possesso dei rispettivi settori della città. I francesi sarebbero giunti con qualche ritardo all’appuntamento berlinese, dato che i vincitori in principio non avevano previsto alcun posto per i soldati del generale de Gaulle. Cosa che questi non avrebbe mai perdonato agli Anglo-SaxonsMa come era potuto accadere che quel cumulo di macerie che un tempo era stata la Berlino dei principi elettori, delle altezze reali e poi imperiali, divenisse ora il fulcro di crisi e conflitti politici di portata mondiale? I progetti degli Alleati per l’ordine postbellico europeo erano alquanto vaghi. Le conferenze di Casablanca, Jalta e Potsdam rappresentavano dei semplici compromessi formali. Troppo pericoloso per gli esiti della guerra affermare la verità, ovvero che da parte sia di Stalin sia di Churchill si stava già lavorando al riarmo per la fase successiva: Est contro Ovest, Stalin contro le società borghesi. L’eredità della Grande Germania imperiale era troppo importante per poter essere lasciata in mano al rivale politico.

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