Kabir Bedi in tv: le quattro mogli, il figlio, la bancarotta | iO Donna
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Kabir Bedi si racconta: dalle quattro mogli al dolore per il suicidio del figlio

Per tutti è l’unico, vero Sandokan: Kabir Bedi, 78 anni, in Italia deve infatti la sua grande fama proprio allo sceneggiato televisivo trasmesso alla fine degli anni Settanta. L’attore ha parlato di sé, della sua vita, della carriera, delle sue quattro mogli e dei figli (uno dei quali morto suicida quasi trent’anni fa) a Mara Venier, ospite della puntata di Domenica In di domenica 28 aprile.

Chi è Kabir Bedi

Nato il 16 gennaio 1946 a Lahore, nel Punjab pakistano (che al tempo faceva parte dell’impero britannico), Kabir Bedi faceva parte di una famiglia indiana di religione sikh. Sua madre si convertì però al buddismo, e lo stesso attore, come ha raccontato una decina d’anni fa in un’intervista all’Hindustan Times all’età di 10 anni venne ordinato monaco e trascorse alcuni mesi in un monastero: come altri monaci buddisti, aveva la testa rasata, vestiva il saio e girovagava per le strade raccogliendo elemosine e meditando.

Prima protagonista di fotoromanzi per la rivista Grand Hotel, dopo essere entrato nel mondo del cinema Kabir Bedi ha raggiunto la fama internazionale proprio grazie alla sua interpretazione di Sandokan nello sceneggiato diretto da Sergio Sollima. A quel punto la sua carriera è stata costellata di successi. Dopo aver interpretato anche il Corsaro Nero, altro protagonista dei romanzi di Emilio Salgari, e aver interpretato nuovamente Sandokan (prima in un film e poi in una ministerie) ha recitato anche in un film della saga di James Bond (Octopussy – Operazione piovra) che lo ha fatto conoscere negli Usa.

Proprio in America ha partecipato negli anni Ottanta ad alcune delle serie tv più amate dell’epoca, da Dynasty a Riptide, da Magnum P.I. a Beautiful. E poi, negli ultimi trent’anni, ha recitato indecine di produzioni di Bollywood.

Il Sandokan di Kabir Bedi

Getty Images

Sul suo personaggio più famoso, Sandokan, a Mara Venier Kabir Bedi ha raccontato di condividere i sentimenti della “Tigre della Malesia” «perché mio padre ha sposato una donna inglese e ha combattuto per l’indipendenza dell’India». E poi, ha sottolineato, proprio l’esperienza cinematografica in Italia «ha cambiato la mia vita. Sandokan è una vera e propria icona culturale».

E proprio dal punto di vista culturale, molto ha influito il fatto di essere «nato quando l’India è diventata indipendente: a quel punto i miei genitori hanno lasciato la vita politica iniziando a percorrere la strada religiosa. Mamma è diventata la più alta monaca buddista nel mondo». E anche se i genitori «hanno scelto strade diverse» tra loro è sempre rimasto «un rapporto incredibile. Si sono amati tanto nonostante fossero distanti. Dai miei genitori ho ereditato la tolleranza, la compassione, l’onestà e un senso di responsabilità sociale».

Kabir Bedi e le quattro mogli

Sulla sua vita privata, Kabir Bedi ha raccontato di essersi «sposato quattro volte». E con le prime tre è finita per motivi diversi: «Con la prima ci siamo separati gradualmente, la seconda l’ho lasciata io, la terza voleva vivere a Londra e io in India». Ma lui, chiarisce, crede nel matrimonio: «Non ho mai perso la speranza di avere un matrimonio felice e ora ce l’ho».

Il suicidio del figlio

Con la prima moglie, ha proseguito, «ho avuto due figli». E proprio uno dei figli gli ha dato un dolore enorme. «Mio figlio Siddarth si è suicidato nel 1997 ed è stata una grande tragedia. Era un genio, laureato in informatica in America. Era un buon uomo, mai violento. Poi quando ha iniziato a soffrire di schizofrenia, lo è diventato». E lui, ha raccontato, ha «cercato di salvarlo, ma lui era determinato e farlo e io ho fallito. Non c’è dolore più grande che perdere un figlio, e io mi sento in colpa».

Kabir Bedi ha però voluto però lanciare agli spettatori un messaggio di speranza: «Non voglio che la perdiate, ora le medicine sono più efficaci di come lo erano allora» e le malattie psichiatriche sono meglio diagnosticate.

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