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Giampaolo Pozzo, 10 cose da sapere sul patron dell’Udinese

Giampaolo Pozzo

La filosofia di Giampaolo Pozzo è sempre stata chiara: per il patron dell’Udinese, da quasi 40 anni nel mondo del pallone, il calcio è un hobby, ma fatto all’avanguardia e con continuità. Guardando sempre alla sostenibilità, all’equilibrio di ricavi e costi. Anche se dal 2000 alla presidenza del CDA dell’Udinese c’è Franco Soldati, Pozzo è stato a lungo il presidente più longevo nei cinque principali campionati europei e la sua rimane la proprietà più duratura di un club di Serie A dopo la dinastia degli Agnelli alla Juve.

 

Chi è Giampaolo Pozzo: la biografia

Classe 1941, Giampaolo Pozzo appartiene a una famiglia di imprenditori che opera nella lavorazione del legno. Il marchio Freud è quello dell’azienda fondata dal nonno nel 1910 come Frese Udinesi, conquistando passo dopo passo un posto di rilievo nel mercato mondiale di utensili e macchinari industriali come lame circolari e frese.

Particolarmente legata al proprio territorio, Freud conta numerose sedi nel Nord-Est e all’estero tra gli Stati Uniti, il Canada, il Regno Unito, la Russia e la Cina. Dal padre Diego, Giampaolo eredita l’impresa di famiglia con i fratelli Gianfranco e Giancarlo e allarga gli affari in Spagna con la Casals (a Girona, Barcellona e Valencia) e in Francia con la Saturne International.

 

Da dove viene il suo patrimonio

Il suo patrimonio arriva dalla Freud, una realtà industriale da tre marchi, mille dipendenti e una potente rete di distribuzione internazionale. Oggi il brand ingloba oltre 36.000 proposte di prodotti a catalogo.

Anche se la produzione negli stabilimenti di Colloredo di Monte Albano, Fagagna, Martignacco e Pavia di Udine è calata e ai dipendenti è stato imposto il lavoro a chiamata, Freud continua a sottolineare l’importanza del suo codice etico aziendale. Ma dal 2008 per Pozzo la situazione è diversa grazie a un significativo accordo.

 

La cessione a Bosch

Nel 2008 l’imprenditore friulano cede le attività del gruppo in Italia alla multinazionale tedesca Bosch, fornitore leader e globale di tecnologie e servizi. Al 2007, il ramo industriale e commerciale ceduto ha un fatturato di 100 milioni di euro.

L’accordo prevede l’acquisizione da parte di Bosch delle società Pozzo, Freud Produzioni Industriali e Freud America. Nella vendita rientrano pure tutte le società estere attive nel segmento della commercializzazione degli accessori a marchio Freud. È un terzo complessivo delle attività del gruppo e della famiglia.

Il gruppo Bosch ha imposto impegni di riservatezza sugli aspetti numerici dell’accordo: i Pozzo non hanno mai potuto rendere noto il prezzo al quale hanno ceduto le proprie attività italiane. Almeno inizialmente, è invece stato mantenuto il livello occupazionale delle maestranze in Friuli.

 

La filosofia milionaria della famiglia Pozzo

È il titolo di un articolo apparso sul prestigioso quotidiano spagnolo El País in cui la giornalista Eleonora Giovio analizza il modello Pozzo: lo scouting organizzato da Gino (il figlio di Giampaolo) con il suo staff di collaboratori in tutto il mondo per scovare e acquistare a prezzi bassi talenti giovani e pressoché sconosciuti, farli emergere a Udine e rivenderli massimizzando il ritorno economico con enormi plusvalenze.

L’Udinese è una delle squadre italiane che guadagnano di più dal player trading. Soltanto nel periodo dal 1992 al 2016, il club bianconero ha incassato 647,8 milioni di euro di plusvalenze, a fronte di un fatturato netto di 820,3 milioni. “Qualunque azienda si gestisca, una famiglia, una bottega o la Fiat, la regola è sempre la stessa, dare e avere devono andare d’accordo. Altrimenti prima o poi finisce male”, ha dichiarato Pozzo in un’intervista a Mario Sconcerti per il Corriere.

 

Da quanto tempo gravita nel calcio

Pozzo è tifoso dell’Udinese sin da bambino. Entra in società quando si chiude l’era gloriosa di sua maestà Zico e di Teofilo Sanson, della Zanussi e di Lamberto Mazza, per lungo tempo a capo dell’Electrolux e del club. È il 29 luglio 1986: l’imprenditore friulano acquista le Zebrette in un momento complicato, con la squadra prima retrocessa in B d’ufficio e poi, a sanzione parzialmente rivista, penalizzata di 9 punti.

È l’inizio di un’avventura che dura da 37 anni e raggiunge picchi di gestione notevoli come il record di vendita per 86 miliardi nel 1998-1999 (solo la cessione dell’attaccante brasiliano Marcio Amoroso al Parma vale 71 miliardi di plusvalenza), l’utile netto di 52 miliardi del 1999-2000 e la cessione capolavoro di Alexis Sánchez al Barcellona, preso per 3 milioni dal Cobreloa e venduto ai blaugrana per 26 milioni più 11,5 legati alle prestazioni.

La curva dell'Udinese, la squadra del patron Giampaolo Pozzo
La curva bianconera (foto: Udinese Calcio 1896)

 

Pozzo oltre l’Udinese: dal Granada al Watford

Nel 2009, in seguito ad un fallimentare tentativo di aumentare le quote di proprietà all’interno dell’Espanyol, i Pozzo entrano in controllo degli andalusi del Granada. In quel periodo il club rossobianco è in Tercera División (la Serie C italiana) e ha grosse difficoltà finanziarie. La famiglia friulana centra due promozioni in due anni e riporta i Nazaríes nella Liga a 35 anni dalla loro ultima apparizione nel massimo campionato. Nel 2016, passati sei anni in proprietà, i Pozzo cedono la società spagnola al colosso cinese del marketing Desports Group di Jiang Lizhang.

Il secondo salvataggio è quello degli Hornets, i calabroni del Watford. La famiglia Pozzo rileva il club inglese nel 2012, con la squadra in Championship (la nostra Serie B), e centra la promozione in Premier League nel 2014-2015, dopo otto anni di assenza. Le stagioni successive sono all’insegna della salvezza, con la retrocessione in Championship nel 2020-2021, l’immediato ritorno in Premier nel 2021-2022 e l’ennesima retrocessione nella stagione successiva.

 

Udinese, un club sostenibile

Nonostante le indagini della Guardia di Finanza sulle presunte irregolarità nelle tante compravendite di giocatori tra i tre club che hanno fatto emergere la finanziaria lussemburghese Gesapar (controllata da due società panamensi) dietro l’Udinese, i Pozzo rappresentano storicamente un modello di gestione nella ricerca del pareggio fra entrate e uscite.

Le spese sono sempre state oculate e i bilanci sani, almeno fino agli ultimi due anni. Con i maggiori ammortamenti dovuti alla rivalutazione dei propri beni, tra cui il marchio, lo stadio e i diritti dei calciatori, i Pozzo hanno chiuso il 2022 con un rosso di 69 milioni. I diritti televisivi sono la fetta più importante del bilancio, dove i ricavi commerciali sono pari a 8,8 milioni.

Secondo gli studi del CIES Football Observatory, l’osservatorio svizzero del calcio sul mercato internazionale, l’Udinese è comunque una piccola Ajax: il club è 10° al mondo per utili, facendo segnare un lusinghiero +131 milioni nei cinque anni dal 2018 al 2023.

 

Quanto ha investito nel calcio

I bianconeri sono il club italiano che grazie al player trading e alle plusvalenze ha guadagnato di più negli ultimi anni. Tuttavia, non sono mancati acquisti costosi (e spesso controversi) come quello del centrocampista Rolando Mandragora, preso dalla Juve per 20 milioni, o quello del terzino Hassane Kamara, rilevato dalla società gemella Watford (come il fantasista Gerard Deulofeu) per 19 milioni.

L’Udinese, oltre ad appartenere alla cerchia ristretta delle squadre italiane dell’Ottocento, è una delle poche in Serie A ad avere uno stadio di proprietà. Il Friuli, inaugurato nel 1976, dal 2016 è la Dacia Arena. Il comune ha concesso a Udinese Calcio S.p.A. lo sfruttamento della superficie per 99 anni per un corrispettivo di 4,55 milioni. Tra diritti di proprietà superficiaria, riqualificazione e ristrutturazione, lo stadio è costato complessivamente 30 milioni alle casse della società.

 

I risultati sportivi nel corso della sua presidenza

Insieme all’Atalanta di Antonio Percassi, l’Udinese è la regina delle provinciali. Da quando c’è Giampaolo Pozzo alla sua guida, la squadra non è più retrocessa in B dal ritorno in A nel 1994-1995. Il migliore piazzamento in campionato è il terzo posto, raggiunto nel 1997-1998 con Alberto Zaccheroni e nel 2011-2012 con Francesco Guidolin.

Nel 2000-2001 la squadra allenata da Luciano Spalletti arriva in semifinale di Coppa Italia e vince la Coppa Intertoto nella doppia finale contro il Sigma Olomouc. L’Udinese raggiunge la Champions League in tre occasioni: due volte (nel 2011-2012 e nel 2012-2013) si ferma ai preliminari, mentre nel 2005-2006 esce ai gironi.

 

Il futuro delle Zebrette

Nessuno in Serie A ha un passato più lungo di Giampaolo Pozzo come proprietario di un club. Stando a quanto riporta Tuttosport, la famiglia friulana sarebbe tentata da un’offerta da 200 milioni di euro arrivata dagli Stati Uniti. Una cordata, formata dai fondi d’investimento 890 Fifth Avenue Partners e Group Nine Acquisition Corp, punta ad acquistare la società e anche il Watford.

Il passaggio di quote non è ancora chiuso, ma a quanto riporta il Messaggero Veneto ci sarebbe già l’intesa sul controllo del Sabadell, il terzo club di Barcellona ora in Tercera División oggetto del desiderio di Gino. L’accordo è in divenire: Pozzo non vorrebbe privarsi della quota di maggioranza dei bianconeri. La svolta potrebbe essere proprio una soluzione in stile Atalanta: un partenariato per rilanciare l’Udinês come nelle annate di Zac, Guidolin e Di Natale.

AUTORE

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Alessandro Zoppo

Ascolta musica e guarda cinema da quando aveva 6 anni. Orgogliosamente sannita ma romano d'adozione, Alessandro scrive per siti web e riviste occupandosi di cultura, economia, finanza, politica e sport. Impegnato anche in festival e rassegne di cinema, Alessandro è tra gli autori di Borsa&Finanza da aprile 2022 dove si occupa prevalentemente di temi legati alla finanza personale, al Fintech e alla tecnologia.

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