La start-up che vuole coltivare il basilico nello spazio | L'Espresso

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La start-up che vuole coltivare il basilico nello spazio

di Emanuela Cavallo   15 maggio 2024

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Nata dall’Università di Genova, Space V ha creato una serra per consentire agli astronauti di produrre e mangiare vegetali

Quando i ricercatori dell’Università di Genova si sono aggiudicati un importante finanziamento da parte di Galaxia, il Polo nazionale di trasferimento tecnologico dell’Aerostazione di Cassa Depositi e Prestiti, hanno progettato una bella serra con dentro il basilico. Come potrebbe mancare un sapore casalingo lassù tra le stelle? Finora gli astronauti si sono dovuti portare il cibo da casa, ma ora che si pensa a come abitare lo spazio, nasce la necessità di creare produzioni ad hoc.

 

Nell’ultima missione, la Ax-3 di Axiom Space, del gennaio scorso, si è pensato di portarsi lassù circa 3 chilogrammi di fusilli Barilla, candidando così la cucina italiana a patrimonio dell’umanità non solo sulla terra ma anche nello spazio. I futuri colonizzatori di pianeti avranno infatti bisogno di vegetali freschi, vista la propensione a prolungare le missioni e forse ad abitare satelliti e pianeti più vicini a noi. Così la start-up e spin-off dell’ateneo ligure, chiamata Space V (dove V significa vegetables), ha già messo a punto una serra, Adaptive Vertical Farm, secondo i principi di crescita delle singole piante e rendendo minimo il consumo energetico.

 

Una serra verticale adatta al volume di ogni arbusto con un sistema meccatronico per il movimento automatico dei ripiani di coltivazione, gestito con algoritmi di intelligenza artificiale. Si spera in uno sfruttamento totale della struttura con un aumento di resa del 135% rispetto a quella sul suolo terreno.  L’ingegnoso sistema alimentare è stato messo a punto da Patrizia Bagnerini, professoressa associata di Analisi numerica al Dipartimento di ingegneria meccanica, energetica, gestionale e dei trasporti (Dime) di Genova e il noto Franco Malerba, il primo astronauta italiano, laureato proprio nell’ateneo genovese.

 

Space V è già in fase avanzata per ottenere finanziamenti sia da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sia dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa). «La terra finisce e là comincia il cielo» cantava Lucio Dalla. Tra poco l’equiparazione sarà possibile grazie alle serre spaziali, i cui primi test stanno interessando l’insalata, anche se la professoressa Bagnerini è sicura di lanciare nello spazio pure l’amato basilico.