Isabella Rossellini: la diva discreta e raffinata dalle mille sfaccettature
Dal giornalismo alla moda, dal cinema alla vita bucolica, fenomenologia di un’icona poliedricamente sorprendente
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Oggi potrebbe essere definita una Nepo Baby, ma Isabella Rossellini, pur vantando come genitori due miti del cinema quali Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, è entrata nel mondo dello spettacolo in punta di piedi. Nelle scelte professionali, come in quelle stilistiche, ha sempre dimostrato garbo e consapevolezza delle sue origini come delle sue possibilità, non avendo mai remore di rivelare i suoi mille volti. Oggi è modella, attrice, regista, contadina, etologa e tanto altro ancora. Di lei stessa dice: “Ho cominciato appassionata di moda all'Accademia: volevo diventare costumista; poi tutti gli incontri anche casuali mi hanno portato ad essere tante cose, ma io so di essere la mia complessità e nulla di queste cose da sola basta a definirmi”.
Genesi di un’icona
Isabella nasce a Roma nel 1952 dall’amore di due miti del cinema, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, che però divorziano quando ha solo 5 anni. Da adolescente prima sogna di studiare agraria, una passione che la impegna ancora oggi nella sua fattoria di Brookhaven gestita con i figli, e poi si avvicina agli abiti e ai costumi cinematografici, motivo che la spinge ad iscriversi all’Accademia di Costume e Moda di Roma, dove inizia a lavorare con Marcella De Marchis, scenografa e costumista nonché moglie di suo padre.
Appena 19enne, lavora come traduttrice e collaboratrice per la Rai, per poi diventare la corrispondente da New York per L’altra domenica di Renzo Arbore, programma cult n cui debuttano Roberto Benigni, Maurizio Nichetti, Andy Luotto e Milly Carlucci. Nello stesso periodo diventa assistente di un giornalista sportivo, Gianni Minà, fino al suo esordio nel cinema nel 1976 in Nina di Vincente Minnelli, film in cui fa una breve apparizione nelle vesti di una suora insieme a sua madre.
Il suo vero debutto al cinema lo affronta nel 1979 con Il prato. Nel 1985 recita nel suo primo film americano, Il sole a mezzanotte, ma probabilmente è stata l’interpretazione di Dorothy Vallens in Velluto Blu di David Lynch a renderla famosa. Poi recita in Cugini di Joel Schumacher; La morte ti fa bella, film cult di Robert Zemeckis; Fearless - Senza paura di Peter Weir; L’Odissea di Andrej Končalovskij in cui interpreta Minerva; Fratelli di Peter Greenaway; Le valigie di Tulse Luper - La storia di Moab.
La moda
L’America porta nella sua vita anche la moda: qui, a 27 anni inizia a prestarsi agli obiettivi dei fotografi più famosi del panorama mondiale, prima con Bruce Weber, poi con Bill King. Posa, tra gli altri, per Richard Avedon, Steven Meisel, Helmut Newton, Peter Lindbergh, Eve Arnold, Francesco Scavullo, Annie Leibovitz e Robert Mapplethorpe e per magazine quali Vogue, Marie Claire, Harper's Bazaar, Elle. Cavalca le passerelle di Donna Karan, Blumarine, Jean Paul Gaultier e ancora oggi per Dolce&Gabbana.
Lancôme la sceglie come testimonial per il profumo Trésor e il rossetto Rouge Superbe o Absolu, fino a quando l’attrice non compie 40 anni: a quel punto la ritengono “troppo vecchia” per continuare ad avere quel ruolo, “perché gli spot devono rappresentare i sogni, non la realtà. E le donne sognano di apparire giovani, non quarantenni”. All’età di 65 anni però, la maison, dopo un cambio al vertice e delle scuse, ha richiesto Isabella come suo volto.
Il sodalizio con Lancôme l’ha elevata ad icona di bellezza, ma Isabella è riuscita a rimanere una diva dal fascino discreto, sofisticato, senza mai eccedere in narcisismi, ma approcciandosi sempre alle cose con la grazia di una carezza delicata.
Le sue mille sfaccettature si delineano in uno stile che negli anni è stato eclettico e camaleontico, boyish ma profondamente femminile: così da femme fatale e seduttrice diventa ironica e trasgressiva, a tratti androgina. Un ensemble che sintetizza la sua personalità poliedrica è la camicia bianca, spesso chiusa fino all’ultimo bottone, e il completo sartoriale maschile, in nero o gessato, con il quale probabilmente Isabella Rossellini resterà nell’immaginario collettivo per sempre.
Il suo stile converge suggestioni di un mondo chic con la coolness più contemporanea, attraverso tessuti preziosi e velluti, in particolare rosso; in colli alla coreana e caftani con stampe; in fili di perle intorno al collo a due o a quattro e orecchini pendenti e preziosi; in stole in taffetà da avvolgere al corpo; cravatte, gilet sartoriali, foulard al collo e scarpe particolari; abiti lunghi e morbidi, paisley e lavorazioni damascate. Ma anche labbra vermiglie; taglio pixie o caschetto con la frangia; viaggi in India, Birkenstock in aeroporto, musica classica e le sneakers abbinate ai completi eleganti.
Gli amori di una vita
La sua vita è stata costellata da tanti amori avvincenti: da Christian De Sica a Luciano De Crescenzo, scrittore e filosofo campano, nonché grande seduttore, con il quale aveva ben 28 anni di differenza. Sono rimasti amici per sempre, tanto che, ripercorrendo la loro storia, De Crescenzo in un documentario disse: “Mi innamorai di lei non solo per la sua grande bellezza, ma anche per la sua profonda intelligenza. Nella mia vita credo di aver pianto solo tre volte. Una di queste fu quando Isabella mi lasciò per andare in America”.
In America, conosce tutti i suoi ex mariti: prima sposa Martin Scorsese, il cui matrimonio dura tre anni, fino al 1982; poi convola a nozze col modello Jon Wiedemann, da cui ha una figlia, Elettra, ma la relazione termina nel 1986. Si risposa con David Lynch, ma anche questa unione finirà presto con il divorzio. In seguito ha avuto relazioni con il grande ballerino Mikhail Baryshnikov, il Dracula di Coppola Gary Oldman, il regista e produttore Gregory Mosher.
Galline e sentimenti
Un altro amore della sua vita è senza dubbio quello nutrito per la natura e gli animali. Nella sua azienda di famiglia, gestita con i figli Elettra, food writer ed editor, e Roberto, fotografo e modello, non solo coltivano i prodotti della terra e allevano polli, tacchini, pecore e capre, oltre a innumerevoli cani di razze diverse, ma esplorano anche nuove modalità creative di vivere e imparare.
Isabella si è avvicinata recentemente all’etologia, la scienza del comportamento animale, e ha scritto un libro su Andy Warhol, la sua gallina più docile, chiamata così per via di un ciuffo bianco simile a quello dell’artista. Si chiama Le mie galline e io ed è una sorta di tesi per dimostrare che no, non sono affatto stupide come si pensa. Ha illustrato la sessualità degli insetti in Green Porno, una serie di video di cui ha curato la regia. Inoltre è consigliere del Wildlife Conservation Network e direttrice della Howard Gilman Foundation, un'istituzione impegnata nella salvaguardia della natura e nella conservazione dell'arte, della fotografia e della danza.
Tra le altre sue passioni, ci sono gli spaghetti, nonché il suo guilty pleasure, e le espressioni italiane come “magari” e “mannaggia”, che sono le sue parole preferite.
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