beatriceinnaro
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L'Italia del centrismo

L'Europa sta faticosamente trovando una sua dimensione di integrazione, la cui accelerazione avverrà solo dopo la caduta del Muro di Berlino. In Italia è cominciata la prima fase centrista, una coalizione di forze moderate (Dc come perno centrale e tre partiti laici intorno) caratterizzata da anticomunismo, cifra di riferimento che colloca l'Italia nel sistema politico e militare occidentale, atlantismo, motivo di scontro parlamentare continuo tra le due opposizioni (sinistra/destra e centrismo) e il radicale scontro tra le due opposizioni, che raggiunge livelli altissimi con la legge truffa durante le seconde elezioni legislative nazionali del 1953.

Lo scontro elettorale è durissimo perché De Gasperi introduce una riforma elettorale maggioritaria, che fino a quel momento era stata proporzionale: il 65% dei seggi viene dato a chi ottiene il 50,1% dei voti, un'estremizzazione della Legge Acerbo. Il risultato delle elezioni è disastroso, De Gasperi viene sconfitto perché all'interno dei partiti laici non tutti sono d'accordo sulla legge truffa, denominata così dalla propaganda dell'opposizione. Nella Dc, inoltre, si sta affermando Amintore Fanfani, professore di economia particolarmente acculturato ed irruento, cattolico fervente ed esponente dei giovani turchi (coloro che vogliono rompere determinati schemi e togliere di mezzo una classe politica antica). Vuole tentare di rompere l'alleanza social-comunista, cominciando un dialogo con il partito socialista, e vuole trasformare la politica liberista economica di De Gasperi in una politica economica più legata al regime fascista, riprendendo l'idea di Stato imprenditore e trasformandola in un concetto democratico e repubblicano. Ha al suo fianco Giovanni Gronchi, primo Presidente della Repubblica democristiano, dopo Einaudi (1948-1955).
De Gasperi viene congedato e, così, inizia la seconda fase del centrismo, condotta sia da Fanfani che da Gronchi. I Presidenti del Consiglio sono di area moderata, ma sono esponenti che devono rispondere al segretario della Dc, Fanfani. Vuole introdurre elementi che possano disinnescare l'opposizione di sinistra tramite il Piano Casa, vasto piano di edilizia popolare, la riforma agraria, cercando di estirpare il problema del latifondo presente ancora in tante parti del sud e la Cassa per il Mezzogiorno, una banca di investimento statale per incentivare gli investimenti industriali e aiutare l'economia faticosamente riemergente del Sud. Si cerca di rilanciare il sud, creando però le strutture di un'economia a macchia di leopardo, con un risultato parzialmente riuscito. C'è, inoltre, la volontà di apertura verso il Partito socialista, che si è ridotto e sta scendendo di voti, oltre ad aver subito diverse scissioni.
Il neoatlantismo è un'innovazione rispetto alla precedente era di De Gasperi. Fanfani comincia ad introdurre un nuovo modo di concepire l'alleanza con gli USA, non più subalterna. Vuole dare autonomia diplomatica ed economica all'Italia, diventando interlocutrice dei Paesi che si affacciano al Mediterraneo, andando contro la volontà di Washington, che invece vuole un duro scontro con l'Unione Sovietica. Il neoatlantismo, infatti, non piace agli Stati Uniti, così come non piace la nuova stagione di politica economica che vede lo Stato imprenditore. La statalizzazione è una delle caratteristiche principali del centrismo, prendendo sia da Giolitti che da Mussolini. Enrico Mattei, ex comandante partigiano, è un grande imprenditore e capitano di industria: riceve, nel 1945, l'ordine di liquidare l'AGIP, ma invece di eliminarla la rafforza e la inserisce in un progetto più ampio, quello dell'ENI, l'Ente Nazionale Idrocarburi. Comincia, lanciandosi nel campo del neoatlantismo, a tessere rapporti con i paesi del Nord Africa che si stanno muovendo sul fronte della decolonizzazione. La Francia è la principale nemica di quest'operazione, in quanto controlla quella zona. Quando muore Mattei finisce la stagione dell'indiscutibile miracolo economico italiano. L'Italia centrista, negli anni '60, diventa, con la lira, la prima moneta d'Europa, nonché uno dei maggiori produttori di plastica al mondo.
E' un paese economicamente forte, con una forte industria estrattiva che controlla tutte le principali miniere di pirite, piombo e amianto. Grazie agli stipendi bassissimi e allo sfruttamento degli operai, inoltre, l'Italia è competitiva dal punto di vista del prezzo dei prodotti.
Dopo il 1958, con la terza legislatura, si vede una flessione della Dc e un rafforzamento del partito comunista. Cercando un potenziale alleato, si volta verso il Movimento socialista italiano. Michelini, leader del partito di estrema destra, comincia ad avvicinarsi alla sfera governativa. Trovando, quindi, un alleato, Tambroni, dopo Fanfani, guida un governo con l'appoggio dell'Msi, che provoca grandi manifestazioni e scioperi popolari a causa dell'entrata del fascismo al governo. In seguito, con la caduta del governo Tambroni, inizierà un'apertura al dialogo con la sinistra socialista.