Nashville Pussy – Recensione: From Hell To Texas

Nashville Pussy – Recensione: From Hell To Texas

Un breve viaggio, nemmeno quaranta minuti, poco più di un cortometraggio attraverso le praterie western in cui i Nashville Pussy e il loro rock and roll vorace e immediato di sono stabiliti ormai da tempo. Rumori di saloon, sibili di serpenti a sonagli, manca solo il vecchietto con la spiga di grano in bocca e la vocetta stridula per completare l’idilliaco quadretto.

La sabbia del deserto sembra però fare bene a Blaine Cartwright e compagni, e la band si conferma in grado di produrre lavori piacevoli, anche se non proprio portatori di novità. In mezzo a una serie di brani veloci, basati sulla chitarra e sulla carta vetrata della voce di Cartwright, si notano i due blues di “Lazy Jesus”, dal ritmo quasi ballabile, e “Stone Cold Down”, più lento ma dalla melodia altrettanto vivace. Il resto dell’album è composto da brani in linea con lo stile consueto dei Nashville Pussy, grezzi, veloci, con pochi cori e pochissimi assoli, più tendenti all’ironia che alla malinconia e un minimo tentativo di confezionare qualcosa di più complesso soltanto in “Pray For The Devil”. Sullo stesso livello si colloca anche la produzione del disco, non particolarmente ricercata per rimanere in linea con lo stile del gruppo; è però una di quelle situazioni in cui una produzione di questo tipo è non solo gradita, ma quasi auspicata. Ideale per un viaggio alcolico in compagnia di un gruppo di amici, con il quale si potrà ironizzare liberamente anche delle grazie (poco nascoste) delle due fanciulle del gruppo.

Voto recensore
6
Etichetta: Steamhammer / SPV

Anno: 2009

Tracklist:

01. Speed Machine
02. From Hell To Texas
03. Drunk Driving Man
04. Lazy Jesus
05. I'm So High
06. Ain’t You Business
07. Dead Men Can't Get Drunk
08. Late Great USA
09. Pray For The Devil
10. Why Why Why
11. Stone Cold Down
12. Give Me A Hit Before I Go


Sito Web: http://www.myspace.com/nashvillepussy

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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