Totò diventa un brand: pizzerie e ristoranti ora devono cambiare nome - La Stampa

Basta locali con il nome di Totò e attenzione a riprodurre liberamente la famosa poesia «’A livella». Gli eredi di Antonio De Curtis, attore simbolo dell’Italia e tra gli artisti più noti e iconografici, forse il più esportato nelle pizzerie italiane di tutto il mondo come richiamo immediato a Napoli, hanno vinto la loro battaglia e così Totò è diventato un brand.

Nel 2023, il Tribunale di Torino ha concesso agli eredi del «Principe della risata« la possibilità di poter inibirne l’uso non autorizzato del nome e della poesia. Erano state raccolte numerose segnalazioni da tutt’Italia dagli avvocati dello studio legale romano degli eredi di Totò: sono così iniziate le missive dei legali con la diffida ai titolari dei locali di cambiare nome.

«È una questione di rispetto per mio nonno. Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine», dice al Mattino la nipote del celebre comico e Elena De Curtis. Le diffide sono arrivate a numerosi esercizi, per ora a Torino, Latina e Porto Ascoli. Nel mirino non solo i nomi dei locali, ma anche le immagini di Totò riprodotte su tovagliette, quadri, insegne, persino i cartoni da asporto delle pizze.

A Torino il tribunale ha anche stabilito una multa da circa 200 euro per ogni inosservanza. In alcuni casi, oltre alla penale, si sta si sta andando verso la citazione in tribunale.

Il caso della statua contesa ad Alassio
Non è la prima volta che l’immagine di Totò è al centro di una disputa. Qualche anno fa la disputa aveva come protagonista una statua installata, tolta e poi rimessa ad Alassio, nel Savonese. Nel 2009 la giunta comunale aveva deciso di intitolare in un giardino pubblico una scultura dell’artista Flavio Furlani. Festa e inaugurazione, alla presenza della figlia Liliana De Curtis, e arrivò persino un messaggio dell’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

L’anno dopo, nuova giunta comunale e nuove decisioni: il sindaco leghista decise di rimuovere il busto e dedicare l’area a Luigi Morteo, benefattore della città. La ragione legata a uno «scarso valore artistico della statua». La statua venne così riposta in un magazzino, mentre altre amministrazioni dicono di essere disponibili ad averla la statua. E così, la retromarcia e il ritorno della statua in piazza Toti, sul Lungomare.

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