Katia Crivellari: Open Call racconta di identità differenti - Sconfinamenti

Katia Crivellari: Open Call racconta di identità differenti

Ha origini italiane, Katia Crivellari, danzatrice, attrice e ora anche regista. È lei la vincitrice, con Open Call, del premio Spi Stories 2023, concorso di cortometraggi organizzato da LiberEtà e Spi Cgil e dedicato, quest’anno, al concetto di “identità differenti”.

«Attraverso Open Call ho voluto riflettere sul concetto di identità e persona, che nel caso del protagonista del mio cortometraggio ha una disabilità» inizia così il mio incontro con Katia, lei seduta su un divano, senza trucco, un sorriso contagioso; io ho alle spalle una parete bianca. Lei in Francia, io in Belgio: con Katia parlo tramite Zoom. E in inglese. «Come sai – mi dice – sono per metà italiana. Ma non parlo l’italiano, anche se da ragazzina tenevo una grande bandiera dell’Italia in camera mia. Quando ho saputo che sarei stata a Venezia per il premio, per me è stata una grandissima emozione. Una sorta di ritorno alle origini. Ho persino pensato di iscrivermi a un corso di lingua, per apprendere le basi dell’italiano. Mi piacerebbe molto acquisire buone competenze. Per me sarebbe un modo per avvicinarmi ulteriormente ai miei nonni e alla loro (quindi anche alla mia) identità».

Il cortometraggio che è valso a Katia il premio Spi 2023 è stato realizzato per il concorso “Ça tourne en île de France” (da girarsi per le vie di Parigi, n.d.r.), in occasione del Film Festival “Paris Courts Devant”. Si apre con la scena di un giovane ballerino seduto nella sala di attesa di un ufficio per ricevere contributi sociali. Il tempo passa. E si fa tardi. L’uomo è di fretta, lo aspetta un’audizione di danza (della quale si è quasi dimenticato) in una periferia cittadina non particolarmente attenta alle disabilità. E lui, il protagonista del cortometraggio, ha una disabilità. Ma questo, chi guarda il lavoro di Katia, lo “vede” solo in un secondo momento, perché importantissimi nella storia raccontata da Open Call sono i rapporti umani che si istaurano tra il ballerino protagonista e alcuni altri aspiranti comparse presenti al provino. «Il tema della disabilità c’è, ed è evidente, però non è l’unico aspetto che desideravo mettere in evidenza» conferma Katia. «Ho conosciuto Iliès Pidzy, il protagonista di Open Call, a un corso di danza – continua Katia – sapevo che desidera anche cimentarsi come attore, così gli ho proposto la parte. Fino a quel momento non avevo mai prestato troppa attenzione alla sua disabilità. Per me lui era un ballerino».

«Ho raccontato a Iliès della mia idea e ci siamo confrontati su cosa fosse possibile o realistico per lui fare. Abbiamo trascorso diverse ore al telefono per discutere di come dare forma all’idea che avevo in mente. Mi interessava la sua prospettiva. Dopo quel confronto telefonico, il cortometraggio “si è fatto da solo”, nel senso che la stesura della storia è seguita in modo completamente naturale». Così naturale che la registra ha impiegato davvero pochissimi giorni per la stesura dello script, le riprese e il montaggio!

È un fiume in piena, Katia, quando mi racconta di come è nato Open Call. Si ferma solo un attimo quando le domando delle difficoltà maggiori nel produrre il cortometraggio; non sa bene cosa rispondere. Poi mi stupisce quando afferma che i momenti meno facili da gestore abbiano riguardato come organizzare gli snack per gli intervali e gli abiti delle comparse!

Tornando al premio Spid 2023, chiedo a Katia un commento che riassuma il suo stato d’animo: «Venire premiata me è molto incoraggiante a livello professionale in quanto Open Call è la mia prima esperienza vera da regista. Il riconoscimento pubblico mi ha aperto il cuore e certamente non mi fermerò ora con le produzioni come regista. E poi il fatto di aver ricevuto il riconoscimento a Venezia ha reso tutto più romantico e magico».

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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