SWANSON, Gloria in "Enciclopedia del Cinema" - Treccani - Treccani

SWANSON, Gloria

Enciclopedia del Cinema (2004)

Swanson, Gloria

Manuela Maggi

Nome d'arte di Gloria May Josephine Svensson, attrice cinematografica statunitense, nata a Chicago il 27 marzo del 1899 e morta a New York il 4 aprile del 1983. Grazie al magnetismo dello sguardo, capace di esprimere innocenza e spregiudicatezza, e a una forte presenza scenica, ma soprattutto in virtù di un carattere intraprendente e tenace, divenne una delle dive più popolari degli anni Venti, riassumendo nella sua figura tutti gli elementi più tipici del sistema divistico del periodo e anzi contribuendo a metterne a punto il complesso meccanismo. A fissare il suo nome nella memoria cinematografica del 20° sec. fu però un film del 1950, quando da tempo si era conclusa la sua parabola artistica, l'indimenticabile Sunset Boulevard (Viale del tramonto) di Billy Wilder, per il quale ottenne una nomination all'Oscar come attrice protagonista.

Figlia di un ufficiale dell'esercito, per diversi anni seguì gli spostamenti del padre in Florida, Texas, Porto Rico. Tornata a Chicago con la madre, frequentò le scuole superiori e a soli quindici anni cominciò a lavorare nel cinema in piccoli ruoli presso gli studi della Essanay. Trasferitasi a Hollywood nel 1916 con l'attore comico Wallace Beery (primo dei suoi numerosi mariti), venne scritturata da Mack Sennett per la Keystone dove apparve in numerose domestic comedies. Nel 1918 passò alla Triangle, ove ebbe l'opportunità di misurarsi anche con ruoli drammatici in film come Everywoman's hus-band di Gilbert P. Hamilton e Her decision di Jack Conway, entrambi del 1918. Ma solo a partire dall'anno successivo, firmato il contratto con Adolph Zukor della Famous Players-Lasky Corporation, sotto l'attenta direzione del noto regista Cecil B. DeMille la S. riuscì a diventare una delle star più amate dal grande pubblico. Nei sei film interpretati per DeMille, drammi o commedie sentimentali dai toni forti spesso sensualmente audaci, ambientati nell'alta società, l'attrice perfezionò il suo personaggio di donna sofisticata e spregiudicata, pur misurandosi sempre con ruoli positivi come in Don't change your husband (1919; Non cambiate marito!) o nel più trasgressivo Male and female (1919; Maschio e femmina). Sull'onda del successo, interpretò numerosi film diretta da Sam Wood ‒ in Beyond the rocks (1922; L'età d'amare) recitò al fianco di Rodolfo Valentino ‒ e Allan Dwan, come Zaza (1923; Zazà) e Manhandled (1924; Maschietta), in cui affrontò toni recitativi diversi, da quelli brillanti a quelli più patetici. Alla fine del 1924 ottenne i diritti di una pièce francese, Madame Sans-Gêne di E. Moreau e V. Sardou, nonché il permesso dalla Paramount Pictures di girare in Francia l'omonimo film diretto nel 1925 da Léonce Perret. L'attrice fece rientro negli Stati Uniti trionfalmente al fianco del suo terzo marito, il marchese Henry de la Falaise.

Nel 1926, a soli ventisette anni la S. aveva già alle spalle decine di grandi successi internazionali: molto amata dai suoi fans, presenzialista e generosa con il suo pubblico, era la diva per eccellenza, e dettava legge con le sue pettinature, il suo maquillage, i suoi abiti preziosi, le sue case sontuose. Fu allora che poté permettersi di rifiutare un contratto di un milione di dollari con la Paramount per diventare produttrice indipendente e legarsi alla United Artists. Il secondo film da lei prodotto e interpretato, Sadie Thompson (1928; Tristana e la maschera) diretto da Raoul Walsh, tratto da un racconto di ambientazione esotica di W.S. Maugham, fu un successo. Il personaggio di Sadie, prostituta costretta a confrontarsi con l'ipocrisia di un pastore protestante, diede finalmente modo alla S. di rivelare il suo talento in un ruolo difficile e trasgressivo (ma come sempre entro determinati confini: Sadie alla fine infatti si redime con un onesto matrimonio), interpretato con vitalità e umanità, e di ottenere una nomination come migliore attrice protagonista nella prima edizione degli Oscar (1927-28). Seguì un altro progetto ambizioso ed estremamente dispendioso per la S. (nonostante l'apporto economico del banchiere J.P. Kennedy, con cui ebbe un'intensa relazione sentimentale), che purtroppo non vide mai compimento; la lavorazione di Queen Kelly (1928) venne interrotta infatti a causa dell'avvento del sonoro e dei dissidi sorti tra il regista, Erich von Stroheim, e la produzione (la stessa S. montò una versione ridotta del film che venne però sconfessata dal regista).

Anche se The trespasser (1929; L'intrusa) di Edmund Goulding, primo film parlato della S., ottenne un notevole successo e le valse una seconda nomination all'Oscar, gli anni Trenta, con i loro profondi mutamenti economici e di gusto, videro l'attrice allontanarsi gradualmente dal cinema. Dopo alcuni film come What a widow (1930; Che tipo di vedova), una commedia di A. Dwan, Tonight or never (1931) di Mervyn LeRoy, Music in the air (1934; Musica nell'aria) di Joe May, la S. si dedicò a nuove attività in ambito commerciale ma anche teatrale e poi televisivo. Fino a quando nel 1950 ebbe l'opportunità di interpretare un film per alcuni aspetti geniale, Sunset Boulevard, riflessione amara e spietata sul mondo del cinema, nel ruolo di Norma Desmond, un'ex diva del muto che si illude di poter tornare in auge grazie a un film da lei scritto con l'aiuto di un giovane e spiantato sceneggiatore, che diventerà suo amante e che la stessa Norma ucciderà in un raptus di follia. La S. costruì, con autenticità e autoironia, un personaggio talmente simile a sé stessa da risultare impietoso. Questa grande rentrée non ebbe tuttavia un seguito adeguato: alcune partecipazioni teatrali, i film Three for bedroom C (1952) di Milton H. Bren e Mio figlio Nerone (1956) di Steno e alcuni lavori televisivi.Nel 1980 pubblicò una dettagliatissima autobiografia, Swanson on Swanson (trad. it. Memorie ‒ Gloria Swanson, 1981), che testimonia di una carriera e di una vita gestite sempre con intelligenza e coraggio.

Bibliografia

R.M. Hudson, R. Lee, Gloria Swanson, South Brunswick (NJ) 1970; L.J. Quirk, The films of Gloria Swanson, Secaucus (NJ) 1984.

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