«Dalla stessa parte mi troverai», recensione del libro di Valentina Mira
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La storia dimenticata dalla destra

«Dalla stessa parte mi troverai» di Valentina Mira

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«Dalla stessa parte mi troverai»

Prima ancora di essere un caso editoriale, il libro di Valentina Mira in corsa al Premio Strega 2024, Dalla stessa parte mi troverai (Sem Libri), è stato un caso politico. Infatti, prima ancora dell’uscita in libreria, al momento della pubblicazione di alcuni estratti in anteprima, la destra – e soprattutto Fratelli d’Italia –  l’ha definito un «romanzo revisionista» rispetto ai fatti di Acca Larentia. C’è qualcosa, nel libro di Mira, che scotta e infastidisce il partito al Governo: la presenza di Giorgia Meloni ad Acca Larentia, durante la commemorazione del 2008, in veste di ministra della gioventù. La stessa Meloni che lo scorso febbraio è stata fortemente criticata per il silenzio davanti alla notizia di 150 persone identificate per il saluto romano, durante l’ultima commemorazione nel luogo.

«Dalla stessa parte mi troverai»

Ma il libro politico di Valentina Mira è prima di tutto un romanzo e, in quanto tale, racconta una storia: quella di Rossella Scarponi e Mario Scrocca, due ragazzi che si amano e che non avranno abbastanza tempo per amarsi. Lei è «una ragazza bionda con gli occhi di mare», vive alla Garbatella, ha quindici anni ed è nel collettivo femminista della scuola. Lui vive alla borgata Alessandrina, «un pischello che lotta per le cose pratiche, che per qualcuno potrebbero risultare piccole mentre per un quartiere intero – per la tua gente – sono il mondo», come i marciapiedi, per cui Mario si è sempre battuto. Sono giovani e il loro amore si intreccerà alla storia, fino a rimanerne schiacciato. Il libro è stato candidato da Franco Di Mare con la seguente motivazione:

In questo potente romanzo Valentina Mira racconta la storia di Acca Larentia e degli anni di piombo che seguirono, gli omicidi, i processi, un clima mefitico e velenoso che avvolgeva i cuori e le menti del Paese. E lo fa intingendo la penna “nel latte e nel sangue” con cui Roma ha scritto la sua storia millenaria e raccontando una storia d’amore e del suo potere salvifico. Non basterà a trovare una ragione delle cose. Valentina però una spiegazione ce l’ha. Ma non sarò io a svelarla. Leggetela. Mi ringrazierete.

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Acca Larentia

7 gennaio 1978. Sono passate da venti minuti le 18 quando cinque giovani missini escono dalla sede dell’Msi in via Acca Larentia a Roma per un volantinaggio del concerto del gruppo di musica alternativa di destra Amici del Vento. Sono investiti dai colpi delle armi automatiche impugnate da un commando di cinque o sei persone. Uno, il ventenne Franco Bigonzetti, iscritto al primo anno di medicina, rimane ucciso sul colpo. Lo studente diciottenne Francesco Ciavatta, ferito, tenta di fuggire lungo la scalinata a lato della sezione ma viene inseguito, colpito nuovamente alla schiena e morirà in ambulanza.

All’aggressione seguono violenti scontri tra i militanti dell’Msi e le forze dell’ordine. Ci scappa un altro morto: Stefano Recchioni. Nessuna indagine riuscirà mai a chiarire chi abbia fatto partire il proiettile che lo colpì alla testa. Tutti gli accusati dell’omicidio sono assolti in primo grado per insufficienza di prove, tutti tranne uno: Mario Scrocca, prelevato dalla sua casa una mattina all’alba. Non vi farà più ritorno.

Rossella e Mario 

Un amore scoppiato all’improvviso, durante una festa. Una manciata di sguardi e per Rossella è tutto chiaro: «Io questo me lo sposo» pensa subito. E così sarà. Ma il destino incombe presto sulle spalle dei due giovani e il loro tempo finisce prima del previsto. Dopo due giorni di carcere, Mario Scrocca si toglierà la vita, ma in realtà su ciò che è accaduto nella cella – che tra l’altro doveva essere a prova di suicidio – del Regina Coeli non è mai stata fatta chiarezza.

È invece assodato che con il delitto di Acca Larentia Scrocca non ha mai avuto a che fare. La moglie ha sempre saputo che c’era qualcosa che non andava nel resoconto delle forze dell’ordine, per anni ha cercato la verità in silenzio, nel proprio quotidiano e, infine, ha affidato la sua storia alla penna di Mira. Così, la parola letteraria si è fusa e confrontata con una memoria politica per molti scomoda, come si è visto anche dalla polemica attorno al libro, sollevata da diversi giornali di destra e da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia.

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L’autrice come personaggio

Dalla stessa parte mi troverai (acquista) non racconta solo la storia di Rossella Scarponi e Mario Scrocca o di Acca Larentia: tra le righe trova spazio anche la vicenda personale dell’autrice, che ha avuto una relazione con un militante di estrema destra. Mira ha spiegato di aver sentito il bisogno di scrivere questo libro per «una sorta di colpa da espiare: il fascismo dentro e intorno a me».

Lei, che oggi si definisce orgogliosamente antifascista e femminista, mostra come spesso la violenza venga normalizzata, le relazioni tossiche accettate, il narcisismo non visto. «Il mio antifascismo non è di posizionamento, è il frutto di un vero e proprio percorso di liberazione» ha spiegato a più riprese l’autrice, al patibolo anche per aver collaborato con il sito conservatore Gli italiani, sul quale in passato avrebbe pubblicato diversi articoli piuttosto allineati. Alle critiche, Mira non si è sottratta: ha ammesso tutto, d’altra parte non aveva fatto mistero del proprio passato nemmeno nel suo primo libro, X, in cui raccontava dello stupro subito. Agli attacchi, l’autrice ha risposto che il libro è politico e la politica, a quanto pare, non ha ancora fatto pace con i demoni del suo passato. 

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Maria Ducoli

22 anni, studio linguistica a Venezia, leggo, scrivo e cerco di sopravvivere alla giornata.

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