1.5.1941, entra in servizio il regio sommergibile Ammiraglio Caracciolo – La voce del marinaio
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1.5.1941, entra in servizio il regio sommergibile Ammiraglio Caracciolo

di Carlo Di Nitto

Il regio sommergibile oceanico “Ammiraglio Caracciolo”, classe “Saint Bon” o “Ammiragli”, dislocava 1703/2164 tonnellate (emersione/immersione). Impostato il 16 ottobre 1939 presso i Cantieri C.R.D.A. di Monfalcone, era stato  varato il 16 ottobre 1940; entrò in servizio il  1° maggio 1941.
Subito dopo l’entrata in servizio, effettuò il previsto periodo di esercitazioni e addestramento. Per le sue grandi dimensioni, si decise di utilizzarlo per il trasporto di personale e materiali verso il fronte del nord Africa. L’ 8 dicembre 1941 partì da Taranto diretto a Bardia portando un carico misto di materiali e combustibili. Durante l’andata subì un attacco aereo che provocò una prima vittima. Giunto a Bardia il 10 dicembre e sbarcato il carico, prese a bordo militari italiani e tedeschi da portare a Suda e ripartì immediatamente. Nel corso della notte, a circa 30 miglia al largo di Bardia, avvistò un convoglio nemico che attaccò risolutamente ma dovette subire la pronta reazione della scorta. Fatto oggetto di lancio di bombe di profondità pur essendosi immerso a grande profondità fu costretto a riemergere perché gravemente danneggiato. Riemerso fu subito centrato a breve distanza dal tiro del CT britannico “Farndale”. Valutati gli ulteriori gravi danni, si decise l’autoaffondamento anche per evitarne la cattura. I sopravvissuti abbandonarono il battello mentre il comandante, C.C. Alfredo Musotto, preferì rimanere sulla sua unità che affondò alle ore 03.00 dell’11 dicembre 1941 trascinando con sé 48 uomini tra membri dell’equipaggio e passeggeri.

Nel corso dell’affondamento, si rese eroico protagonista il marinaio Osvaldo Uttaro da Gaeta. Fu insignito di Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla memoria” con la seguente motivazione:
“Imbarcato su sommergibile sottoposto in immersione a caccia accanita e costretto ad emergere per mancanza d’aria di riserva, nel corso della successiva manovra per l’autoaffondamento dell’unità perseguita dall’avversario, essendo già in mare per il sopravvenuto ordine di abbandonare il battello, tornava volontariamente a bordo per assicurare il salvataggio di un suo compagno. Consentiva così a questi di mettersi in salvo, mentre egli trovava morte gloriosa, lasciando esempio di eccezionale spirito di cameratismo e sprezzo del pericolo”.
ONORE AI CADUTI !

Osvaldo Uttaro
di Carlo Di Nitto

 e Claudio Confessore

banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-com(Gaeta, 10.11.1920 – Mare, 11.12.1941)

carlo-di-nitto-per-www-lavocedelmarinaio-comOsvaldo Uttaro nacque a Gaeta i1 10 novembre 1920 da Salvatore e da Alessandranna Viola.
Avviato in un primo momento al mestiere di pescatore, poco prima dello scoppio della guerra aveva trovato impiego nel locale stabilimento della Vetreria.
Già ammesso a ritardare in tempo di pace la prestazione del servizio militare per avere il fratello Luigi sotto le armi, il 15 dicembre 1940 giunge al Deposito CREM di Taranto dopo aver volontariamente rinunciato al congedo illimitato di cui godeva.
Destinato sul nuovissimo Sommergibile Ammiraglio Caracciolo ancora in fase di addestramento, seguirà le sorti di questa Unità. Effettua cinque missioni addestrative.

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Da Taranto, il “Caracciolo” salpa per la sua prima missione in zona d’operazioni il 5 dicembre 1941. La destinazione è Bardìa con 126 tonnellate di materiale vario. Cinque giorni più tardi giunge a destinazione e la partenza la sera stessa per Suda, nell’isola di Creta. Durante la notte, tra il 10 e l’11 dicembre 1941, avviene l’avvistamento di un convoglio inglese ed il successivo attacco in emersione del nostro sommergibile. Il disimpegno, la fuga in immersione, ma il “Caracciolo è intercettato dal cacciatorpediniere “Farndale” che, dopo averlo colpito con le bombe di profondità e averne danneggiato anche le prese d’aria, lo costringe ad emergere.

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Il Comandante, capitano di corvetta Alfredo Musotto inquadra immediatamente che la situazione è senza speranza ed ordina l’autoaffondamento dell’unità ed il suo abbandono da parte dell’equipaggio. Sono momenti tragici. I cannoni della nave britannica continuano a sparare ed il bagliore dei colpi illuminano il sommergibile italiano. E’ in quel momento che Osvaldo Uttaro, già in acqua per l’ordine del comandante Musotto, si accorge che un altro marinaio è impigliato e rischia la morte. Non ci pensa due volte, poche bracciate ed eccolo a bordo per aiutare il suo compagno che riesce finalmente a salvarsi. Lui, Osvaldo, ormai stremato dallo sforzo non ce la fa e muore insieme al suo comandante che già si era rifiutato di lasciare l’unità per andare a fondo con essa ed altri due ufficiali e 14 tra sottufficiali, sottocapi e marinai.

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Per il suo nobile gesto, sarà decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
Imbarcato su sommergibile sottoposto in immersione a caccia accanita e costretto ad emergere per mancanza d’aria di riserva, nel corso della successiva manovra per l’autoaffondamento dell’unità perseguita dall’avversario, essendo già in mare per il sopravvenuto ordine di abbandonare il battello, tornava volontariamente a bordo per assicurare il salvataggio di un suo compagno. Consentiva così a questi di mettersi in salvo, mentre egli trovava morte gloriosa, lasciando esempio di eccezionale spirito di cameratismo e sprezzo del pericolo”.
(Acque di Bardia, 10 dicembre 1941).

Il regio sommergibile Caracciolo fu affondato l’11 dicembre 1941 alle ore 03.00 circa al largo di Bardia. Era diretto a Suda, con personale italiano e tedesco assegnato a quella base. 
Alle 02.40 avvistava un convoglio che attaccava lanciando due siluri ma l’attacco fallì ed il Cacciatorpediniere inglese “Farndale” gli diede la caccia e lo costrinse ad emergere. Il sommergibile per non essere consegnato si autoaffonda. Il Comandante non abbandonò il natante nave…

Il cacciatorpediniere inglese Farndale recuperò 53 naufraghi ma perse la vita il seguente personale:

– Capitano di Corvetta Alfredo Musotto (Comandante);

– Guardiamarina Milos Baucer;

– Tenente di vascello(GN) Giuseppe Berra;

- C°1 Cl. Sabato Aliberti;

– C°3 Cl. Giuseppe Garibotti;

- 2°Capo Palmiro Ferrari;

- Sergente Guido Bregaglio;

- Sottocapo Mario Bragagnolo;

- Sottocapo Antonio Caruso;

– Sottocapo Panfilo Ciavattone;

– Sottocapo Enrico Consolo;

- Sottocapo Albino Coslovich;

- Sottocapo Martino Fungi;
– Sottocapo Onorato Leto;

– Sottocapo Ettore Scarpantoni;

– Comune 1^ classe Bruno Menetto;

- Comune 1^ classe Osvaldo Uttaro.

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