Gradisca riscopre il suo Leone, ecco la Colonna della Redenzione dopo 100 anni • Il Goriziano
Gradisca riscopre il suo Leone, ecco la Colonna della Redenzione dopo 100 anni

Gradisca riscopre il suo Leone, ecco la Colonna della Redenzione dopo 100 anni

IL MONUMENTO

Gradisca riscopre il suo Leone, ecco la Colonna della Redenzione dopo 100 anni

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 20 Apr 2024
Copertina per Gradisca riscopre il suo Leone, ecco la Colonna della Redenzione dopo 100 anni

I lavori sono costati circa 100mila euro. Si tratta di un’opera dello scultore Giovanni Battista Novelli, il sindaco Tomasinsig: «Patrimonio da tutelare».

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Svelati, stamane, i lavori di restauro della Colonna della Redenzione di Gradisca a cent’anni dalla sua inaugurazione risalente al 21 aprile 1924. Si tratta di un’opera dello scultore gradiscano Giovanni Battista Novelli che nel 1922 vinse il concorso per realizzare la base in marmo su cui poggia il Leone di San Marco. L’incontro, ospitato al Teatro comunale di via Ciotti, ha visto una notevole partecipazione della cittadinanza. «È dovere dell’amministrazione comunale custodire con cura quanto ci è stato affidato – sono le parole del sindaco Linda Tomasinsig – questo è un elemento che caratterizza il paesaggio urbano, un’opera che fa riferimento alla cura del patrimonio storico cittadino».

Da Tomasinsig è giunto poi l’invito ad avere «un approccio critico» sui fatti storici che «parlano al presente». «Il sentimento nostalgico assuma il ruolo di attivazione di meccanismi positivi e il recupero delle testimonianze del passato sia uno stimolo positivo per il futuro» così in conclusione il sindaco. L’architetto Paolo Bressan ha tenuto l’introduzione legata agli aspetti storici e architettonici dell’opera. Dopo aver illustrato le mutazioni del paesaggio urbano, Bressan ha ricordato la figura di Antonio Zumin al quale è stato riconosciuto il merito di essersi attivato per il riconoscimento del profondo valore attribuito al monumento.

A curare i restauri sono stati i professionisti della ditta Esedra Rc Srl: Sara Filippini, Michela Scannerini e Claudio di Simone. «È stato un lavoro difficile per le condizioni in cui si è presentato il monumento – spiega Scannerini – con uno stato conservativo disastroso, un’offesa al pubblico decoro».

Le varie parti della statua sono state colpite da fessurazioni, infiltrazioni, rotture, colature di sali ed erosione. Le operazioni condotte, hanno così restituito dignità all’opera. L’iter progettuale è stato lungo e caratterizzato da attente valutazioni attinenti al preservare o meno alcune caratteristiche della struttura. «Sono emerse molte problematiche conservative ed esse sono state notevoli – continua Scannerini – sono state recuperate le parti in pietra risultate spaccate e i bronzi colpiti da patinature biancastre invasive».

Notevole è stato anche l’affronto della colonizzazione di licheni che hanno “invaso” le superfici lapidee. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate all’assessore ai lavori pubblici, Alessandro Pagotto che riferendosi al restauro ha parlato di «valorizzazione dei beni culturali che rappresentano le nostre origini e la nostra storia».

«L’identità cittadina va perseguita e rafforzata» ha aggiunto Pagotto che ha anche ricordato gli interventi operati sulle antiche Mura Venete e sul Compendio del Castello. Per i lavori eseguiti sul monumento centrale, sono stati utilizzati fondi propri dell’amministrazione pari a circa 100mila euro. «Un’intervento straordinario partito dal basamento e che ha raggiunto la sua sommità» ha concluso l’assessore ai lavori pubblici della città.

Durante la conferenza odierna, nel foyer del Teatro, è stato possibile prendere visione di una selezione di cimeli e fotografie, tra i quali lo stendardo del Leone di San Marco donato cento anni fa dal Comune di Venezia alla Fortezza. All’incontro sono stati ringraziati la famiglia Novelli, l’associazione Obiettivo Immagine e l’assessore Marco Zanolla che ha realizzato il reportage fotografico attestante le varie fasi dell’andamento del cantiere.

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