rock nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

Rock

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Genere musicale sviluppatosi negli anni Sessanta del Novecento come evoluzione del rock 'n' roll, in seguito alla diffusione di nuove tecniche elettroniche e all'influenza del beat britannico (→ beat generation).

Gli anni della formazione

La linea di confine che separa il generico ribellismo adolescenziale del rock 'n' roll e la nuova consapevolezza del r. come forma d'arte a sé venne tracciata all'alba degli anni Sessanta da B. Dylan e da gruppi come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who. A San Francisco nacque la cd. controcultura: i giovani bianchi della classe media elessero la musica a motivo della loro esperienza esistenziale, scegliendo la vita comunitaria in opposizione alla famiglia tradizionale, condividendo il lavoro della terra e le esperienze con vari tipi di droghe. Il punto più alto della stagione d'oro del r. fu toccato nel 1969 al festival di Woodstock, con artisti come C. Santana, gli Who, J. Hendrix e J. Joplin. In partic., Hendrix radicalizzò e distorse il suono della chitarra elettrica attraverso performance provocatorie, trasformando lo strumento musicale in una parodia dei cannoni da guerra. Mentre i Doors reinterpretavano il blues con la poesia del loro carismatico leader J. Morrison (1943-1971), in altra direzione si muoveva il r. urbano dei Velvet Underground, primo esempio di unione multimediale tra musica e arti figurative, grazie alle influenze dell'artista A. Warhol.

Gli anni dell'evoluzione

A partire dagli anni Settanta, il r. ha continuato a cercare nuove strade: è nato il r. progressivo, contaminazione di un r. che abbracciava di volta in volta jazz, folk e avanguardie colte, i cui massimi esponenti sono stati i Pink Floyd, i Genesis e i King Crimson. Più diretto, ma altrettanto innovativo è stato il glam r., dove spiccava il gusto per il travestimento e la trasgressione, portato avanti, seppure in differenti direzioni, da artisti quali M. Bolan (1947-1977), D. Bowie e i Queen. Se alla fine degli anni Settanta la spinta più innovativa del r. sembrava sul punto di esaurirsi, una nuova ondata (la new wave) ha cominciato a imporsi sulla scena musicale statunitense e britannica. Da un lato la poetessa P. Smith e B. Springsteen, dall'altro il punk britannico dei Clash e dei Sex Pistols, che ha riportato il r. ad atmosfere e sonorità ruvide e immediate. Gli anni Ottanta hanno segnato sempre più l'avvicinamento tra r. e pop, e i confini musicali sono diventati sempre più labili: nel segno della sperimentazione attenta alle nuove tendenze sono rimasti alcuni reduci degli anni Settanta quali P. Gabriel, B. Eno, R. Fripp (n. 1946), D. Bowie, nonché band emerse dal punk tra cui i Cure, i New Order, i Police (guidati da Sting) e, successivamente, gli U2.

Nuove tendenze

Negli anni Novanta è ritornata la semplicità delle origini grazie al movimento grunge di Seattle, con distorsioni esasperate delle chitarre elettriche, voci urlate, nichilismo e voglia di rivalsa tipici di gruppi quali i Nirvana, che hanno cancellato le sonorità vellutate dei secondi anni Ottanta, facendo esplodere la riscoperta del rock. Più recentemente, gruppi come i Radiohead hanno fuso un r. diretto ed elettrico con la raffinata sperimentazione digitale, a cavallo tra minimalismo e ricerca. Oggi il r. presenta una serie di epigoni di cui è difficile definire le possibili direzioni: la sorpresa rimane ancora l'elemento fondante del rock.

© Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Riproduzione riservata

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