EDOARDO [III], santo, il Confessore, re d'Inghilterra in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

EDOARDO [III], santo, il Confessore, re d'Inghilterra

Enciclopedia Italiana (1932)

EDOARDO [III], santo, il Confessore, re (anglosassone) d'Inghilterra

Reginald Francis Treharne

Figlio di Etelredo II d'Inghilterra e di Emma di Normandia, nacque circa il 1002. Cacciato dall'Inghilterra da Sweyn, fuggì nella Normandia; e qui egli fu educato alla corte del duca e nei grandi monasteri, e fu preso dall'ideale di una vita colta e raffinata. Ma nel 1041 il nipote di Sweyn, Harthacnut, lo invitò a ritornare in Inghilterra per essere suo erede; e in effetti quando Harthacnut morì (giugno del 1042) il Witan, influenzato dal potente Godwin, conte di Wessex, elesse re Edoardo, che iu incoronato nel giorno di Pasqua del 1043. Sulle prime Godwin tenne completamente sotto il suo dominio Edoardo, il quale ne sposò la figlia Editta, e concesse contee ai figli di Godwin, Sweyn e Harold, e a suo nipote Beorn. Ma E., mezzo Normanno per nascita e completamente Normanno per educazione, che parlava francese a preferenza dell'inglese, non aveva simpatia per i suoi sudditi rozzi e incolti. D'altra parte, benché pio, mite, senza vere qualità di uomo di stato e di guerra, egli non era affatto quel santo insignificante raffigurato nelle biografi̊e posteriori. Reagì quindi e costantemente, lavorando in segreto, contro Godwin, giunse ad avere larga influenza nell'amministrazione, nella chiesa e fra la nobiltà normanna, bretone e fiamminga, che si affollava alla sua corte. Il suo regno divenne così una continua lotta, fra le influenze inglese e normanna. Né interamente privo di patriottismo, né debole strumento in mano di avventurieri stranieri, egli pensò di modernizzare il suo regno, per mezzo e con l'esempio di conti stranieri di civiltà più raffinata, la cui compagnia egli prediligeva. Da questa concezione fondamentale derivano le misure particolari: quelle di organizzare la Casa Reale (King's Household) per un effettivo governo centrale sul modello normanno e d'introdurre l'architettura normanna in Inghilterra. Il suo amico Roberto di Jumièges fu il primo arcivescovo straniero di Canterbury dopo 350 anni. Egli si mantenne in istretto contatto con i papi, mandando prelati al concilio di Reims (1049). Godwin intanto, benché si atteggiasse a campione del sentimento nazionale, si alienò molti con la sua avarizia senza scrupoli e la sua ambizione; e così nel 1051, sostenuto dai conti di Mercia e di Northumbria, E. esiliò lui e i suoi figli. Ma gl'Inglesi, che vedevano in ciò una spogliazione fatta da stranieri, si staccarono da E., quando si sparse la notizia che a Guglielmo di Normandia, in occasione della sua venuta in Inghilterra, era stata promessa la corona d'Inghilterra. Godwin e i suoi figli, ritornati nel 1052, cacciarono via i Nomanni, e dominarono cosi l'Inghilterra per il resto del regno di E. Morto Godwin nel 1053, suo figlio Harold, più accorto, continuò la politica di suo padre fino al 1057, assicurando per sé e per i suoi fratelli tutte le contee, eccettuate quelle di Mercia, e accaparrandosi l'effettivo esercizio del potere. Quando E. morì, il 6 gennaio 1066, il piano di Harold d'impadronirsi della Corona era pronto. Per ìl suo popolo E. non era un santo, ma semplicemente un uomo proprio, un regnante non ben guidato, il quale distrusse l'isolamento dell'Inghilterra senza darle la necessaria sicurezza. Dopo la sua morte fu venerato come santo in Inghilterra e il 7 febbraio 1161 Alessandro III lo canonizzò, dandogli il titolo di Confessore.

Bibl.: Cambridge Medieval History, III, Cambridge 1922; C. Oman, England before the Norman Conquest, Londra 1910; T. Hodgkin, Political History of England to 1066, (ed. di W. Hunt e R. L. Poole), Londra 1906; E. A. Freeman, History of the Norman Conquest, II, Oxford 1871-79.

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