Gedda, Arabia Saudita: cosa vedere e cosa fare nella metropoli sul Mar Rosso
Gedda: cosa vedere e cosa fare nella metropoli saudita affacciata sul Mar Rosso. La sua storia, i luoghi da non perdere e le informazioni utili per il vostro viaggio.
Gedda è la seconda città più importante dell’Arabia Saudita dopo la capitale Riyad. È una metropoli dove il passato del quartiere di Al-Balad convive con gli altissimi grattacieli in costruzione e proiettati verso il futuro. In questo post vi racconto la sua storia e vi porto a scoprirla.
La storia di Gedda
Gedda (in arabo جِدَّة), che sorge nella provincia di La Mecca e nella regione Hegiaz, ha origini sconosciute, ma iniziò con certezza a espandersi a partire dal 647, quando il Califfo ʿUthmān b. ʿAffān, genero di Maometto, la rese un punto di riferimento per tutti i fedeli diretti a La Mecca, a circa 80 chilometri di distanza. La città conserva ancora oggi questo ruolo, visto che il suo aeroporto è quello più vicino alla città sacra dell’Islam.
Prima di allora, tra le poche tracce giunte fino a noi ci sono quelle lasciate dalla popolazione araba pre-islamica dei Thamūd — trovate nel Wadi Briman (وادي بريمان) e nel Wadi Boweb (وادي بويب), due valli desertiche rispettivamente a est e a nord ovest rispetto alla città — e quelle emerse da alcuni scavi condotti nel centro storico, secondo le quali Gedda sarebbe nata come villaggio di pescatori della tribù yemenita dei Quda’a intorno al 115 a.C..
Dopo il 647, Gedda rimase per secoli sotto i diversi califfati che si succedettero nel controllo della regione: il Califfato Omayyade — interrotto da una breve parentesi nel 702 quando la città fu occupata dai pirati del regno di Axum —; il Califfato Abbaside (dal 750); e il Califfato Fatimida (dal 969), che contribuì a sviluppare il commercio via mare giungendo fino in Cina.
Nel 1177, la città entrò nell’orbita dell’Impero Ayyubid e poi, nel 1254, in quella del Sultanato Mamelucco, dove rimase fino al 1517, quando tutti i territori passarono in mano all’Impero Ottomano. Lo stesso anno, proprio grazie alle truppe turche, Gedda riuscì a sopravvivere a un assedio a opera dei portoghesi guidati da Lopo Soares de Albergaria, che uscì sconfitto dal conflitto.
Gedda rimase parte dell’Impero Ottomano fino alla Prima Guerra Mondiale, quando al-Ḥusayn ibn ʿAlī Al Hashimi, Sharif di La Mecca, organizzò una rivolta per ottenere l’indipendenza e dare vita a uno stato arabo unito che si estendesse da Aleppo, in Siria, fino ad Aden, nello Yemen. Nel 1916, lo stesso al-Ḥusayn ibn ʿAlī Al Hashimi si autoproclamò sovrano del Regno dell’Hegiaz e del Neged, due aree che coprono gran parte dell’attuale Arabia Saudita, la prima verso il Mar Rosso (e nella quale rientra Gedda) e la seconda più centrale, comprendente anche Riyad.
Nel 1924, contro al-Ḥusayn ibn ʿAlī Al Hashimi si sollevò il casato dei Suʿūd, originario di Riyad, che riuscì a far abdicare il sovrano, al quale succedette inizialmente il suo stesso figlio ʿAli ibn al-Ḥusayn. La lotta interna culminò con la battaglia di Gedda, che si concluse il 23 dicembre 1925 con la fuga del re in Iraq e la salita al trono della dinastia Suʿūd guidata da ʿAbd al-ʿAzīz ibn ʿAbd ar-Raḥman ibn Fayṣal Āl Suʿūd, noto in Occidente come Ibn Saud.
Con il trattato di Gedda, firmato nel 1927 da Ibn Saud e dal Regno Unito (interessato a tutelare i vicini protettorati britannici), il Regno dell’Hegiaz e del Neged fu ufficialmente riconosciuto a livello internazionale. Le due regioni vennero poi unificate nel 1932 dando vita al Regno dell’Arabia Saudita, guidato dallo stesso Ibn Saud fino al 1953. A lui succedettero i suoi figli ed eredi: attualmente sul trono siede il suo venticinquesimo figlio Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, settimo re dell’Arabia Saudita.
Oggi, il Paese e Gedda si trovano nel pieno di una rivoluzione culturale e architettonica basata sul progetto “Saudi Vision 2030“: un programma strategico che ha come obiettivo il ridurre la dipendenza dal petrolio diversificando l’economia e puntando, tra le altre cose, su turismo e intrattenimento.
Cosa vedere a Gedda
Gedda è bagnata dalle acque del Mar Rosso, ma non conosce altri confini naturali o artificiali: è infatti circondata dal deserto e sono proprio questi ampi spazi a disposizione, uniti alla “Saudi Vision 2030”, che le hanno permesso di espandersi esponenzialmente. Negli ultimi anni sono nate quindi aree (come quella di Obhur) che si trovano a quasi 30 chilometri dal centro storico cittadino e che hanno permesso alla città di accogliere quasi 4 milioni di persone (nel 1950 non arrivava nemmeno a 120.000).
Ecco cosa vedere a Gedda durante il vostro viaggio in Arabia Saudita: dall’antico Al-Balad al suggestivo canale di Obhur.
Al-Balad
Al-Balad (البلد), dove “Balad” è traducibile in italiano con “città”, risale al Settimo secolo ed è oggi il cuore storico e culturale di Gedda, oltre che un quartiere Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2014.
Con il boom economico dato dal petrolio, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta del Novecento, il quartiere iniziò piano piano a spopolarsi e a degradarsi: i più ricchi si trasferirono nelle nuove aree urbane, molti edifici vennero abbandonati a loro stessi o lasciati alle fasce più povere della popolazione. A risollevare la zona fu, nel 1990, la fondazione Jeddah Historical Area Preservation Department, nata con l’obiettivo di preservare il passato della città.
Da allora (e soprattutto dal 2014) molti edifici sono stati restaurati o ristrutturati e alcune case storiche sono state trasformate in musei, come la casa-museo Matbouli o il Bayt Nasseef, dove oggi sono conservati antichi arredi e decorazioni che raccontano oltre 150 anni di storia della città.
Mentre passeggiate tra le vie e i negozi di Al-Balad, tra spezie, tappeti, decorazioni e abiti, fate caso alle antiche coperture in legno poste di fronte alle finestre: sono nate per garantire la privacy degli abitanti e impediscono a chi passeggia per strada di vedere dentro le abitazioni, anche se dall’interno l’esterno è perfettamente visibile. Sono note come Rōšān (روشان) e vengono realizzate quasi esclusivamente a mano e senza chiodi o colle, solo attraverso giochi di incastri.
La zona può essere scoperta in autonomia, ma vi consiglio caldamente di farvi affiancare da una guida (che via aiuterà inoltre a superare le barriere linguistiche) così da essere certi di esplorarla nel dettaglio e non perdere chicche e dettagli. Qui* trovate un tour di quattro ore e mezza e qui* uno di tre ore; entrambi sono disponibili in inglese.
Le antiche mura cittadine e Bab Makkah
Per secoli, Gedda non sentì il bisogno di costruire mura difensive, ma tutto cambiò nel 1497, quando il navigatore portoghese Vasco da Gama iniziò ad attaccare le navi che trasportavano i pellegrini che dall’Oceano Indiano dovevano raggiungere il Mar Rosso e, quindi, La Mecca. In questo periodo di terrore, i principi del Gujarat (in India) e dello Yemen chiesero aiuto all’Egitto: il sultano Al-Ashraf Qansuh al-Ghawri allestì quindi una flotta di 50 navi e la affidò al governatore di Gedda Hussein “il Curdo”, che poi decise di fortificare la sua città natale per trasformarla in un porto di rifugio dai portoghesi.
Successivamente, a rafforzare le difese cittadine dopo l’attacco di Lopo Soares de Albergaria furono gli Ottomani, che nel 1525 dotarono la città di nuove e più resistenti mura caratterizzate da sei porte e altrettanti torri di avvistamento: una soluzione che la difese da un secondo attacco portoghese avvenuto nel 1541.
Le mura, che abbracciavano interamente quella che oggi è Al-Balad, furono abbattute nel 1947, ma oggi, a ricordarle, ci sono le porte cittadine rimaste in piedi, come Bab Al-Sham, verso nord e che è affiancata dai resti della cinta muraria, e Bab Makkah, che è rivolta verso ovest e verso la città di La Mecca.
Il mercato centrale del pesce
Essendo affacciata sul mare, Gedda vanta un ricchissimo e altrettanto vivace mercato centrale del pesce (سوق السمك المركزي) che si trova non lontano da Al-Balad. Ogni giorno prende vita all’alba e, in qualche modo, strizza l’occhio alle radici della città, nata proprio come villaggio di pescatori e oggi il secondo porto marittimo commerciale più grande e più trafficato del Medio Oriente dopo quello di Dubai.
La visita è liberamente aperta al pubblico (tutti i giorni dalle 5.00 alle 21.00) e passeggiando tra i banchi vi capiterà di incontrare un’incredibile varietà di pesci difficili da trovare nei mercati italiani, come il pesce pappagallo (più tipico, in realtà, delle coste egiziane), ma anche tonni, calamari, granchi e aragoste. Tutti i pesci pescati in loco sono caratterizzati dall’etichetta “baladi“.
Il museo Al Tayebat
Il museo Al Tayebat (متحف مدينة الطيبات العالمية للعلوم والمعرفة), nel quartiere Al Faisaliyah, è allestito all’interno di una finta cittadella che vuole ricreare la tradizionale architettura dell’Hegiaz, permettendo così ai visitatori di fare un viaggio nel tempo e di immergersi in una Al-Balad al massimo del suo splendore.
All’interno, è presente un palazzo nel quale è ospitata un’esposizione, divisa su più piani, che racconta la storia della città, dell’Arabia Saudita, della Penisola Arabica e dell’Islam dall’origine ai giorni nostri, focalizzandosi sia sugli aspetti artistici che su quelli culturali, tra quadri, abiti tradizionali, modellini, armi e complementi d’arredo.
Il museo, che insieme a quello d’Arte e a quello di Cultural Heritage fa parte del complesso museale Abdul Raouf Khalil, è aperto tutti i giorni (tranne il venerdì) dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 21.00. Il biglietto costa 50 Riyal a tariffa intera e 25 Riyal a tariffa ridotta.
La Jeddah Corniche: i lungomare
La Jeddah Corniche è un’ampia area costiera, interamente riqualificata e inaugurata nel 2017, che oggi vanta percorsi pedonali, panchine, giardini, fontane, opere d’arte, caffè e ristoranti. Lunga in totale 30 chilometri, la Corniche è suddivisa in aeree più piccole, a volte confinanti tra loro e a volte divise da zone industriali o residenziali, ognuna con caratteristiche proprie e luoghi da non perdere.
Tra quelli da inserire assolutamente nel vostro itinerario di viaggio c’è la Al-Hamra Corniche, dalla quale si può ammirare la fontana dedicata al re Fahd bin Abdul Aziz. Completata nel 1985, con il suo getto di circa 312 metri è ancora oggi la più alta del mondo secondo il Guinness World Record.
Spostandosi verso nord si incontrano invece il Fakieh Aquarium (فقيه أكواريوم), la Island Mosque (una delle oltre 1.300 moschee di Gedda) e la più famosa moschea Al-Rahmah, nota anche come “la moschea galleggiante” perché si erge su un sistema di palafitte che sembrano farla emergere direttamente dal mare. Non lontano da quest’ultima ci sono anche il circuito di Formula 1 Jeddah Corniche Circuit, che ha ospitato il Gran Premio d’Arabia Saudita tra il 2021 e il 2022, e la statua dorata del falco: un’opera d’arte di circa 9 metri, realizzata dall’artista canadese Matt Kwest, che vuole rappresentare ricchezza e potere.
Il momento migliore per dedicarsi alla costa della città è senza dubbio il tramonto: il litorale si affaccia a ovest e proprio per questo regala splendidi panorami al calar del sole.
Obhur
Quella di Obhur, a nord, è attualmente la principale destinazione balneare per chi a Gedda vuole godersi il sole e il mare. Lungo le sponde della baia, infatti, sono nati numerosi stabilimenti, così come aree sportive e destinate all’intrattenimento.
Potete raggiungerla per rilassarvi, per provare lo sci d’acqua o salire a bordo di una barca e fare una breve escursione lungo la costa (anche di soli 30 minuti); le imbarcazioni a motore, manovrate da un esperto, si possono noleggiare presso il piccolo porticciolo turistico locale (مرسى أمانة جدة). In alternativa, potete concedervi una coccola trascorrendo circa mezza giornata in uno dei resort, trovate un’opzione a questo link*.
Altre cose da vedere a Gedda
Questi sono i luoghi principali da inserire nell’itinerario se volete visitare Gedda, ma sappiate che, se avete un po’ di tempo in più, potete aggiungere anche la moschea King Saud (مسجد الملك سعود), la più grande della città, gli altri musei del complesso museale Abdul Raouf Khalil o il Museo Regionale di Archeologia ed Etnografia (Khuzam Palace, متحف جدة الاقليمي قصر خزام).
Potete anche valutare di affidarvi a una guida (così da avere anche un supporto linguistico nei negozi e nei locali, dove non sempre si parla inglese) e partecipare a uno dei tanti tour organizzati in città, come quelli che trovate qui di seguito:
- Tour privato della città di Jeddah di otto ore (qui*)
- Tour di cinque ore dei punti salienti di Gedda, con trasferimento dall’hotel (qui*)
- Esplora Gedda: dove la civiltà incontra la modernità (qui*)
- Tour di sei ore della città e dei punti salienti storici di Al-Balad (qui*)
- Tour dei momenti salienti della città vecchia, disponibile anche in italiano (qui*)
Inoltre, potete prevedere alcune escursioni che vi porteranno alla scoperta dei dintorni della città, come quelle che trovate cliccando sui link qui sotto. Buon viaggio!
- Da Gedda: tour di otto ore a Taif (qui*)
- Tour dei punti salienti e delle montagne di Taif con trasferimento (qui*)
- Tour Safari nel deserto di Gedda (qui*)
- Valle della Luna ed escursioni in montagna (qui*)
- Escursione mattutina a Wadi Zee (qui*)
- Da Gedda e Makkah: tour di un giorno a Taif con pranzo (qui*)
Informazioni utili per visitare Gedda
Gedda va scoperta in auto, che sia un mezzo a noleggio, un taxi o un Uber, due opzioni consigliate, queste ultime, soprattutto se non volete guidare nel traffico (a tratti folle) tipico di una metropoli. I mezzi pubblici sono scarsi e, soprattutto, non raggiungono tutti gli angoli della città, almeno durante il mio viaggio. Trovate tutti i prezzi e le informazioni aggiornate sul sito ufficiale.
La città è collegata con altre destinazioni nazionali e internazionali dal King Abdulaziz International Airport, che vanta due terminal destinati ai passeggeri e ai turisti: quello sud, il più ampio e di recente costruzione, serve soprattutto le compagnie Saudia e Flynas (con la quale io ho volato a Riyad), mentre quello nord, più piccolo e con meno servizi, è destinato alle compagnie estere (come WizzAir). Se vi serve un transfer dall’aeroporto all’hotel (e viceversa), potete prenotarlo a questo link*.
Se volete utilizzare internet al di fuori dell’albergo, vi servirà una sim locale o una e-sim, perché i Wi-Fi sono difficili da trovare. Potete acquistare la versione digitale a questo link* o a questo link*, in entrambi casi l’opzione è valida per un minimo di 7 giorni.
Troverete i consigli su dove mangiare in città e alcune chicche per arricchire il vostro viaggio nei post dedicati alle curiosità sull’Arabia Saudita e a cosa mangiare in Arabia Saudita.
INFORMAZIONI PRATICHE PER UN VIAGGIO A JEDDAH:
- Dove dormire a Jeddah: durante il mio soggiorno ho pernottato al Moments Hotel*, una struttura che si trova non troppo lontano dall’aeroporto. La camera era molto spaziosa e pulita, con letto comodo e bagno privato; quest’ultimo un po’ piccolo, ma sufficiente. Lo staff è stato estremamente gentile e accogliente. All’ultimo piano c’è anche una piscina a disposizione degli ospiti.
- Da mettere in valigia: per ricaricare i vostri dispositivi elettronici vi servirà un adattatore, perché in Arabia Saudita le prese sono principalmente di tipo G (come nel Regno Unito). Lo trovate qui*.
- Da scaricare nello smartphone: se usate Google Translate, vi consiglio di scaricare le traduzioni dall’arabo all’italiano, così da poterle utilizzare anche offline.
- Documenti: passaporto con una validità residua di almeno sei mesi, visto turistico obbligatorio (e valido un anno) e assicurazione viaggio (non obbligatoria, ma consigliata, nel link qui sopra o nell’immagine sottostante trovate un 10% di sconto per voi).
Se avete domande o suggerimenti su cosa vedere e cosa fare a Gedda, lasciate un commento!
Per vedere tutte le foto fatte in Arabia Saudita, sfogliate il mio album su Flickr. Le immagini inserite nel post sono state scattate con una Canon EOS 6D Mark II*, con obiettivo Canon 50 mm*, e un iPhone 11 Pro*.
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