The Ride – storia di un campione è tratto da una storia vera che ci porta indietro negli anni ’80. Protagonista di questo avvincente racconto è John Buultjens, scozzese di Glasgow, ciclista e designer di biciclette, che dopo un’infanzia di abusi e violenze, trova il riscatto grazie alla famiglia adottiva, ad una scena di E.T. L’extraterrestre e alla passione per la bici che lo porterà lontano, regalandogli la libertà che tanto desiderava.
John Buultjens, nato nel 1972, iniziò a subire abusi fin da quando aveva cinque anni, fu lui stesso a parlare al The Guardian e a raccontare: “La mia infanzia è stata all’insegna della sopravvivenza. Quando avevo tre anni, ricordo di essere corso incontro a mio padre, felice di vederlo, e lui mi ha lanciato su un fuoco. Ricordo ancora di aver sentito la carne del mio piede bruciare, ricordo anche l’odore. Mentre crescevo a casa mia vivevo di una paura costante”. E ancora: “Nel 1979, poco prima di Natale, avevo sette anni e mi padre stava picchiando mia mamma. Corsi a difenderla con un coltello da cucina, ed ero pronto ad uccidere mio padre, ma fui messo fuori combattimento”
Dopo che sua madre chiamò la polizia e i servizi sociali, John fu affidato ad un orfanotrofio e salvato da due genitori affidatari, Marianna ed Eldridge Buultjens, che si presero cura di lui, nonostante il ragazzo vivesse con disagio la condizione di essere stato adottato da un uomo di etnia differente dalla sua. Buultjens infatti era originario dello Sri Lanka. “Adesso mi fa male ripensarci, ma avevo vergogna di mio padre adottivo e camminavo tenendomi a distanza da lui. Quest’uomo ha fatto tanto per me e mi ha mostrato cosa significa amare, per la prima volta nella mia vita, e io avevo vergogna perché era molto diverso da me” Oggi però John considera Eldridge il suo vero padre.
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I due genitori si prendono cura di lui e finalmente il ragazzo inizia a vivere una vita serena. A 10 anni la visione di E.T. L’extraterrestre gli cambia la vita, regalandogli un senso di libertà che lo spinge a iniziare una carriera nel ciclismo, prendendosi dunque la sua rivincita. “Ero seduto in un cinema e ricordo che vidi queste bici che volavano, in una scena del film. Il senso di libertà che mi ha dato quella scena mi ha accompagnato per tutta la vita. Anche a quell’età, la bici rappresentava la libertà che cercavo. Non volerai mai con ET, ma potresti andare ovunque, tutte le volte che vuoi. Anche oggi per me la bici rappresenta la libertà”
Dopo aver visto ET al cinema, suo padre gli regalò la prima BMW. “La bici diventò un’estensione di me stesso, mi diede la possibilità di conoscere amici e far parte di una comunità. Oltre a regalarmi un senso di libertà mai provato prima”
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Intorno ai vent’anni, John Buultjens si trasferì in Australia per iniziare una nuova vita e partecipare ad eventi agonistici, gareggiando semplicemente per passione. Una passione che implica numerosi infortuni: “Mi sono procurato venti traumi cranici seri, fratturandomi il cranio. Avevo un amico che portava con se un kit da cucito, per “rattopparsi” le ferite dopo gli infortuni. Nonostante queste paure, vivevo le gare senza ripensare al mio passato. La bici era la mia libertà”
Intorno ai vent’anni, John Buultjens si trasferì in Australia per iniziare una nuova vita e partecipare ad eventi agonistici, gareggiando semplicemente per passione. Una passione che implica numerosi infortuni: “Mi sono procurato venti traumi cranici seri, fratturandomi il cranio. Avevo un amico che portava con se un kit da cucito, per “rattopparsi” le ferite dopo gli infortuni. Nonostante queste paure, vivevo le gare senza ripensare al mio passato. La bici era la mia libertà”
Nello stesso periodo, dopo aver preso coscienza dei suoi limiti in ambito competitivo, John Buultjens si dedicò alla sua passione per il design e la progettazione di biciclette, diventando uno dei nomi più quotati in questo ambito. Quando gli fu offerto un incarico importante per la Haro Bikes di San Diego. Una coincidenza incredibile, perché Tom Haro era il principale coordinatore degli stunt su bici per E.T. L’extraterrestre.
L’incontro con il produttore Ali Afshar, che aveva commissionato a John Buultjens una bici da aggiungere alla sua collezione, portò entrambi a confrontarsi sulla possibilità di fare un film sul vissuto del designer di biciclette. Nel film, John interpreta il ruolo di suo padre naturale – l’uomo violento che ormai fa parte del suo passato, un ruolo per il quale ha preso lezioni di recitazione, non essendo certo un attore. Ludacris invece interpreta il ruolo del papà adottivo di John, l’uomo che insieme a sua moglie, gli ha dato una nuova possibilità.
The Ride – storia di un campione racconta, attraverso una storia vera, come molto spesso si passi attraverso enormi difficoltà per arrivare a ottenere splendidi risultati.